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Recensione a confronto: "ORBETH - L'oscura minaccia" di Marco Perrone


Titolo: "Orbeth - L'oscura minaccia" ( primo romanzo della trilogia di "Orbeth")
Editore: Narcissus
Genere: Dark Fantasy
Pagine: 517 
Anno di pubblicazione : 2014
Sito Ufficiale di Autore e Opera: www.marcoperrone.onweb.it
Trama: Ci troviamo nel continente di Orbeth, stroncato da un lungo e sanguinoso conflitto tra i popoli del nord e gli invasori meridionali. Quando lo scontro ha finalmente un epilogo, la pace consecutiva al rientro viene presto eclissata da un nuovo, oscuro PERICOLO...assai più letale della guerra stessa.

Un mondo ostile, dai toni gotici, con un forte afflusso di elementi espliciti, ispirati all' horror più magistrale, fa da sfondo a questa prima scena di una TRILOGIA che, coi suoi poliedrici aspetti, i suoi ben tarati elementi fantasy, e l'ampia presenza di personaggi, ognuno con le sue peculiari caratteristiche e i propri sentimenti, sa appassionare i lettori, immergendoli in un'esperienza che segna profondamente il loro spirito creativo.
Palpabile senso di pericolo, intensa narrazione con suggestive sequenze descrittive, nascita di forti legami, tanti colpi di scena, e molto altro ancora, in questo imperdibile scritto, tutto da gustare.

Cosa ne pensa Arianna:
“Orbeth – L’oscura minaccia” è il primo capitolo di una trilogia affascinante, che coinvolge sin dalle prime pagine. L’incipit si apre mentre il nostro protagonista Malcus, eroe di Werlin e nemico di Rinfold, si trova proprio dentro la cattedrale della città di Rinfold alla prese con un’orrida creatura che chiaramente lo sta per uccidere. E a questo punto la storia si interrompe bruscamente per tornare indietro di tre mesi quando Malcus, al comando di un imponente esercito, dichiara la sua vittoria schiacciante sui rinfoldiani e si mette in marcia per tornare nella sua città e dal suo re a Werlin. I nemici si sono ritirati oltre i confini, le perdite sono state minime e tutti sono felici. C’è solo un piccolo inconveniente: un nomade, che si è macchiato dell’omicidio di quello che per tutti era un innocente, narra di un paesino dove gli abitanti sembrano essersi trasformati in un branco di umanoidi invasi dal desiderio di uccidere chiunque. Malcus non crede al nomade Raek e non si preoccupa eccessivamente, cosa potrà mai fare un piccolo paese di pastori contro un esercito di diecimila unità? Ma non è l’unico mistero: la flora del regno sembra improvvisamente essere stata invasa da fiori vermigli, simili a tulipani. Come sono arrivati nelle loro terre? E come si collegano con le recenti stranezze?
Il romanzo narra la storia di Malcus e dei suoi soldati, costretti a essere perennemente vigili e attenti, mentre rientrano  in patria e vedono la loro terra stravolta, cambiata da qualcosa che sembra indistruttibile ma soprattutto onnipresente. I capitoli si leggono con facilità e scorrono velocemente uno dopo l’altro fra battaglie, sangue, mostri, esperti di alchimia e piromanzia. Il ritmo della narrazione è veloce, abbastanza rapido da tenere il fiato sospeso, ma abbastanza lento da descrivere i dettagli dei combattimenti, da far capire cosa stia succedendo e quali siano le strategie di battaglia. Non manca la componente femmile, come Jean, ragazza nomade che si unisce all’esercito per la sua bravura con l’arco e sorella di Raek.
Lo stile è davvero piacevole e si contraddistingue per la sua originalità e per la forte componente poetica. Il lessico è ricco e variegato, a tratti desueto, ridondante, ma mai spigoloso, le frasi sono brevi e curate e già dopo i primi capitoli ci si adatta facilmente a questo stile particolare e personale. Nonostante le scene d’azione, l’autore riesce a trovare il giusto equilibrio tra le descrizioni  dei paesaggi, l’intreccio della trama, le imprese dei suoi personaggi, le lotte cruente e le lunghe marce, c’è anche spazio per una piccola storia d’amore. La trama è sicuramente uno dei punti di forza del libro, ci sono vari momenti intensi alternati ad altri più tranquilli. Un aspetto negativo è l’assenza di legami fra i personaggi e il mancato approfondimento di quei pochi che si vengono a creare.
Consigliato a chi cerca un fantasy originale , con un finale davvero sconcertante che lascerà abbastanza curiosità e ansia per il seguito.


“Poi fu come lo scoppio di un tuono, sibilante e celeste, nel nero plumbeo di una nube temporalesca. La rapidità degli eventi, l’assenza del filo logico che li evolvesse e la drammaticità con la quale precipitarono frantumò il tempo stesso, condensandolo in una miriade di cruenti flash.”


3 CUORI E MEZZO!!
                                                       

Cosa ne pensa Mariangela:
Personalmente il fantasy non è il mio genere letterario preferito, ma essendo un amante dell'horror gotico, ho notato subito che Marco Perrone è riuscito a saldare insieme questi due generi in un modo davvero accattivante, che mi ha conquistato dalle prime pagine. Innanzitutto, e questo è un elemento non scontato, non si tratta di un fantasy popolato da vampiri e streghe, come ci si aspetterebbe. Ho trovato infatti davvero originale l'idea del Rim, questa " semenza oscura" che tutto distrugge, e che si innesta nel corpo umano... ma non voglio svelarvi troppo di questa invenzione dell'autore!
Anche i personaggi sono estremamente ben delineati: Jean, Raek, Malcus, per citarne alcuni, vengono descritti con tanta cura, che sembra quasi di conoscerli personalmente. Da non amante delle battaglie, mi sono dovuta ricredere: ho apprezzato la descrizione dei combattimenti, lo stile narrativo ricercato, a tratti poetico, che ti catapulta in un'epoca fiabesco-cavalleresca, facendoti immaginare un vero e proprio mondo parallelo, con tanto di mappa, altro elemento originale che mi ha molto colpito. Che aggiungere? bravo a Marco Perrone, che con la sua saga ha dimostrato di non aver nulla in meno di famosi autori fantasy...
Lo consiglio a tutti i lettori, amanti del fantasy e non, che hanno voglia di una lettura travolgente, ricca di suspance e che alla fine ti lascia con la smania di leggere il prima possibile il secondo capitolo!




                                                                                             Arianna e Mariangela

Commenti

  1. Colgo l'occasione per ringraziare Arianna e Mariangela, in concomitanza con l'intero staff di "Italians do it Better " , per aver colto col loro lavoro, puntiglioso e professionale, gli aspetti più intimi e profondi della mia trama.
    Mi inchino alla vostra capacità di analisi e alla sincera disponibilità da parte di vere amanti della lettura che seppur, come ammesso dalla stessa Mariangela, non simpatizzanti per il genere specifico, hanno saputo apprezzare al meglio i contenuti che mi hanno spinto a scrivere l'esordio di questa Trilogia.

    Un enorme grazie e un abbraccio tutto per voi da parte mia.
    Siete un vero esempio di critica da seguire per portare la nostra produzione locale, splendida ed eterogenea, a rivaleggiare con i famosi titoli esteri.

    Marco Perrone

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