C’è post@ per noi #460

12/05/2021


Buona domenica, Lettorз! 
Avete già iniziato a pensare ai regali di Natale? O forse, per una volta, volete coccolarvз? Allora, nella nostra rubrica della domenica troverete qualche idea. 






San Giuseppe. Percorsi iconografici natalizi tra Oriente e Occidente di Stefania Colafranceschi


Questo volume inaugura la nuova collana ITINERARI dedicata a studi, ricerche e analisi su tematiche relative all'arte e che intendono guidare chi legge verso la conoscenza e la comprensione delle opere e a svelare simboli, misteri e tecniche particolari legati a materiali, a componenti e a peculiarità che hanno attraversato le epoche. 
Scie di luce che la genialità artistica ha sviluppato nel tempo quali componenti di una cultura o come mezzi per promuovere l'incontro di culture diverse, accomunate dalla ricerca del bello e del buono (kalagathòs) al quale miravano i greci antichi. 
La direzione della Collana è affidata a Gaetano Passarelli e Roberto Russo. 



Titolo: San Giuseppe. Percorsi iconografici natalizi tra Oriente e Occidente
Autrice: Stefania Colafranceschi
Editore: Graphe.it
Pagine: 168 
Prezzo: € 16,00

Seguendo il filo ideale delle rappresentazioni iconografiche bizantine, bizantineggianti e occidentali della Natività e dell’Adorazione dei pastori, viene riproposta la figura di san Giuseppe attraverso le espressioni artistiche, in stretta correlazione con quanto riferito dagli evangeli canonici e apocrifi, dai padri della Chiesa e dagli scrittori ecclesiastici. Un percorso che riserva non poche sorprese. Nella presepistica moderna Giuseppe ha un ruolo preminente. Insieme a Gesù e Maria è un «protagonista» della rappresentazione dello straordinario evento della Natività. Appare quasi sempre in ginocchio, volto al Bambino, simmetrico a Maria, a mani giunte o a braccia incrociate sul petto, assorto in preghiera e in adorazione. Questa attitudine pia e devota diverge da quella che si vede nelle icone bizantine e nelle opere pittoriche e plastiche realizzate in Occidente nell’Alto Medioevo, dove compare relegato in un angolo, il più delle volte solo, molto rattristato, affranto dal dubbio e dal dolore. Queste due modalità rappresentative, nella loro specificità, potrebbero sembrare i punti di partenza e di arrivo di un percorso dell’iconografia della Natività. In realtà tali diversità non sono dovute a un processo evolutivo più o meno sequenziale, bensì a un evento che segnò una vera e propria svolta, improvvisa, nell’arte occidentale: la narrazione della nascita di Gesù nelle Rivelazioni celesti di santa Brigida di Svezia (1303-1373), che ebbe una grande fortuna. Anche in questa nuova tipologia iconografica, tuttavia, la figura di Giuseppe, pur tra alterne vicende, rimase particolare. Seguendo il filo ideale delle rappresentazioni iconografiche bizantine, bizantineggianti e occidentali della Natività e dell’Adorazione dei pastori, viene riproposta la figura di san Giuseppe attraverso le espressioni artistiche, in stretta correlazione con quanto riferito dagli evangeli canonici e apocrifi, dai Padri della Chiesa e dagli scrittori ecclesiastici. Un percorso che riserva non poche sorprese. 

