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Recensione: JOLLY ROGER. LA TERRA DI NESSUNO di Gabriele Dolzadelli

Titolo: La terra di nessuno (Jolly Roger #1)
Autore: Gabriele Dolzadelli
Editore: autopubblicato
Pagine: 244
Prezzo: € 2,99 (in promozione per l'estate a € 0,99)

1670. In un clima di scontri per la colonizzazione del Nuovo Mondo e per la supremazia commerciale, un giovane irlandese di nome Sidvester O'Neill parte per il Mar dei Caraibi con destinazione l'isola di Puerto Dorado. Lo scopo è quello di ritrovare il fratello Alexander, partito anni prima, per riportarlo a casa. Ma il viaggio avrà risvolti inaspettati. Nelle oscurità della giungla della piccola isola vi è nascosto un segreto a cui le principali potenze europee (Francia, Inghilterra ed Olanda) ambiscono. Intrighi, inganni e complotti farciscono le giornate di Puerto Dorado, in una lotta al potere fra i più astuti capitani presenti sull'isola. Il tutto sotto l'occhio vigile di una nave pirata ancorata all'orizzonte, di fronte a quella piccola terra di tutti e di nessuno.

***


Primo romanzo della saga Jolly Roger, La terra di nessuno introduce il lettore alla scoperta di un’isola lontana e apparentemente insignificante e degli intrighi che vi sono orditi.
La narrazione ha inizio, però, a largo delle coste irlandesi a bordo di una modesta imbarcazione su cui si trovano un pescatore e i suoi figli. L’attenzione di Alexander, uno dei bambini, viene attirata da delle navi inglesi che navigano all’orizzonte. «[...] Forse sono dirette a sud, Molto probabilmente vogliono percorrere la costa per poi andare a ovest, verso le Indie Occidentali» spiega il padre, suscitando l’entusiasmo di Alex.
Anni dopo, in viaggio sulla HMS Black Rose, ritroviamo però Sidvester, il maggiore dei due. Presto, avvicinato da un altro passeggero del vascello inglese, John McKenzie, Sid rivela di essere diretto a Puerto Dorado per ritrovare il fratello Alex e riportarlo a casa.
Puerto Dorado, però, è un’isola piena di segreti.  Considerata la terra di nessuno, desiderata da tutti, Puerto Dorado era stata conquistata dagli spagnoli, per poi finire nelle mani di inglesi, olandesi e francesi. Nessuno, però, ne aveva il totale dominio.
Così intorno a Puerto Dorado si raccolgono storie diverse e sull’isola si intrecciano numerose vicende. Di capitolo in capitolo, infatti, la narrazione sposta il suo focus presentando gli altri protagonisti della saga.
Già intravista a bordo della Black Rose, Elisabeth McLowell, figlia del vice Ammiraglio McLowell, sarà la figura femminile di riferimento nel romanzo: se da una parte la sua storia è legata ad Alex, dall’altra è legata all’Ammiraglio Goodwin.
Presto si scoprirà che l’Ammiraglio Goodwin, quello a cui Elisabeth è molto affezionata, è morto ed è stato sostituito dal figlio James.
Sull’isola si trova, inoltre, un contingente francese, gestito a Fort Giselle dal duca di Guascogna, Jean Louis. Tra le mura di Fort Giselle è nato anche un amore, quello tra Annette, la sorella di Jean, e Jorge, un mercenario spagnolo al soldo degli inglesi.
L’attenzione di francesi, inglesi, olandesi, spagnoli e persino pirati è concentrata sulla medesima cosa: l’intricata, misteriosa e terrificante giungla.
Per quanto ci siano molti elementi interessanti e sicuramente promettenti in questo romanzo, la lettura mi ha lasciata insoddisfatta. Lo stile di Dolzadelli è ancora piuttosto acerbo: se da un lato si notano la ricercatezza lessicale e, nelle descrizioni, vi è accuratezza informativa, dall’altra spesso eccede nell’infodump. In particolare, poiché i personaggi sono numerosi e non sempre ritornano da un capitolo all’altro, Dolzadelli ripete nella narrazione i ruoli di ciascuno, quasi riassumesse l’episodio precedente.
Personalmente ho trovato l’espediente piuttosto fastidioso. Credo, inoltre, che sarebbe necessario, affinché il romanzo risulti più piacevole, un suo alleggerimento: per esempio, non credo che tutti i personaggi, soprattutto se mere comparse, debbano essere identificate con un nome e, più in generale, credo che sia possibile eliminare le formule e le spiegazioni eccessive di cui ho scritto sopra.
D’altra parte Jolly Roger. La terra di nessuno meriterebbe una revisione più accurata: non mancano, infatti, refusi e usi arditi o scorretti delle parole.
Soffermandosi sulla presentazione di ciascun personaggio e sulla rivelazione degli intrighi, il romanzo relega la sua chiave di volta agli ultimi capitoli e al lettore non rimane altro che l’ormai comune sensazione di incompiutezza.
Non posso dire di non essere curiosa circa il mistero di Puerto Dorado, ma d’altra parte mi auguro che sia a questo primo volume che al seguito venga riservata un’attenzione maggiore in fase di revisione.





Dal 26 maggio 2015 è disponibile il secondo capitolo della saga: Le chiavi dello scrigno.



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