«La paura è rimanere nella prigione dell’oscurità, mentre la speranza è affrontare il mondo con tutte le sue incertezze e le sue sfide, uscire dal buio per tendere alla salvezza. Osando e rischiando. Buttandosi, a volte con un po’ di follia.»
Un romanzo autobiografico che attraversa frontiere geografiche e interiori. La voce di Parnian, ingegnera iraniana e donna migrante, ci guida in un viaggio che intreccia dolore fisico e nostalgia, memoria e resilienza, radici perdute e orizzonti conquistati. Le pagine ricompongono, come in un mosaico, le tessere di una vita che ha attraversato la storia recente dell’Iran: la Rivoluzione islamica, la guerra, le pressioni del regime e il grido di libertà delle donne. Dall’infanzia a Teheran sotto le bombe all’adolescenza con il velo, dalla perdita del padre – guida spirituale e faro intellettuale – fino al dottorato e alla rinascita in Italia: una donna cucita tra due civiltà, dove ogni dolore diventa arte e ogni frammento un tassello di rinascita.
Francesco Laveneziana è il sindaco di Carovigno, al quale non bastano il sole e il mare del suo paese per sentirsene parte felice: lui vuole abbattere i confini culturali della tradizione ferma su se stessa, innovare quest’ultima trovando punti di contatto con altri comuni e costumi, attraverso una rete di pensiero da tessere insieme agli altri sindaci di Puglia. Questo percorso ideale si fa viaggio in una regione non più resiliente ma reazionaria, un viaggio che comincia là dove era terminato nel primo capitolo di questa saga. Tra le righe aleggia l’inquietudine di chi non si accontenta e finisce per dubitare di se stesso, perché questa terra del Sud è sì bella ma anche manipolatrice, è una prigione capace di farti sentire la sua mancanza quando ne sei fuori. Un’apocalisse interiore che alla fine trasforma i virtuosi nei soliti viziati.
Aurora Contiro, capitano
di fregata della Marina Militare Italiana, conduce un’esistenza
regolata dal dovere e dalla disciplina. Ma tutto cambia durante
un’operazione di salvataggio nel Mediterraneo, quando incontra
Jamal, giovane egiziano in fuga da una persecuzione religiosa. Un
gesto eroico li unisce, un secondo incontro sconvolgente li avvicina
irrimediabilmente. In una notte sospesa tra paura e desiderio, i due
si lasciano travolgere da un’intimità inattesa e struggente.
All’alba, restano solo le conseguenze.
Divisi dagli eventi della vita, Aurora e Jamal attraverseranno vicissitudini emozionanti, tra Europa, Africa e Oceano Indiano.
Buon vento, amore mio è una storia intensa e attuale che parla di rinascita, fragilità, coraggio. E del potere salvifico dell’amore, quando riesce a trovare la breccia anche nei cuori più corazzati.
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