Stefania Colafranceschi è nata a Roma, città in cui risiede. Ha contribuito al Repertorio degli Archivi delle Confraternite di Roma per la rivista Ricerche per la Storia religiosa di Roma (1985). Dal 1996 al 2013 ha collaborato alla direzione della Collana «Donne d’Oriente e d’Occidente» pubblicata dall’Editoriale Jaca Book di Milano. I suoi ambiti di ricerca e di pubblicazione sono temi agiografici e devozionali di arte sacra e tradizione, in particolare relativi alla Natività e al ciclo dell’Infanzia, a san Giuseppe e san Biagio. Ha partecipato alla Biennale d’Arte Sacra di Piombino (Livorno) con interventi sulla Natività (2007, 2009, 2011). Ha collaborato ai cataloghi delle mostre di Corciano (Perugia) su presepi di carta, immaginette e manufatti della tradizione claustrale (2009), sull’iconografia dell’Adorazione dei Magi (2011) e sull’albero di Natale (2012). Per il volume Percorsi e immagini nell’arte di Pietro Ivaldi, il Muto di Toleto (Acqui, 2010) ha trattato gli Aspetti di simbologia nelle natività di Pietro Ivaldi. In collaborazione col Centro Studi “G. Baruffaldi” di Cento (Ferrara), ha collaborato al volume San Biagio, fede e devozione in Italia (2014) con la ricerca: La Vita di San Biagio: la tradizione narrativa e Iconografia di San Biagio. Per la Mostra «San Giorgio martire» (Faenza 2010), ha collaborato al catalogo: Immagini e simbologie del santo cavaliere. Conta numerose pubblicazioni nell’ambito delle iniziative incentrate sulla figura di san Giuseppe (2006-2014). Di recente per il volume Dalla Sicilia alla Puglia. La festa di San Giuseppe (Taranto, 2012), ha collaborato con il saggio: A te o beato Giuseppe… Il culto di San Giuseppe nei santini. Ha collaborato e curato il volume De domo David. La Confraternita di San Giuseppe Patriarca e la sua chiesa a Nardò. Studi e ricerche a quattro secoli dalla fondazione (1619-2019) (Fondazione Terra d’Otranto, Nardò-Roma 2019).

Le radici nell’acqua di Vincenza Lorusso


Titolo: Le radici nell’acqua 
Autrice: Vincenza Lorusso
Editore: Europa Edizioni - 29 giugno 2021
Pagine: 216
Prezzo: ebook - € 6,45; cartaceo - € 14,90

Trama
Mentre stringe tra le mani un articolo di giornale, Vincenza sogna il suo futuro: lavorare come medico nei Paesi in via di sviluppo, per curare i più poveri, gli ultimi della Terra.
Il sogno diventa realtà e la giovane studentessa di medicina parte senza temere ostacoli, carica di una passione e una dedizione così forti che nemmeno un attentato che ha rischiato di strapparle la vita a ventisette anni, in Guatemala, frena la sua coraggiosa determinazione.
Vincenza si racconta attraverso le sue missioni in giro per il mondo, in Angola, Tanzania, Mozambico, Uganda, Brasile, sempre insieme alla sua piccola Emily.
Dall’infanzia pugliese in una famiglia profondamente legata alla terra e alle tradizioni, spicca il volo con coraggio e risolutezza per realizzare il futuro che immaginava fin da bambina.
Emozioni, soddisfazioni, amori, ma anche inevitabili cadute, fallimenti e sofferenze di una vita senza radici, il tutto impreziosito da un pizzico di ironia che rivela la tridimensionalità di una donna forte e fragile, sempre straordinariamente umana, indiscutibilmente unica.

Vincenza Lorusso nasce a Gravina in Puglia, il 17/1/67.
Dopo aver conseguito la laurea in Medicina e Chirurgia presso l'Università degli studi di Siena, lavora in Paesi africani (Angola, Tanzania, Mozambico e Uganda) e dell’America Latina (Guatemala e Brasile).
Da 4 anni si occupa di Medicina delle Migrazioni attraverso Emergency e Croce Rossa.
Attualmente, lavora come infettivologa presso il Policlinico Umberto I a Roma.
“Le radici nell'acqua” è il suo primo libro.

