Titolo: È facile parlare di disabilità (se sai davvero come farlo)
Autorə: Iacopo Melio
Editore: Erickson- 11 novembre 2022
Pagine: 136
Prezzo: ebook - € 2,99; cartaceo - € 16,00
C’è un modo «corretto» per parlare di disabilità? Quali sono gli errori più comuni che non sappiamo di commettere? I disabili sono «persone speciali» o semplicemente «persone»? Ma soprattutto, perché le parole dovrebbero contare più dei fatti? La disabilità può essere raccontata in modo giusto, e quindi neutro, facendola scomparire dal nostro punto di vista, grazie a un po’ di formazione, alla giusta empatia e alla voglia di condividere qualche semplice accorgimento per tracciare una linea guida efficace verso un’inclusione davvero universale, sradicando con facilità certe cattive abitudini attraverso nuove prospettive. Perché la disabilità non esiste. È la società che la crea ogni volta che non fornisce a una persona gli strumenti giusti per esprimere le proprie abilità. Questo volume snello e scorrevole, pratico e concreto, aiuterà decision maker, stakeholder, chi si occupa di comunicazione e inclusione, ma soprattutto chiunque voglia utilizzare, con naturalezza, le parole giuste per abbattere muri e costruire ponti.
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L’inclusione
è una questione universale, che «semplicemente» riguarda tutte le persone e non
solo una fetta ristretta della società.
Nell’arco
dell’ultimo anno ho messo insieme una piccola biblioteca personale con libri
che ritengo imprescindibili: manuali di base che tengo sulla scrivania del mio
ufficio, pronti per essere consultati in caso di dubbio. Perché avere dei
dubbi, ricordiamolo, è legittimo eì spesso positivo e stimolante. Tra questi
libri ci sono La lingua che cambia di Manera, di cui ho già parlato, e È
facile parlare di disabilità (se sai davvero come farlo) di Melio, che
sento il desiderio e il dovere di consigliare.
Il titolo del libro è una dichiarazione d’intenti che Melio sviluppa attraverso una struttura chiara e propedeutica a una maggiore consapevolezza della disabilità come costrutto sociale, dei significati e dell’impatto delle scelte linguistiche e narrative.
Il punto di partenza è la definizione di disabilità come condizione momentanea determinata dall’interazione con un ambiente sfavorevole, che può essere superata con strumenti o facilitatori. Ne consegue che la disabilità può e deve essere considerata una caratteristica della persona come altre. Per questo motivo, è importante adottare una prospettiva e un linguaggio che metta al centro la persona (person-first language) e la sua identità (identity-first language), anteponendola alla disabilità. Si tratta di due approcci lievemente diversi che conducono a espressioni come persona con disabilità e persona disabile.
Il sottotitolo, La comunicazione giusta per un mondo inclusivo, evidenzia la volontà di non limitarsi a spiegare come parlare di disabilità, ma di invitare a una riflessione più profonda sul potere delle parole e sul loro impatto nella costruzione della realtà.
L’atteggiamento di estrema apertura di Melio, la cui leggera ironia rende piacevole una scrittura già scorrevole, rende il libro perfetto per tutte le persone che vogliano migliorare il proprio approccio al tema della disabilità. È facile parlare di disabilità ci guida in modo delicato ed efficace, nell’assimilazione di concetti e strumenti per un cambiamento positivo. Ogni capitolo è, in questo senso, un mattoncino che aiuta a correggere gli errori più comuni e ad adottare una nuova prospettiva.
Il titolo del libro è una dichiarazione d’intenti che Melio sviluppa attraverso una struttura chiara e propedeutica a una maggiore consapevolezza della disabilità come costrutto sociale, dei significati e dell’impatto delle scelte linguistiche e narrative.
Il punto di partenza è la definizione di disabilità come condizione momentanea determinata dall’interazione con un ambiente sfavorevole, che può essere superata con strumenti o facilitatori. Ne consegue che la disabilità può e deve essere considerata una caratteristica della persona come altre. Per questo motivo, è importante adottare una prospettiva e un linguaggio che metta al centro la persona (person-first language) e la sua identità (identity-first language), anteponendola alla disabilità. Si tratta di due approcci lievemente diversi che conducono a espressioni come persona con disabilità e persona disabile.
Il sottotitolo, La comunicazione giusta per un mondo inclusivo, evidenzia la volontà di non limitarsi a spiegare come parlare di disabilità, ma di invitare a una riflessione più profonda sul potere delle parole e sul loro impatto nella costruzione della realtà.
L’atteggiamento di estrema apertura di Melio, la cui leggera ironia rende piacevole una scrittura già scorrevole, rende il libro perfetto per tutte le persone che vogliano migliorare il proprio approccio al tema della disabilità. È facile parlare di disabilità ci guida in modo delicato ed efficace, nell’assimilazione di concetti e strumenti per un cambiamento positivo. Ogni capitolo è, in questo senso, un mattoncino che aiuta a correggere gli errori più comuni e ad adottare una nuova prospettiva.
Un
valore aggiunto sono la prefazione di Vera Gheno, che mi ha illuminata riguardo
al mio personale rapporto con le parole, e l’approfondimento di Fabrizio Acanfora
sul linguaggio della neurodiversità.
È facile
parlare di disabilità
(se sai davvero come farlo) ci permette di prendere consapevolezza degli
atteggiamenti che le nostre parole rivelano, invitandoci ad adottare una prospettiva
che considera la disabilità come una delle caratteristiche della pluralità
umana e una narrazione che non limita la persona.
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