c'è posta per noi

C'è post@ per noi... #465

1/30/2022


Buona domenica lettori!
Pronti per un nuovo appuntamento con le segnalazioni?



UN INTENSO COLORE VIOLA
di Andrea Costantini
Nero Press Edizioni | Insonnia | 324 pagine
cartaceo €15,00
18 novembre 2021 | link Amazon


Estate 1993. Montecorvo, una minuscola località di villeggiatura sul lago Maggiore, viene scossa dalla scomparsa di un ragazzino durante un’uscita in barca. Il tredicenne Marco, in piena crisi adolescenziale, va alla ricerca di se stesso proprio nelle acque di quel lago, dove – narra una leggenda – si nasconde una strega, sempre pronta a trascinare con sé, sul fondo, pescatori e bagnanti. Così, mentre Marco e i suoi amici cercano di scoprire cosa sia accaduto davvero al ragazzo scomparso, appare subito chiaro che, in paese, molti segreti devono essere portati allo scoperto. E cos’è quella luce viola sul fondo del lago?




IL CAMPO DEI GIGANTI
di Giorgio Galeazzi
Nero press Edizioni | Intrighi | 282 pagine
cartaceo €15,00
18 novembre 2021 | link Amazon


Estate del 51 a.C. Mentre ormai la campagna di Cesare in Gallia volge al termine, il tribuno Marco Valerio Corvino intraprende, in compagnia dell’inseparabile servo Tito, una lunga e perigliosa marcia attraverso le Alpi per tornare in Italia. Ma un imprevisto lo costringe a una sosta nel piccolo regno dei Salassi, nazione fiera e indipendente, eppure legata a Roma da un rapporto di ambigua ammirazione. Qui Marco Valerio si imbatte nella generosa e bizzarra ospitalità di Trebonio, un ricco imprenditore minerario romano che sembra aver trovato un’intesa quasi perfetta con i barbari. Ma proprio la sera del suo arrivo Trebonio muore a seguito di quello che appare un banale, per quanto tragico, incidente, lasciando sole la moglie e la figlia. Nella loro seconda indagine Marco Valerio e Tito sono di nuovo alle prese con chi vuole calpestare la giustizia e nascondere la verità. Ma l’acume di Marco Valerio porterà immancabilmente alla luce un intrico di conflitti in cui a motivi ideologici si mescolano interessi politici e impensabili ragioni personali sullo sfondo di un luogo inquietante, che tutti chiamano il Campo dei Giganti.



DOVE ARRIVANO LE OMBRE
di Daniele Picciuti
Nero Press Edizioni | Insonnia | 278 pagine
cartaceo €15,00
18 novembre 2021 | link Amazon


Nina ha un lavoro umile, un marito violento e un passato difficile. Quando, dopo l’ennesima vessazione, si ribella e uccide Iulian, decide di fuggire per far ritorno a Bormio, suo paese di origine, dove sa di trovare l’unica parente ancora in vita che può aiutarla, zia Gerda. Ma lo spirito di suo marito non sembra rassegnarsi e torna dall’aldilà per perseguitarla. Così la fuga di Nina si costella di morti lungo la strada e, una volta a destinazione, scoprirà che non è un caso se Iulian è tornato. Il passato di Nina affonda le radici in una stirpe di streghe chiamate Aganis e in un mondo fatto di Ombre, Confinati e Benandanti. Per Nina è l’inizio di un viaggio che la porterà verso un destino dal quale non c’è via di fuga.



PERSEPHONE X
di Antonio Costantini
Aristea | Nuovi mondi | 320 pagine
cartaceo €16,00
13 dicembre 2021 | link Amazon


Gli alieni sono alle porte, il sistema solare è in pericolo! E chi può salvarlo, se non tu?
Guida la tua squadra e pilota la tua astronave, in un'avventura che ti condurrà fino alle soglie del misterioso, ultimo pianeta: Persephone X.
Questo è un librogioco: si legge come un libro, si gioca come un gioco. Fa’ le tue scelte e vivi la tua avventura nel ruolo di protagonista.




Alla prossima


Amaranth

Recensione: ELENA DI SPARTA di Loreta Minutilli

1/28/2022

Ero tutta corpo, esattamente come mi avevano voluta.

Titolo: Elena di Sparta
Autore: Loreta Minutilli
Prima edizione: Baldini + Castoldi - 28 febbraio 2019
Pagine: 189
Prezzo: cartaceo - € 17,00; ebook - € 9,99

Trama

Quando, dopo dieci anni e dopo il famoso assedio di Troia da parte dei Greci, Elena viene riportata in patria, Menelao ha solo una domanda da farle: perché? Perché ha deciso di scatenare una guerra? La risposta di Elena è semplice. Le sembrava l'unico modo per dimostrare a tutti l'esistenza di Elena di Sparta, l'unico modo che aveva di essere ascoltata. «Racconta, all'ora», le dice Menelao. Ed Elena comincia a raccontare. Fin da piccola l'idea di essere considerata una dea le era parso qualcosa di grandioso, presto quella pura illusione si infrange. Teseo la rapisce e la stupra, quando Castore e Polluce, suoi fratelli, vanno a riprendersela viene data in sposa a Menelao e diventa la regina di Sparta. Ma Elena non si accontenta e decide di fuggire con Paride verso Troia, città in cui le donne contano quanto gli uomini, in cui possono scegliersi i mariti. Presto però si rende conto che anche lì il suo parere non è richiesto. Elena racconta non per ammettere colpe né per giustificarsi. Non vuole essere compresa o perdonata, lo fa perché la sua storia, quella di una donna prigioniera del proprio corpo o identificata con esso agli occhi degli uomini, possa infine uscire dalle sue viscere e trovare pace.