La baronessa di Monteluco di Marisa Di Bello


«Il destino però a volte si diverte a riannodare fili che sembrano recisi, e il giorno che avrebbe portato alla ribalta proprio quel passato che in tutti i modi aveva cercato di allontanare splendeva un caldo sole autunnale»

TitoloLa baronessa di Monteluco
Autrice: Marisa Di Bello
Editore: Les Flâneurs Edizioni - 30 novembre 2021
Pagine: 226
Prezzo: ebook - € 6,45; cartaceo - € 14,90

Trama
Lucrezia Jacobellis dei baroni di Monteluco vive da qualche anno a Roma, dove conduce un’esistenza riservata, divisa fra l’insegnamento e le visite alla sua affezionata cugina Eleonora, suo unico legame familiare e punto di riferimento. Ma su questa vita in superficie tranquilla gravano i fantasmi di un passato da cui la baronessa non riesce ad affrancarsi e un antico, tormentato amore che, inatteso, riappare in un giorno d’autunno. Attraversando i rivolgimenti politici del primo Novecento, sarà proprio l’amore nelle sue molteplici forme – per gli altri, per gli uomini della sua vita, per Dio e, infine, per se stessa – a dare a Lucrezia la forza per superare gli scrupoli, affrontare dolore e sciagure, e rompere convenzioni e obblighi imposti dalla società, fino a ritrovare consapevolezza di donna e quel senso di pacificazione interiore che soltanto le distese dei campi della sua terra e il verdeazzurro del mare in passato avevano saputo infonderle. Ambientato fra Roma, Puglia e Basilicata, il romanzo allude a una delle forme storiche di oppressione della donna, nella quale tuttavia è sempre viva la spinta a recuperare la propria identità originale senza alcuna ipoteca culturale.

Marisa Di Bello è nata a Pisticci (MT) e vive a Bari dove si è laureata e ha insegnato negli istituti superiori. Iscritta all’albo dei giornalisti pubblicisti di Puglia dal 1981, ha collaborato con rubriche e inchieste a diverse testate nazionali e locali tra cui Cosmopolitan, Noi Donne, NelMese e con l’emittente Radionorba. Attualmente collabora a un giornale online. Ha pubblicato precedentemente il libro inchiesta Le Ragazze degli anni Ottanta (Levante Edizioni) e il romanzo La Badessa di San Giuliano (Besa), vincitore nel 2013 del concorso letterario nazionale “Autori & Editori” di Crova (VC).

Armilla Meccanica vol.1. Nel cielo di Fabio Carta



Titolo: Armilla Meccanica vol.1 - Nel cielo
Autore: Fabio Carta
Editore: Inspired Digital Publishing
Pagine: 300
Prezzo: ebook - € 2,99

Trama
Su una remota miniera extrasolare Geuse, un vecchio mek-operaio, giorno dopo giorno vede i frutti del suo duro lavoro sfumare a causa di una crisi economica senza precedenti, che coinvolge tutte le colonie della Via Lattea. Come molti altri medita di prendere ciò che gli spetta e di cambiare vita. Ma non è così facile. Ad anni luce da lì la Metrobubble, la capitale finanziaria della galassia, è stravolta dallo slittamento temporale tra sistemi planetari, dai disordini e dalle rivoluzioni. Ora a regnare è un feroce dittatore che si fa chiamare Meklord. I nativi del pianeta, i queer, gli fanno guerra per quanto possono, mentre attendono l'aiuto della Terra o di chiunque avrà il coraggio di sfidare per loro le maree del tempo e le armate meccaniche del tiranno. Un liberatore, un pirata, un avventuriero… o anche solo un semplice operaio.

«Qualcuno dei critici mi ha rivolto, sia pure affettuosamente, l'accusa di essere uno scrittore "schivo", "solitario", "quasi sdegnoso". Chi non mi conosce può pensare che io sia una specie di orso o un istrice. Non è affatto vero. Ritengo invece di essere un tipo socievole e amante della buona compagnia. Mi piace soltanto lavorare in silenzio. Proust dice che un libro è figlio del silenzio».

