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Recensione: "Di Impossibile non c'è niente" di Andrea Vitali

Titolo: Di impossibile non c’è niente.
Autore: Andrea Vitali.
Editore: Salani.
Prima edizione: Novembre 2014.
Pagine: 156.
Prezzo: € 12,90.

Trama

In una casa di riposo di nome Vistalago, gestita da Suor Suprema, che ha più di duecento anni, da Suor Vedetta, Suor Sordina e Suor Cuccetta, sono ricoverati degli ospiti alquanto strani: nientepopodimeno che Babbo Natale, la Befana, il Topolino dei Denti, la Cicogna, Santa Lucia e la sua gemella straniera Santa Claus, che noi sappiamo essere un altro nome di Babbo Natale, ma qui Andrea Vitali gioca con il fatto che al Nord Italia è Santa Lucia a portare i regali.
Come mai questi personaggi fondamentali nella vita di ogni bambino sono andati in pensione? Lapalissiano: i bambini, tutti presi da videogiochi e tecnologia, non hanno più bisogno di loro. Prendi Babbo Natale, per esempio, che con la sua produzione di trenini, orsacchiotti e giocattoli vari non riesce a soddisfare le pretese dei bambini di oggi, che nelle loro letterine chiedono cellulari, Wii, Xbox e chi più ne ha più ne metta.
Però, quando il postino Mercurio recapita a Babbo Natale una lettera di un bambino di nome Gelso che gli chiede di salvare il bosco dove gioca con i suoi amici dall’essere raso al suolo qualcosa cambia…

Recensione

Presentata come una “favola di Natale”, Di impossibile non c’è niente” è in realtà una favola per tutto l’anno. Infatti, insieme a Babbo Natale e alla Befana, troviamo anche la Cicogna, il Topolino dei Denti, il postino Mercurio, Biancaneve e i Sette Nani, e persino il Commissario Cerbero e l’autista Caronte. Insomma, Andrea Vitali non fa mancare proprio nessuno, in una simpatica rivisitazione di favole classiche e personaggi mitologici.
Di impossibile non c’è niente è scritto con uno stile che riesce ad essere brillante anche se deve mantenersi semplice e chiaro nel caso che a leggere siano dei bambini. E dico “nel caso” perché la grande magia di questa favola è che piace ai piccini, ma l’ironia e la leggerezza (perché noi adulti abbiamo bisogno di leggerezza più dei bambini) la rendono piacevole anche ai grandi. Non per niente questi sono i soli che possono cogliere la sottigliezza che si nasconde dietro ad alcune figure, come “Santa Lucia e la sua gemella straniera Santa Claus”, e le citazioni letterarie disseminate qua e là, come la canzone che Babbo Natale canta alle stelle :“Vaghe stelle dell’Orsa, io non credea / Mirarvi sempre eguali, scintillanti / Pur se seduto in questo giardinetto / E ragionar con voi del mio passato / Da questo albergo dove ormai vecchietto / Mi trovo in veste di ricoverato… - come non riconoscervi Leopardi?
Come in tutte le favole c’è una situazione avversa da superare (trovare il modo di impedire l’abbattimento del boschetto per edificarci sopra), una speranza che sembra perduta (l’ormai estinto valore simbolico delle figure secolari per i bambini di oggi), il lieto fine e la morale, che in questo caso coincide con il titolo. «”Di impossibile non c’è niente, Babbo” aveva detto la Befana, “se stiamo tutti uniti”». L’unione fa la forza, insomma, e si arriva là dove uno solo non può.
Di impossibile non c’è niente è un libro in cui i sogni diventano realtà, capace di donare ai bambini fiducia nel futuro e di riavvicinare i lettori adulti al mondo magico da cui ci si allontana crescendo.







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