***

Fin dal suo primo vagito Elena ha un solo destino: essere bella. La bellezza, un dono che attribuiscono alla sua natura divina, e gli ungenti per curarla sono tutto ciò che le viene concesso.
Elena è una bambina non ha motivo di preoccuparsi o di sentire una mancanza. Quando viene rapita e violentata da Teseo, però, il mondo le si fa incontro nella sua terribile e incomprensibile immensità.
Il suo corpo diventa, per la prima volta, fonte di dolore e risveglia in lei l’urgenza di capire, di raggiungere il potere che le permetta di determinarsi.
Ma Elena è ancora giovane: non ha ancora i mezzi per riconoscere la libertà, per comprendersi. Decide, però, di agire, di non essere inerme davanti all’inevitabile, di cogliere l’occasione.
Minutilli le dona, infine, una voce e, soprattutto, la volontà di essere qualcosa di più di un corpo che, comunque, non disprezza. La mia impressione è, però, che anche nel suo romanzo Elena rimanga il corpo attraverso cui sviluppare un discorso che si moltiplica negli altri personaggi femminili.
Finalmente Elena racconta la sua storia, ma gli eventi sono per lo più quelli noti: mancano descrizioni ed episodi che la liberino definitivamente.
Nell’evidenziare un ritmo e uno stile narrativi poco uniformi si deve tener presente che Elena di Sparta è l’esordio letterario di Minutilli, la cui penna mi ha colpito comunque positivamente.
E positivo è anche il mio giudizio quando affermo che questo romanzo non è soltanto (o non è affatto) la storia di Elena. È piuttosto un discorso intorno al corpo delle donne e alla colpa ancestrale che al loro corpo è attribuita.
Elena è prigioniera della propria bellezza, una caratteristica che viene ritenuta più che sufficiente perché possa avere un valore. Un valore che per una principessa è un buon matrimonio e per Elena significa anche un peso politico che giustifichi una guerra.
Non sono libere le altre donne: non la sorella Clitemnestra, gioiosa di quella poca azione concessale prima di legarsi a un matrimonio infelice, e non le donne troiane, le quali possono uscire a piacimento dal palazzo reale e scegliere chi sposare.
Fino a che. 
Ma non c’è bisogno di arrivare all’apice della tragedia per scorgere, attraverso gli occhi e i pensieri di Elena, i limiti delle possibilità concesse a una donna. Sebbene le condizioni femminili nell’Antica Grecia siano conosciute proprio per la subalternità all’uomo e una generale oggettificazione quale bene accessorio della casa, non mi sembra inverosimile che qualche donna fosse insofferente e aspirasse a maggiori libertà e riconoscimenti.
D’altra parte, è innegabile che il discorso sia animato da una certa attualità: il legame tra corpo femminile e diritti rimane tristemente attuale. Non è difficile constatare che molta strada resta da fare.
Il romanzo di Minutilli accenna a numerosi nodi attualissimi che, sviluppati ulteriormente, gli avrebbero consentito di raggiungere le proprie potenzialità.

Non riuscivo a essere attratta dal corpo di un’altra persona 
al punto di volerlo toccare e stringere
e mi chiedevo se esistesse un mondo
in cui le mie sensazioni fossero normali e accettabili.

Elena di Sparta è, comunque, una lettura interessante, che può però trarre in inganno coloro che si aspettano di immergersi nella Grecia omerica. Chiarito che è proprio questo l’aspetto messo in secondo piano da Minutilli e scesi a patti con la mancanza di una suddivisione in capitoli, è un romanzo che mi ha coinvolto e che consiglio.





Einaudi

Recensione: Romanzo di un naufragio - Pablo Trincia

1/25/2022


ROMANZO DI UN NAUFRAGIO
di Pablo Trincia
Einaudi | Stile Libero Extra | 256 pagine
ebook €9,99 | cartaceo €17,50
11 gennaio 2022 | scheda Einaudi

Dall'autore di "Veleno". La Costa Concordia, la più grande nave passeggeri ad aver mai fatto naufragio. Una vicenda gigantesca che racchiude centinaia di storie: storie di coraggio e di viltà, di vite spezzate e di imprevedibili nuovi inizi. Un secolo esatto dopo l'affondamento del Titanic, la punta di diamante della flotta di Costa Crociere percorre il Mediterraneo in senso antiorario. A bordo, più di quattromila persone di 64 nazionalità diverse. Ci sono coppie in viaggio di nozze, famiglie riunite per una ricorrenza, persino un gruppo di parrucchieri che deve partecipare a un reality. E oltre mille membri dell'equipaggio, molti dei quali provenienti da Paesi poveri e lontani. La sera del 13 gennaio 2012 – quella in cui la Concordia urta degli scogli vicino all'isola del Giglio, finendo sotto gli occhi del mondo intero – ha segnato le esistenze di tutti loro. Pablo Trincia racconta lo splendore del divertimento a bordo e il trauma dell'impatto, lo smarrimento e la lotta per la sopravvivenza. Conflitti e alleanze generati da una tragedia ricostruita attraverso testimonianze uniche, come quella dei sommozzatori che si sono addentrati nei vani spettrali della nave, trovando un universo sommerso di valigie, scarpe, lenzuola, corpi. Come quella degli abitanti del Giglio, che hanno visto una folla di disperati riversarsi sul loro piccolo molo e, per accoglierla, hanno aperto senza esitazione le porte delle proprie case. «La balena d'acciaio dentro la quale camminavano si stava deformando e sembrava potesse collassare da un momento all'altro. Ogni ora che passava si assestava di qualche centimetro, come per ricordare a tutti che era ancora viva. Tuttavia le operazioni non potevano fermarsi, i sommozzatori dovevano spingersi sempre più dentro e scendere sempre più a fondo. Avevano i nervi tesi, le mascelle serrate, il cuore a mille, gli occhi pronti a individuare in ogni momento una via di fuga. Più avanzavano, più sapevano che scappare da lì avrebbe richiesto minuti interminabili. Un tempo che nessuno avrebbe avuto».