Nino Buccellato. Opere complete. Testi editi e inediti

Titolo: Nino Buccellato, Opere complete. Testi editi e inediti
Introduzione di Alessandro Zaccuri
Editore: Marietti Editore - 9 dicembre 2021
Pagine: 544
Prezzo: € 42,00

Nino Buccellato (Castellammare del Golfo, Trapani, 1915 – Roma 1983), poeta, scrittore, insegnante, giornalista, è stato rettore e preside dei Convitti nazionali di Stato, segretario particolare in vari Ministeri e sindacalista.
Laureato in Letteratura italiana con Natalino Sapegno su Giovanni Verga e il verismo, mostra avversione per il fascismo e viene periodicamente richiamato perché non partecipa alle adunate. Sottotenente dell'Esercito, allo sbarco degli Americani in Sicilia viene condotto in Africa per una prigionia che dura due anni: Biserta, Chanzy, Orano, Casablanca.
A Biserta un compagno gli regala la Fedra di D'Annunzio nell' edizione Treves sui cui margini scrive a matita il suo diario. Nel campo di prigionia di Fedala, in Marocco, dà vita con altri prigionieri a un'associazione di Azione Cattolica che organizza conferenze e corsi scolastici per i soldati.
Narratore sulle terze pagine di molti quotidiani (dal Giornale d'Italia alla Nazione, da Roma al Giornale di Sicilia), lavora per otto anni alle relazioni culturali del Ministero degli Esteri, attività che gli consente di viaggiare in tutto il mondo.
Nel 1953 pubblica da Macchia il volume di racconti Il vulcano non si spegne. Seguiranno la raccolta di poesie Le soste (Vallecchi, 1966), definite da Ungaretti "notevoli" e tradotte anche all'estero, e Uomo di terra (De Luca, 1975). Dopo la pubblicazione del primo libro Nino Buccellato riceve l'incarico di prepare soggetti cinematografici per due sue novelle, ma nonostante la disponibilità di Eduardo De Filippo ad accettare il ruolo di protagonista, l'impresa non avrà compimento, così come l'adattamento di Scurpiddu di Capuana, commissionato dall'Istituto Luce, e di un Carosello per la Regione Siciliana. Realizzerà comunque tre documentari in cinema-scope e a colori. Nel 1979 riceve dal Presidente della Repubblica la medaglia d'oro al merito della cultura.
Alessandro Zaccuri, giornalista e scrittore, è inviato speciale del quotidiano Avvenire. Ttra le sue pubblicazioni recenti Nel nome (NN 2019), Parole nella notte (San Paolo 2020) e La quercia di Bruegel (Aboca 2021).

Piccolo elogio della non appartenenza. Una storia istriana di Michele Zacchigna




Titolo: Piccolo elogio della non appartenenza. Una storia istriana
Autore: Michele Zacchigna
Postfazione di Paolo Cammarosano
Editore: Marietti Editore - 2 dicembre 2021
Pagine: 64
Prezzo: € 8,00

Racconto di una storia istriana, questo memoir assume la prospettiva individuale di un cucciolo dell’esodo che si è visto consegnare il peso di una memoria affidata al rimpianto e al rancore.
Le parole tracciano un percorso di emancipazione dalle tentazioni identitarie e dal loro carattere puramente accidentale. È, infatti, il corpo morto della madre, più che la terra perduta, a restituire nuova e forse inattesa consapevolezza al senso dell'appartenenza. E a rendere possibile, per la memoria e per la storia, «un approdo diverso».

Michele Zacchigna (1953 – 2008), originario di Umago d'Istria, è stato per anni insegnante di Storia e Filosofia nelle scuole secondarie superiori, prima di approdare all’Università di Trieste come ricercatore di Storia medievale. Nel 2005 è entrato nel Direttivo del Centro Europeo Ricerche Medievali. Autore di numerose pubblicazioni di carattere scientifico, il Piccolo elogio della non appartenenza è la sua unica opera narrativa.



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