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Recensione: Eroi del Silenzio” – Andrea de la Guarra


Titolo: Eroi del Silenzio
Autore: Andrea de la Guarra
Editore: Nativi Digitali Edizion
Pagine: 150 circa
Prezzo: 3.49 €
Data di pubblicazione: 18 maggio 2015

Sinossi: Ferdinando nasce in una famiglia circense, ma fin da piccolo avverte un’insofferenza verso quel mondo girovago, più interessato al contatto con gli animali che al “circo dell’umanità”… con un’eccezione. Segreti ed inganni coperti da anni di silenzio fanno da filo conduttore dei ricordi che affiorano dalle sedute di rebirthing, terapia scelta per dare un senso a tutti gli eventi che un segreto di famiglia ha trascinato con sé.



Recensione:
Eroi nel silenzio è un libro che tratta tematiche delicate, e lo fa in un modo che secondo me non le approfondisce a sufficienza.

È chiaro che non sia semplice gestire certi argomenti, ma qui abbiamo una lista secondo me troppo lunga di temi difficili: depressione, autolesionismo, incesto, suicidio, manie ossessive, disturbi della personalità, AIDS.

La vicenda è ambientata in un circo, una scelta interessante, di certo, e difficile da valutare sotto certi aspetti, perché lo stile di vita che praticano i circensi è difficile da confrontare col nostro.

Faccio un esempio: a diciannove anni, Ferdinando viene messo a fare uno spettacolo da trapezista. Dice che è la sua prima esperienza a quell’altezza e che lui e il suo partner (il cugino Alessandro, l’altro protagonista del romanzo) si allenano due ore al giorno per tre mesi prima del debutto dello spettacolo.

Uno spettacolo pericoloso, eseguito in diretta, senza errori, in presenza di un pubblico che deve vedere sicurezza negli acrobati (che comunque credo tengano in prima persona alla loro vita). Tempo fa avevo visto un documentario del cirque du soleil, dove dicevano che non si smette mai di allenarsi per uno show del genere. Può essere anche che sia io a sbagliarmi, ma mi pare che due ore (considerato anche che solo a salire le scale per ripetere l’esercizio nel caso di caduta, cosa che impiega molto tempo) siano davvero poche. In più questi ragazzi nel circo fanno di tutto: acrobati, pagliacci, domatori di leoni e trapezisti.

Penso che l’autore conoscaqualcosa sul mondo del circo, quindi mi chiedo se sia sbagliata la mia percezione di questo ambiente e se sia quindi possibile che io vada a vedere dei trapezisti che hanno fatto in tutto meno di duecento ore di allenamento sul trapezio e che rischiano la vita sopra la mia testa. Già io ho paura per gli atleti, così penso che non andrò mai più a vederli. Perché a me, che non sono un’esperta di arti circensi, pare comunque esagerato che uno che fino all’età adulta non è mai salito sul trapezio in soli tre mesi sia pronto a fare quel che probabilmente richiede un livello di concentrazione e di prestanza fisica fuori dal comune, oltre che sicurezza. Tra l’altro Ferdinando ha paura delle altezze, che padre può chiedergli di fare il trapezista, sapendolo?

Il protagonista è ben caratterizzato: Ferdinando è il minore di tre fratelli, sua madre era una borghese tedesca che nel 1939 (se i miei conti sono corretti) abbandona la famiglia per seguire Armando, che sarà il padre di Ferdinando, nella vita nel circo. Scelta che non sarà approvata dalla madre di lei, che però permetterà all’autore di trattare anche il tema del rapporto madre/figlia e a Ferdinando di vivere per un po’ nella Berlino ovest degli anni ottanta e di avere a che fare con un ambiente disinibito e libero, abbastanza simile a quello del circo nel quale è cresciuto. Il libro racconta la sua vita a partire dall’infanzia, al presente, esaminando bene la sua adolescenza e il rapporto di competizione e di dipendenza col cugino, Alessandro, l’altro protagonista del romanzo. In parallelo alla narrazione della sua vita, vi è il presente, che ci fa capire che Ferdinando ha subito un trauma che l’ha condotto all’isolamento.

La tematica LGBT esiste nel libro, ma è messa in secondo piano dal resto, perché questo libro ha troppo. Lo stesso Ferdinando non accetta di ammettere di amare Alessandro e non fa che ripetere che lui non è gay, infatti nel libro pare che non gli importi molto il sesso della persona con cui compie atti intimi, ma ha parecchie fidanzate.

Ferdinando è un ragazzino quando finisce nelle mire di Alessandro, di tre anni più vecchio di lui. Tra i due non c’è amore, ma una forma di dipendenza che li lega l’uno all’altro. I loro primi incontri mostrano bene quanto i due siano in competizione, una competizione che Alessandro sente molto più del cugino e che verrà spiegata nel corso del libro.

La famiglia del protagonista ha molti segreti, che porteranno coloro che ne sono a conoscenza a ritorsioni e vendette, ma non dirò niente di più, perché se deciderete di leggere il libro probabilmente vorrete evitare spoiler. Certo, la trama fitta di eventi induce a continuare e devo dire che, nonostante non abbia apprezzato parecchi dettagli, credo che se gestita in modo più apporfondito e privata di qualche problematica (tipo l’autolesionismo, che è appena accennato) sarebbe stata interessante.

Mi è piaciuto il rapporto che Ferdinando ha con gli animali: li rispetta e li osserva, si sente a suo agio con loro, tanto che loro stabiliranno con lui un rapporto di fiducia, quasi paritario.

Sembra che anche l'autore ne conosca i comportamenti, perché le descrizioni delle fiere del circo mi sono sembrate ben fatte (anche qui, non sono un'esperta e in effetti se io avessi fatto con dei gatti quello che Ferdinando ha fatto con le tigri sarei finita all’ospedale, credo, ma sono in linea di massima credibili). 

Concludo dicendo che purtroppo la lettura risente anche della presenza di qualche errore e di costruzioni a volte poco eleganti. 

Il libro mi ha emozionata? Sì, in alcune parti, ma poi ho cominciato a sentirmi un po’ sommersa da tutti questi argomenti pesanti e da situazioni surreali, perché in sostanza, secondo me questo libro partiva da un’idea interessante, ma forse le idee sono state troppe e il risultato non mi ha convinta.

Forse sono io che non ho capito il simbolismo che permea il romanzo, forse semplicemente non ne ho colto le sfumature, fatto sta che a me è sembrato un po’ troppo denso e poco esaustivo nel tradurre gli argomenti che tratta in sentimenti e in emozioni.




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