La mia recensione
Ci sono episodi che segnano inevitabilmente la vita di tutti noi e diventano un post it, un promemoria di quell’esatto momento in cui accadono. Dove ero l'11 settembre 2001 quando due aeri colpivano le Torri Gemelle? Cosa stavo facendo il 6 aprile 2009 quando il terremoto scosse L'Aquila? Cosa il 13 gennaio 2012, ore 21:45 quando la Costa Concordia urtò uno dei tre scogli delle Scole, davanti all'isola del Giglio, strappandolo dalla sua sede naturale e portandolo con sé, finendo spinta dal grecale, dalle correnti, dal fato o dal "dito di Dio" a naufragare a pochi metri dall'isola, adagiandosi sempre di più su un fianco. 10 gradi, 20, 30, 35, alla fine saranno più di 90 gradi. Sapete cosa vuol dire? Che i pavimenti diventano pareti, le porte botole, i corridoi pozzi profondi che non danno scampo, le finestre lastre pronte a rompersi in ogni momento, si è costretti a camminare nell'angolo tra la parete e il pavimento, pochi centimetri che possono significare la salvezza o l'abisso. Cosa stavo facendo quando 4229 persone a bordo di una delle navi da crociera più belle, grandi e rinomate al mondo, passavano dalla spensieratezza di una vacanza al terrore di un qualcosa che nessuno avrebbe potuto pensare potesse accadere ancora, oggi, negli anni 2000? Io ricordo che quella sera, prima di andare a letto, avevo messo SkyTg24 e avevo letto un sottopancia, un'ultima ora: "NAVE PASSEGGERI IN BLACK OUT". Non ricordo se venisse specificato il luogo, ma una cosa ricordo bene, la giornalista che leggeva la nota allegata alla notizia "è solo un black out elettrico, non ci sarebbe pericolo". Lo ricordo bene, perchè ho pensato che non mi pareva questa gran notiziona, sarà capitato altre volte un black out su una nave. La mattina accendo la tv mentre preparo la colazione e il "semplice" black out elettrico era diventato uno dei più gravi incidenti marittimi della storia italiana. 

Pablo Trincia, già autore di Veleno, ripercorre la vicenda del Naufragio della Costa Concordia, parlando con chi in quelle ore era sulla nave, come passeggero, ma anche in qualità di personale di bordo, o a Giglio Porto e nel nero della notte ha visto quel grattacielo galleggiante avvicinarsi così tanto alla loro isola da poterlo quasi sfiorare, lo ha visto accendersi e spegnersi come una lucina di Natale e poi fermarsi e piegarsi sempre di più. Il racconto parte dalla casualità, o dal destino, di un giubbotto di salvataggio che dopo 4 anni in mare è approdato a pochi passi di chi su quella nave aveva sperato di passare qualche giorno spensierato e aveva invece trovato la paura e la perdita. Continua con la storia di una speranza, quella di Alexander Udhayakumar che da un paesino indiano era riuscito a farsi assumere dalla Costa Crociere, vitto e alloggio garantiti, uno stipendio con cui aiutare la famiglia a casa e poi i viaggi, la gente sempre nuova. Una vera svolta! E ancora la famiglia di Misano Adriatico che può finalmente avere qualche giorno di pausa dai pensieri quotidiani; chi è salito a bordo per festeggiare i 50 anni di matrimonio, chi è un abituè della Costa e vuole fare un ultimo viaggio prima che... . Tante storie, tante vite, che per un motivo o per l'altro, a volte puramente per sorte, erano su quella bella nave quella notte di gennaio. 

Naturalmente di questa terribile vicenda si è parlato in lungo e in largo, nel momento del fatto, ma anche dopo, per le vicende giudiziarie che hanno portato alla condanna del Comandante Schettino e per la colossale opera di recupero e spostamento della nave. Ma leggere questo libro è stato qualcosa di diverso, come se per la prima volta osservassi veramente da vicino questa storia, in ogni suo aspetto, in ogni suo momento. Pablo Trincia è bravo a tenere la tensione del racconto e a presentare al lettore tutte le sfaccettature della vicenda, portandolo a farsi una propria idea e non imponendo la sua. 

Naturalmente i racconti dei sopravvissuti o le storie di chi purtroppo da quella nave non è uscito sono le parti più forti del racconto, sono voci che ti restano in testa, un po' come le trascrizioni delle telefonate o delle registrazioni del Vdr di bordo. Tutti ricordiamo quel "salga a bordo, cazzo" urlato del capitano De Falco. Ma quello che mi ha fatto più rabbia, che proprio non mi è andato giù, sono le bugie, continue, reiterate, sempre più gravi, che si sommavano, si affastellavano una dopo l'altra, che sembravano andare di pari passo con l'inclinazione della nave, creando un baratro sempre più terribile, da cui non ci sarebbe stata salvezza. Ad un certo punto sono talmente assurde, talmente enormi, un vero e proprio negare l'evidenza, che ti ritrovi ad urlare letteralmente "Dai l'allarme generale, cazzo!". Sei fischi seguiti da un settimo più lungo... questo sarebbe bastato per salvare Dayana di soli 6 anni e suo padre; sei fischi e un settimo più lungo, premere subito quel pulsante, non dopo oltre 50 minuti dall'impatto con quello scoglio, dovuto alla leggerezza di un Comandante, ad una manovra che non andava fatta, ad un favore inutile al maitre. 50 minuti quando in questi casi 1 solo minuto può significare vivere o morire, 50 minuti in cui si è negato sempre e comunque che ci fossero problemi, che la nave stesse affondando. Nonostante il sopralluogo degli elettricisti di bordo che avevano chiaramente detto e ripetuto che era tutto sott'acqua; nonostante le chiamate dei passeggeri ai carabinieri sulla terra ferma che chiedevano disperatamente di salire sulle scialuppe...

"Avete già indossato i giubbotti?"
"No, alcuni non ce l'hanno, eravamo a cena... Non vogliono mettere a terra le scialuppe... ci sono tanti bambini a bordo... potete sensibilizzare la Concordia e dirgli di tirare giù le scialuppe? 'sta nave se sta a piega sempre de più! Non ci reggiamo più in piedi, non ci reggiamo più in piedi! Non vogliono calare le scialuppe!"

Nonostante fosse chiaro a tutti che quella nave era spacciata. Bugie su bugie. 

Non sono riuscita a staccarmi dalle pagine di questo libro neanche per un minuto, tanto è vero che l'ho letto tutto in una giornata. Mi ha lasciato un magone strano, sicuramente un senso di ingiustizia. Non dal punto di vista processuale, una condanna c'è stata anche se non i 27 anni richiesti. No l'ingiustizia sta altrove. Sta in quei sei fischi seguiti da un settimo più lungo dati con un vergognoso ritardo, dati troppo tardi per salvare tutti, dati quando la nave era talmente inclinata che l'unico modo per salvarsi era una biscaggina, una scaletta di corda, che correva lungo la fiancata e poi precipitava verso il mare per 50 metri, da fare da soli, con le proprie forze, al buio, con la paura di scivolare, di cadere, di non trovare i propri cari al porto. Questo libro ci parla di questo terribile e ingiusto ritardo, della follia umana che si è scatenata a bordo, una bestia disperata attaccata alla vita per esistere e tornare a casa, ma ci parla anche dei tanti casi di puro e semplice coraggio, un posto sulla scialuppa lasciato ad una mamma con due bambini piccoli, il vice sindaco del Giglio che su quell'inferno ci è salito controcorrente per coordinare i soccorsi, l'elettricista di bordo che ha continuato a fare avanti e indietro dalla nave al porto con una scialuppa per salvare più persone possibile. Atti di puro cuore che forse a volte davanti a questa enorme tragedia restano in secondo piano, ma ci sono. 

