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RECENSIONE: "I Sette Corvi" di Matteo Strukul



 

 Titolo: I Sette Corvi

 Autore: Matteo Strukul

 Genere: Thriller/Horror

 Pagine: 264

 Edizioni: Newton Compton Editori

 Formato: Cartaceo 

 Prezzo: Eu 9,90

 

 

 

 

Trama: 

Gennaio 1995. A Rauch, minuscolo paese della Val Ghiaccia, gola sperduta in una delle più remote lande delle Alpi Venete, quasi al confine con il Friuli, viene ritrovato il cadavere della giovane insegnante Nicla Rossi. Il volto, escoriato, è stato privato degli occhi, come se qualcuno glieli avesse strappati. La polizia di Belluno incarica l’ispettrice Zoe Tormen e il medico legale Alvise Stella di recarsi sul luogo, poiché le dinamiche dell’omicidio fanno pensare a un potenziale serial killer.

I due non potrebbero essere più diversi: Zoe ha trent’anni, è figlia della montagna e sembra uscita dalla copertina di un disco di musica grunge; Alvise, invece, è un uomo di città, ama i completi, la musica classica e gli scacchi. Anche se i loro mondi sembrano destinati a collidere, dovranno unire le forze, perché nella morte di Nicla niente è come sembra. A Rauch si annida un male profondo che neanche la neve è riuscita a spazzare via; un male che affonda le sue radici nella sete di giustizia e in un’antica leggenda. Il passato è diventato presente e forse non è un caso che proprio Zoe sia giunta a Rauch…

Recensione: 

L'ispettrice Zoe Tormen e il medico legale Alvise Stella si trovano a dover indagare sul brutale omicidio di una professoressa, Nicla Rossi, avvenuto a Rauch, freddo e sperduto paese di montagna tra Veneto e Friuli. L'ambientazione è la prima cosa che colpisce del romanzo: l'autore descrive con grande maestria le atmosfere cupe, glaciali del piccolo paesino montano, in cui avviene il delitto, rendendolo a mio avviso, il luogo ideale per commettere un assassinio. 

"E poi in quel luogo sperduto c'era qualcosa di primitivo e ancestrale, che se da un lato gli metteva i brividi, dall'altro lo teneva avvinto a quelle visioni aspre e forti. Pareva che l'uomo non fosse riuscito a scalfire quei luoghi, e in quell'angolo estremo del Veneto si respirava un soffio autentico d'eterno..."

Romanzo che si colora via via di tinte sempre più aspre, così come le suggestive gole che fanno da scenario alla trama, I Sette Corvi non si può definire solamente un thriller investigativo, ma contiene in sé una componente horror, che lo trasforma in un romanzo dal sapore gotico, anche grazie alla costante presenza degli uccelli gotici per eccellenza: i corvi. 

I due protagonisti, molto differenti tra loro, sono ben delineati, in particolar modo Zoe Tormen, ispettrice "grunge", dura e aspra come la musica dei Nirvana che ascolta, e il paesaggio circostante, che fanno da scenario all'omicidio della professoressa Rossi. Il linguaggio semplice e diretto utilizzato dall'autore rende il romanzo scorrevole nel ritmo ma non banale, sebbene in alcuni punti mi aspettavo più suspence. 

Per non svelare troppo, mi limiterò a consigliare I Sette Corvi agli amanti del thriller, condito con elementi horror/paranormali.


 

 


 

 

 

 

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