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Recensione: PIETRA E' IL MIO NOME di LORENZO BECCATI

Scheda tecnica: 
Titolo: Pietra è il mio nome
Autore: Lorenzo Beccati
Pagine: 320 pag
Editore: Nord

Trama: Genova, 1601. La chiamano la Tunisina. La disprezzano. La temono. Ma è a lei che i genovesi si rivolgono se hanno bisogno d’aiuto. Perché quella donna sfuggente è una rabdomante: sa ritrovare gioielli rubati, persone scomparse; riesce a smascherare ladri, truffatori e assassini. Tutti credono sia la custode di un potere arcano; in realtà, il potere di Pietra sta nella sua mente acuta e nella dolorosa consapevolezza che il mondo degli uomini non ammetterebbe mai di essere inferiore a una semplice donna.
Questa volta, però, l’incarico che attende Pietra è diverso da qualsiasi altro. Mentre Genova è in preda alla frenesia del carnevale, viene ritrovato il cadavere di una giovane, massacrata a morte e, lì accanto, c’è una bacchetta da rabdomante che sembra indicare Pietra come autrice del delitto. Per dimostrare la propria innocenza, Pietra inizia quindi a indagare e, ben presto, si rende conto che quell’omicidio sta riportando in superficie antichi e terribili rancori. Adesso per Pietra è giunto il tempo di affrontarli, di risalire alla sorgente nascosta del male. Prima che l’assassino torni a colpire. Prima che l’assassino torni per lei…
Con una prosa elegante ed evocativa, Lorenzo Beccati ci trasporta tra i carruggi di una Genova inedita e sorprendente, tratteggiata attraverso gli occhi di Pietra, una donna fragile come la speranza e salda come una roccia, contro cui s’infrangono superstizioni e pregiudizi, intrighi e vendette.

La mia visione d'insieme:

Il titolo del romanzo è il mantra della protagonista, ella lo lascia a chi viene a contatto con lei per rammentare loro il suo nome. Pietra viene chiamata da tutti "la Tunisina" per aver vissuto in nord Africa con i genitori adottivi, viene disprezzata ma allo stesso tempo avvicinata da molti per il suo potere. Da bambina Pietra ha fatto credere di essere una rabdomante e questa è diventata la sua croce.

Il vero potere di Pietra, infatti, è solo l'arguzia ma per una donna ai primi del 1600 è più facile nascondere tale dote dietro una forcella o bacchetta di legno.

Siamo a Genova, durante le celebrazioni del Carnevale e strani omicidi avvengono ai danni di giovani donne. Pietra si trova invischiata nelle indagini finchè non capisce il nesso tra le vittime, il suo obiettivo è impedire che altre muoiano, ci riuscirà?

Il romanzo è ricco di episodi in cui il "potere" di Pietra è stato utilizzato e così numerosi sono i ricordi del suo passato, dall'infanzia fino a pochi anni prima.

In parallelo vi è la storia di Marcus, un energumeno che fa da rematore volontario sulla Galea Capitana e non si capisce a che pro, se non alla fine.

In questo romanzo vale la regola di non badare alle apparenze perchè la persona per bene, magari è l'orco così come l'ingenua e inerme è invece fatale col suo tocco.

Diciamo che il finale è una mezza sorpresa, qualche sospetto viene durante la storia ma, di certo non si immagina la realtà dei fatti.

Un libro interessante, anche se certi spunti sembrano dispersi qua e la senza un fine.  I capitoli brevi, seppur inframmezzati da numerosi flashback, rendono la lettura scorrevole.

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