Voto



Alla prossima






Annie

Recensione: "Storia della bambina perduta" di Elena Ferrante (L'amica geniale #4)

1/21/2022


Titolo: Storia della bambina perduta 
Serie: L'amica geniale #4
Autore: Elena Ferrante
Editore: Edizioni E/O
Pagine: 451 pagine
Prezzo: € 19,50


TRAMA
Storia della bambina perduta" è il quarto e ultimo volume dell'"Amica geniale". Le due protagoniste Lina (o Lila) ed Elena (o Lenù) sono ormai adulte, con alle spalle delle vite piene di avvenimenti, scoperte, cadute e "rinascite". Ambedue hanno lottato per uscire dal rione natale, una prigione di conformismo, violenze e legami difficili da spezzare. Elena è diventata una scrittrice affermata, ha lasciato Napoli, si è sposata e poi separata, ha avuto due figlie e ora torna a Napoli per inseguire un amore giovanile che si è di nuovo materializzato nella sua nuova vita. Lila è rimasta a Napoli, più invischiata nei rapporti familiari e camorristici, ma si è inventata una sorprendente carriera di imprenditrice informatica ed esercita più che mai il suo affascinante e carismatico ruolo di leader nascosta ma reale del rione (cosa che la porterà tra l'altro allo scontro con i potenti fratelli Solara). Ma il romanzo è soprattutto la storia di un rapporto di amicizia, dove le due donne, veri e propri poli opposti di una stessa forza, si scontrano e s'incontrano, s'influenzano a vicenda, si allontanano e poi si ritrovano, si invidiano e si ammirano. Attraverso nuove prove che la vita pone loro davanti, scoprono in se stesse e nell'altra sempre nuovi aspetti delle loro personalità e del loro legame d'amicizia. Intanto la storia d'Italia e del mondo si srotola sullo sfondo e anche con questa le due donne e la loro amicizia si dovranno confrontare...


LA MIA OPINIONE
(Contiene spoiler sui volumi precedenti della serie)

Ormai mi conosco: quando mi avvicino all'ultimo volume di una serie, lo faccio sempre con prudenza e soprattutto molto, molto lentamente. Ecco perchè ho lasciato passare quasi un anno dalla lettura del terzo volume della serie, Storia di chi fugge e di chi resta, prima di avvicinarmi al libro finale di questa tetralogia.
Spinta anche dal bellissimo adattamento di Storia del nuovo cognome, andato in onda a Febbraio su Rai 1, quindi, ho deciso di terminare questa serie, consapevole che il distacco sarebbe stato difficile.

In questo quarto volume della serie l'aurice ci racconta la vita adulta di Elena e Lila.
La prima, ormai raggiunto il successo come scrittrice, decide di lasciare il marito per tornare a Napoli insieme a Nino Sarratore, l'amore della sua adolescenza con cui sente di avere davver una possibilità. Lila invece, dopo un periodo più che difficile, ha aperto la sua azienda insieme ad Enzo, il suo compagno, causando nel rione un piccolo terremoto e mettendosi in aperta contrapposizione con i fratelli Solara.
Quando Elena torna al rione insieme alle figlie per abitare nella stessa palazzina di Lila, le loro vite si intrecciano di nuovo, inevitabilmente, tornando ad incontrarsi e scontrarsi come quando erano ragazze, ma con i problemi e le responsabilità di due donne adulte.

Questo volume conclusivo della serie, Elena Ferrante ha deciso di scavare davvero fino alle radici dell'amicizia di Lila e Lenù, fino al più profondo del loro cuore. 
Le due amiche hanno anime simili ma allo sesso tempo contrapposte e continuano ad essere, anche da adulte, i due volti della stessa medaglia.
Quello che risula ancora più evidente, in questo romanzo, è il modo a volte silenzioso e a volte rude, aggressivo, in cui Lila influenza Elena, sotto ogni profilo. Alla fine, mentre Lila, nonostante i segni della vita che ha vissuto riesce con caparbietà e a volte forse anche con cattiveria a rialzarsi, Elena sembra solo una spettatrice della sua vita e sono molto spesso gli altri a prendere delle decisioni per lei.
E alla fine, nonostante i cambiamenti, le strade diverse e le distanze, questo legame d'amicizia resta indissolubile, un pensiero costante per Elena, di cui seguiamo il punto di vista.

Sullo sfondo di una Napoli bellissima ma allo stesso tempo ferita e di un'Italia che vive un momento storico più che complicato, leggiamo l'epilogo di questa storia, di questa amicizia lunga cinquant'anni e che è stata piena di segreti ma allo stesso tempo molto vera.
La capacità introspettiva della Ferrante è incredibile: i suoi personaggi sono imperfetti, hanno molte ombre, ma non per questo le loro vicende sono meno interessanti, anzi: non si pu fare a meno di voler scoprire tutte le sfaccettature dei personaggi che popolano questa storia, anche le più negative.

Nel complesso la lettura di questa saga è stata piena di alti e bassi, un po' come l'amicizia di Lila ed Elena. Allo stesso modo però è una di quelle serie alle quali non si può evitare di rimanere in qualche modo legati, che poi è quello che accade solo per i libri veramente belli.







Il dono del mare II

Recensione: Il dono del mare II - Laura Fiamenghi

1/18/2022

 

Titolo:
Il Dono del mare II
Autore: Laura Fiamenghi 
Casa Editrice: Self publishing
Data di pubblicazione: 4 Gennaio 2021
Pagine: 189 
Prezzo: 12,00€

Sinossi:
Sabine è un insegnante di yoga di una cittadina turistica. Segni particolari? Allegria a non finire e un Radar attira stronzi incorporato, in altre parole un vero disastro in amore. Sullo sfondo di un mare da sogno le sue lezioni e le sue fotografie yogiche l’hanno fatta diventare piuttosto famosa, ma la vera star di casa è la sua migliore amica Kate Cinning, campionessa di Surf.
Quando Kate si trasforma in una Sirena e la loro casa viene invasa da Immortali venuti da Atlantide, Sabine fa la conoscenza del Capitano Conrad.
Quell’uomo non parlava: comunicava ordini. Chiaro. Preciso. Glaciale. Ma Sabine quasi non lo ascoltò, concentrata solo sul suo volto. ‘È un fico pazzesco’.
Conrad, il Capitano della Stirpe degli Abissi, si trova suo malgrado a dover soggiornare sulla terraferma, in attesa dell’ultima gara della Sfida, una gara da cui dipende l’incoronazione del prossimo Re del Mare.
Tenere a bada le Sirene su cui deve vegliare, non è un compito facile, soprattutto quando Sabine, un’umana frivola e spudorata, si elegge loro madrina e fa conoscere loro tutti gli svaghi che la terraferma può offrire, a partire da scorribande serali per locali ‘a caccia dell’umano più sexy’.

Recensioni 


Questo romanzo è il sequel del  "Il dono del mare" , è autoconclusivo e quindi si può leggere tranquillamente anche se consiglio la lettura del primo per una visione più completa del tutto. 

Dopo la storia d’amore fra Kate e Nick, è la volta di Sabine, migliore amica di Kate, e di Conrad. Non vedevo l'ora di leggere di Sabine, è stato un personaggio che mi aveva incuriosito parecchio nel libro precedente. E' difficile non notarla e non amarla con il suo carattere spumeggiante. Ancora più difficile non notare il bel tenebroso Conrad. E' una coppia che si completa: Conrad chiuso, rigido, feroce ma che sotto nasconde un cuore puro, Sabine è la libertà fatta a persona, ha una gioia di vivere che contagia chi le sta intorno. Le loro scene e i loro dialoghi sono ironici e spassosi,  è proprio un piacere leggerli. 

Rispetto al primo libro ho trovato uno stile di scrittura migliore, rimanendo sempre semplice, scorrevole ma intrigante e coinvolgente. Risulta semplice immedesimarsi nei personaggi, anche grazie a questo stile di scrittura. L'autrice, inoltre, ha dato il tempo ai sentimenti di svilupparsi e crescere di intensità, non si passa dall'incontrarsi ad un innamoramento repentino, ma si ha un crescere di sentimenti e questo ha contribuito a dare credibilità e dolcezza alla storia. 

Un'altra cosa che ho apprezzato è stata la caratterizzazione del mondo marino, che rispetto al primo romanzo, viene approfondito maggiormente.
Devo dire che, ancora una volta, Laura Fiamenghi mi ha stupito e coinvolto con le sue storie meravigliose. Spero di leggere qualche altra sua opera. 




Spero che questa recensione vi sia piaciuta^^ 




Angelo Pettofrezza

C’è post@ per noi... #464

1/16/2022


Bentrovati, Lettori!
Torno a scrivere in quei di IDIB_BE per presentarvi alcuni titoli che sono stati portati alla nostra attenzione. 






Irina di Angelo Pettofrezza


«Inavvertitamente, quella donna si faceva strada nel cuore di Michael, rivelandogli la propria indole: tanto timida e ansiosa all’inizio, quanto spensierata e gioviale ora, quando erano insieme.
La ragazza taciturna e sospettosa cedeva il posto a una donna esuberante e piena di progetti»

Titolo: Irina
Autore: Angelo Pettofrezza
Editore: Les Flâneurs edizioni - 22 dicembre 2021
Pagine: 128
Prezzo: € 13,00

Trama
Le vite di Michael e Irina scorrono parallele. Sembrerebbe che i due siano destinati a non incontrarsi mai, pur condividendo gli stessi spazi e percorrendo, quasi ogni giorno, il medesimo tragitto per tornare a casa. Finché un banale incidente invertirà il corso degli eventi regalando a entrambi, tra luci e ombre, gioie e sofferenze, un risveglio inatteso dagli esiti imprevedibili. Così l’introverso e maturo Michael, ferito nel profondo da un doloroso lutto e restio ad allacciare nuove relazioni, si lascerà avviluppare dai modi, ora sfuggenti ora espliciti, di una donna inquieta dal passato travagliato, riscoprendo finalmente la gioia di vivere. E così Irina cercherà di ritagliarsi, strappandolo alla monotonia della sua quotidianità, qualche sprazzo di una felicità fatta di appuntamenti innocenti, di caffè sorseggiati con lentezza, di passeggiate irrinunciabili, di conversazioni filosofiche, di complicità tra anime affini che provano a sottrarsi alla tirannia della realtà. Un amore destinato a mutare nel profondo l’esistenza dei protagonisti che troveranno, l’uno nell’altra, uno specchio in cui osservare, riflessa, l’ombra dei propri sogni infranti.

Angelo Pettofrezza nasce a Copertino nel 1947. Trascorre l’infanzia a Campobasso, raggiunge poi i genitori emigrati a Bad Godesberg. Interprete per diverse sedi diplomatico-consolari italiane in Germania e Svizzera, dal 2007 ritorna in Salento e si dedica alla scrittura. Nel 2005 pubblica Jugendschwächen, una raccolta di poesie in tedesco e nel 2006 Sogni di gioventù. Traduce in tedesco la biografia di San Giuseppe da Copertino (O.F.M. Conv., 2006). Suoi romanzi escono per l’editore Lupo (Gast-Arbeiter-Intervista a un emigrante, 2010; Il Cowboy di Calabria, 2013; Erna Dassal, 2015) e per Les Flâneurs edizioni (L’interprete, 2018). Alcuni suoi racconti sono inseriti in antologie.


A domani di Vincenzo Lamanna


«Mi trovai davanti a enormi e freddi blocchi di cemento alti fino a dieci o dodici piani mai ristrutturati, cupi, grigi, umidi, scrostati. Veri e propri alveari umani, deturpati da un mare di parabole che riversano nelle case il sogno europeo, balconi ricoperti da tende dai colori più disparati»



TitoloA domani
Autore: Vincenzo Lamanna
Editore: Les Flâneurs edizioni - 20 dicembre 2021
Pagine: 170
Prezzo: € 14,00

Trama
Lorenzo è un fotografo freelance con la passione per le storie. Da sempre gli bastano un trolley e la fidata Leica per intraprendere un viaggio da cui trae sempre un insegnamento. Nel 2017 gli si presenta l’occasione di partire per la Bulgaria e raggiungere Plovdiv, la città delle sette colline, nominata capitale europea della cultura assieme a Matera per il 2019. Fra i vicoli del quartiere popolare di Trakia si imbatte in Yordanka, una donna bulgara che da subito gli apre la porta di casa sua e gli insegna a leggere i volti della gente che incontrano, a capire le loro storie e a rispettare una cultura profondamente diversa da quella italiana. In un viaggio di formazione, Lorenzo entra in contatto con una realtà che lo cambia nel profondo e gli fa vedere con occhi nuovi cose che ha sempre dato per scontato.

Vincenzo Lamanna è nato in Puglia il 12 febbraio 1972, dove ha vissuto fino al 1994. Dopo la fine degli studi è diventato fotografo freelance ed è un cittadino del mondo, pronto a tenere traccia dei suoi spostamenti grazie a una Leica e a un taccuino che porta sempre con sé. A domani è il suo primo romanzo ed è nato dal viaggio che più lo ha colpito.

Acrilico di Manuela Malchiodi

Dopo il tocco finale, indugiò compiaciuto davanti all’immagine terribile che aveva creato, respirando a pieni polmoni l’aria umida della notte che stava per finire. Finalmente la guerra gli aveva aperto le porte e lui se la sarebbe gustata fino in fondo.



TitoloAcrilico 
Autore: Manuela Malchiodi
Editore: Nero Press - 18 novembre 2021
Pagine: 256
Prezzo: € 15,00

Trama
Durante una visita didattica sulle orme degli street artist, in una periferia cittadina, un gruppo di studenti di Antropologia scopre un murale maestoso ma allo stesso tempo sinistro, per i dettagli delittuosi che vi si scorgono. Poche ore dopo, in quello stesso luogo vengono ritrovati i resti di una donna brutalmente assassinata.





Pizze indemoniate e come mangiarle di Fernando Camilleri


«
Cos’è questa musica?»
Vito solleva un sopracciglio. «È la Primavera di Vivaldi».
Accidenna, quanto è colto.
I clienti appena usciti dalla Stanta corrono a rintanarsi all’interno del supermercato. A spaventarli è una pizza che avanza sull’asfalto nella nostra direzione. Si avvicina piano fischiettando il motivo, saltella, impenna, si inclina, mostra gli ingredienti separati in sezioni: si tratta della Quattro Stagioni.


TitoloPizze indemoniate e come mangiarle 
Autore: Fernando Camilleri
Editore: Nero Press - 18 novembre 2021
Pagine: 208
Prezzo: € 15,00

Trama
Michela ama le pizze. Una non le basta, ne deve mangiare almeno tre al giorno, ma tre pizze sono una spesa proibiva per una cameriera diciottenne che vive da sola in un appartamento in affitto. Quando un suo cugino scienziato le regala del lievito capace di triplicare il volume di ogni panetto, il suo sogno sembra realizzarsi. Purtroppo non tutto va per il verso giusto: le pizze, grandi il triplo e buone il triplo, si rivelano possedute da demoni assetati di anime.


Mariangela

Recensione: “Nulla di certo” di Vito Parisi

1/14/2022


 Titolo: Nulla di certo 
Autore: Vito Parisi
Edizioni: Les Flaneurs Edizioni
Genere: Mistery
Pagine: 144
Prezzo: €14 

Trama: 
Settimio Speciale detto “il Cane”, vedovo, è commissario di polizia in un piccolo centro di provincia. Ottimo conoscitore della natura umana, trascorre il tempo a destreggiarsi tra delinquenti più o meno comuni, strambi personaggi e i potenti del luogo. Alla fine di ogni giornata però, invece di tornare subito nella sua casa vuota, vaga tra i vicoli del borgo antico, nella segreta speranza che qualcuno dei suoi nemici decida di farlo fuori. Fino alla sera in cui, in uno slargo che non ha mai visto, incontra un misterioso figuro col volto nascosto da una nuvola di fumo. Costui gli offre uno strano patto: in cambio di un indefinito “atto di disobbedienza”, avrà la possibilità di rivedere la moglie defunta. La surreale richiesta sembra legata a una torbida vicenda che vede coinvolti alcuni dei personaggi più influenti della zona, dei quadri rubati, un orfanotrofio femminile e la visione di tre bambine che piangono.
Recensione:
Settimio Speciale è un uomo tormentato, che l’autore del romanzo ci descrive con due personalità ben distinte. Solo andando avanti con la lettura apparirà chiaro che  Speciale e il commissario di polizia chiamato “Il Cane”, sono la stessa persona. 
Smessi i panni dell’impavido commissario dai modi poco ortodossi con i criminali, Il Cane torna ad essere Speciale, vedovo senza pace, che vaga per i vicoli bui della cittadina di provincia nella quale vive, alla ricerca di qualcuno (o qualcosa) che metta fine ai suoi tormenti. Una sera, mentre sta percorrendo le solite strade buie per tornare a casa, Speciale si imbatte in una strana figura, che gli proporrà un patto, in cambio di rivedere Luisa, la moglie defunta. Speciale, che vive una solitaria vita, fatta di dormite sulla poltrona, il cui pasto principale consiste in un caffè e una brioche nel solito bar di Giacomino, accetta e inizia un’indagine che lo condurrà nei meandri più sordidi della criminalità della sua città. Il Cane si ritrova ad affrontare personaggi influenti collegati a vicende poco chiare e ancora una conta dimostrerà di possedere quell’intuito sopraffino nello scovare i criminali, che gli è valso il soprannome di “Cane”.
 Man mano che il lettore si addentrerà nel romanzo, non potrà fare a meno di vagare con il protagonista attraverso i vicoli, come in un labirinto, alla ricerca de “Il Fumatore”, l’essere che ha proposto il patto a Speciale. Il libro è scandito da un ritmo abbastanza veloce e l’autore è stato bravo nel descrivere i luoghi che fanno da cornice al “viaggio” interiore del protagonista. 








  

          


AA.VV.

Recensione: Atelier - Storie prêt-à-porter

1/11/2022



Titolo: Atelier. Storie prêt-à-porter

Curatori: M. Castegnaro Guidorizzi, T. De Palma

Autori: vari

Fuori collana

Editore: Les Flâneurs Edizioni (23 luglio 2021)

Copertina flessibile: 216 pagine

Illustratore: Giuseppe Inciardi

ISBN-13: 979-1254510056


Non una tradizionale antologia di racconti, non il catalogo di una mostra di arte figurativa. Atelier è molto di più. È un viaggio, attraverso immagini e parole, nei ricordi, nelle emozioni e nei sentimenti che gli abiti sono in grado di suscitare. Il risultato è un "Libro d'Artista" collettivo che conquista il lettore al primo sguardo.


Atelier è un'antologia di racconti dagli stili e dai temi eterogenei, accomunati dalla presenza di un capo di abbigliamento importante per la storia.

I temi trattati sono tanti: dal ricordo di un amico, che può essere tenuto vivo da un vecchio pigiama, alla violenza su una donna, che prende forma nel suo abito da sposa e nel giorno delle sue nozze.

In alcune storie i capi prendono vita e ci parlano, oppure esprimono i loro sentimenti, di solitudine o di amore.

Tra i punti di pregio della raccolta devo citare le illustrazioni di Giuseppe Inciardi, che arricchiscono i racconti e dimostrano l'impegno da parte dei curatori, nel creare un prodotto di qualità.

Ciascuna storia è scritta da un autore diverso, per questo i vari racconti hanno stili a volte molto differenti l'uno dall'altro. 

Quasi tutti sono degni di nota, ma ho scelto di citare solo quelli che mi hanno colpita di più sia in originalità che per quanto riguardano le ambientazioni e le tematiche.

Inizio con Finalmente, di Urmila Chakraborty e Oriana Bassani, un racconto che parla di una ragazza ormai da tempo diventata una donna e del cappotto dei suoi sogni.

Il Pigiama, di Cristina Gentile, invece ci racconta uno dei sentimenti più forti: l'amicizia, che spesso sopravvive anni in forma di ricordo e di pensiero, nonostante la distanza.

Oppure ancora, Colorata d'autunno, di Emanuela Mezzadri, che si appoggia ai versi di Lucio Battisti per raccontare l'attesa e la solitudine.

Leggendo questi racconti mi sono fermata a pensare ai ricordi presenti nel mio armadio. A come un particolare paio di scarpe mi faccia ancora ripensare all'occasione per la quale le avevo acquistate e al potere che hanno alcuni capi di farci sentire bene con noi stessi, di coccolarci come le sciarpe morbide invernali. L'introduzione dell'antologia spiega bene che lo scopo di questi racconti è di portarci in un viaggio incentrato proprio sul senso profondo che alcuni capi possono assumere per noi, diventando parte della nostra storia personale, oppure riportando alla mente un nostro caro ormai lontano o defunto. Possono essere espressione dei nostri desideri o dei nostri sogni, oppure possono semplicemente avere una loro storia.

La citazione che apre l'introduzione è perfetta per spiegare cosa i curatori della raccolta abbiano cercato nei racconti:

«Per quanto sembrino cose di secondaria importanza, la missione degli abiti non è soltanto quella di tenerci caldo.

Essi cambiano l’aspetto del mondo ai nostri occhi e cambiano noi agli occhi del mondo».

Virginia Woolf


Consiglio questa raccolta a chi, come me, ama le antologie, oppure a chi ama circondarsi di oggetti ai quali dare un significato, e non da prodotti usa e getta senza storia. 

Grazie alla varietà di stili e di tematiche proposte, sono quasi certa che questa antologia sarà, almeno in parte, di vostro gradimento.





24 dicembre di C. Carriero

C'è Post@ per noi... #463

1/09/2022

Buona domenica lettori! Rieccoci con le nostre segnalazioni domenicali all'insegna del tricolore.







Titolo: Baci

Autrice: Guia Risari

Illustratore: Andrea Calisi

Editore: Edizioni Corsare

Pagine: 12

Sinossi: Non esiste un bacio solo; ce ne sono milioni, diversi come foglie, rapidi come rondini, unici come gocce di pioggia. Ci sono baci inaspettati come arcobaleni. Baci prolungati come tramonti. Baci che addormentano con una carezza. Baci che risvegliano con uno spruzzo di vento. Baci silenziosi come fruscii d’ali. E sonori come richiami. Baci che fanno ridere come bollicine...


Titolo: Il Signore di Notte

Autore: Gustavo Vitali

Editore: Autopubblicato

Pagine: 518

Sinossi: Il 16 aprile 1605 in una cadente casupola di Venezia viene rinvenuto il cadavere di un nobile ridotto in miseria.

Sul luogo del delitto si precipita il protagonista, Francesco Barbarigo, un aristocratico non privo della boria di casta e che riveste la carica di Signore di Notte, sei magistrati e insieme capi della polizia, sovraintendenti all’ordine pubblico in città.

Affiora presto la sua assoluta inadeguatezza, a partire dalla mancanza di esperienza.

Altezzoso, pasticcione, goffo e perennemente indeciso sul da farsi, si muove a casaccio, segue piste fantasiose, ma non ammette la propria incompetenza, anzi, addirittura vorrebbe spargere una sicurezza dalla quale è assai lontano. In verità si è arrogato il compito con superficialità e presunzione e di questo non tarda a pentirsi.

Sull’onda dei suoi voli pindarici il Barbarigo non si fa mancare nulla: indaga sul garzone che ha scoperto il cadavere e sulla serva della vittima, per passare a una guardia erroneamente ritenuta corrotta, a un mercante ebreo sospettato di usura, poi al mondo dell’azzardo e infine a un pericoloso bandito al quale dà una lunga e infruttuosa caccia. Tutti sarebbero gli assassini ideali perché hanno avuto rapporti con l’ammazzato, ma i fatti li scagioneranno, rimettendolo ogni volta alla casella di partenza di un crudele gioco dell’oca.

Nel contempo in soccorso dello sprovveduto arriva un capitano delle guardie che ha tutta l’esperienza che a lui manca: Domenico Stella, una sorta di alter ego. Svolge anche il ruolo tutt’altro che facile di mitigare gli eccessi del Signore di Notte e instradarlo verso la meta senza offendere il suo smisurato amor proprio.

Mentre le indagini non approdano da nessuna parte tra agguati, nuovi delitti e quelli che riemergono dal passato, colpi di scena giunti a sovvertire anche le poche certezze acquisite, la trama si infittisce ulteriormente. Si scopre che nelle tasche della vittima, Nicolo Duodo, sono passati molti soldi, ma non se ne conosce la provenienza e stranamente non l’hanno neppure levato dalla miseria. Nel ripercorrere la sua carriera politica, il racconto si sposta a Murano dove il Duodo ha ricoperto la carica di reggente. Qui un’altra mano giunge in aiuto dei due investigatori: è quella di Coriolano Benzon che ha sostituito il Duodo come podestà.

Tuttavia è Venezia a restare sullo sfondo, quasi fosse la protagonista vera e muta.



Titolo:
24 dicembre

Autore: Cristiano Carriero

Editore: Les Flaneurs Edizioni

Pagine: 198

Sinossi: Bari, prima vigilia di Natale del nuovo millennio. Quattro amici, poco più che diciottenni, decidono di farsi una promessa: ritrovarsi nello stesso posto il 24 dicembre di vent’anni dopo. Inizia da qui il racconto di Ernesto, voce narrante di questo romanzo di formazione e frustrazione, che ripercorre vent’anni di vita fatti di sogni, illusioni, speranze e dolori. Un intreccio di destini, dedicato a Bari, la città dell’attesa di cui la vigilia di Natale rappresenta forse l’espressione più alta, rivolto a un’unica destinataria: la figlia Amaranta, insieme alla quale Ernesto ripercorre la storia di un’intera generazione, alla ricerca del momento esatto in cui si diventa adulti.

Biografia: Cristiano Carriero è giornalista, comunicatore, imprenditore.

Ha pubblicato diversi saggi con Hoepli, per cui cura la collana dedicata alla Comunicazione. È autore della raccolta di racconti Lutto Libero e del romanzo Domani no. Insegna alla Scuola Holden e tiene per La Content, di cui è fondatore, il corso di Storytelling e Scrittura insieme ad Alessandra Minervini.

Ha vissuto un po’ ovunque, ma il 24 dicembre, qualsiasi cosa accada, conosce un solo posto al mondo: Bari.


Titolo: Una storia tutta per sé - Raccontare se stessi per essere (più) felici

Autrice: Alessandra Minervini

Editore: Les Flaneurs Edizioni

Pagine: 138

Sinossi: Una storia tutta per sé si rivolge a chi ama raccontare (e raccontarsi), offre una guida a chi si appresta a muovere i primi passi nel mondo della scrittura, in particolare autobiografica. Attraverso una scrittura chiara e semplice, arricchita da esercizi narrativi ed esempio di svolgimento, il volume guida il lettore nella ricerca della sua storia, per permettergli di dar forma al desiderio di scrivere. Il libro raccoglie quesiti, sussurra consigli, propone soluzioni: è il frutto dei percorsi intrapresi durante gli otto anni di vita del laboratorio autobiografico “Una storia tutta per sé”, oltre che della lunga esperienza di Alessandra Minervini nel campo dell’editing e dell’insegnamento della scrittura. Ad accompagnare il percorso di scrittura e di lettura, ci sono le “Verità eterne”, tramandate da alcune fra le principali voci della scrittura del sé (Gabrielle Sidonie Colette, Annie Ernaux e Cesare Pavese) e i preziosi “Rifornimenti” di tre scrittrici italiane: Giulia Carcasi, Claudia Durastanti e Elena Varvello che ci accompagnano nel backstage dell’universo della narrazione.

Biografia: Alessandra Minervini è nata a Bari, dove ora vive. Si è diplomata alla Scuola Holden nel 2005 e da allora collabora come consulente editoriale e docente nei corsi esterni. Lavora come editor freelance, occupandosi principalmente di esordienti e scouting. Sui racconti sono apparsi su riviste tra cui Colla, Effe, Cadillac. Ha pubblicato il suo primo romanzo, Overlove (LiberAria, 2016), riconosciuto come tra gli esordi più interessanti. Tiene laboratori di scrittura in tutta Italia, ma in particolare nella sua città. Nella primavera 2020 ha pubblicato Bari, una guida (Odos Edizioni).

Scrive di libri e di scrittrici su riviste online e quotidiani.

Il suo sito è www.alessandraminervini.info



Barbara Solinas

Recensione: IL CASO TRICOT - BARBARA SOLINAS

1/07/2022


Titolo:
Il caso Tricot

Autrice: Barbara Solinas

Editore: Emma Books

Collana: Mistery

Pagine: 90

Sinossi: Rosa Cipria è un commissario con un nome bizzarro, una sensibilità unica e un hobby... singolare. Dopo la morte dell’ingegner Netti, lei e la sua squadra dovranno avviare le indagini partendo da due indizi: una busta écru con un biglietto e una rosa lavorata a maglia.

Si apre così il caso Tricot, e per risolverlo il commissario dovrà vedersela con il mistero di un libro inedito, il mal d'amore di una scrittrice, la sorellanza di tre amiche, il tricot e un'insolita quanto fatale passione per la lettura.
Barbara Solinas esordisce nel genere giallo-rosa e ci regala un personaggio originale che vi conquisterà. Come la sua penna.


Recensione:  

Rosa Cipria, eh si nome bizzarro per chiunque e soprattutto per un commissario, è una donna che ha lasciato la città per una vita più tranquilla ed invece si è imbattuta in un caso spinoso che le ha cambiato la vita.

Tra gli esiti di quella vicenda, rientrano il secondo lavoro/hobby del commissario ed il suo compagno, uno stimato psicologo.

Il caso attuale è quello dell'Ingegner Netti, dapprima minacciato e poi assassinato. Tutto porta alla sua ex moglie, peccato che la donna sia già morta da tempo.

Chi sarà l'assassino? Lascio a voi scoprirlo.

Un noir con tinte fuxia, vi chiederete perché fuxia e non rosa, il motivo è perché vi sono qua e là riferimenti che virano più verso l'hot che il romance e, per mia fortuna, non erano troppi.

Una lettura gradevole, non del tutto prevedibile, direi un giallo di discreta qualità.





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