Recensione: "BREAKING DESTINY" di Nadia Arabeschi

6/30/2014

Buongiorno, Lettori! 
Oggi vi parlerò di un romanzo che mi aveva attirato molto, ma mi ha un po' delusa.


Titolo: Breaking Destiny
Autore: Nadia Arabeschi
Editore: ePubblica
Prima edizione: 22 luglio 2013
Pagine: 121
Prezzo: € 1,99 (ebook)

Trama

E se potessimo cambiare il passato?
Quando Jahn me lo chiese, non gli diedi retta. Eravamo in un manicomio, dopotutto. Aveva detto cose ben più strane, prima di allora. 
Nulla mi avrebbe preparata a un vero salto nel passato - in realtà, ci sono precipitata. Un salto di nove anni.

Sono Isobel Wagner, nata nel 1999 e morta nel 2008.
E sono anche Isobel Heiriechs, senza un passato ma con un futuro da riscrivere.
Questa è la mia storia e comincia dal 31 dicembre 2017

***

Jahn è uno dei pazienti del manicomio in cui lavora il padre di Isobel, della quale è il migliore e unico amico. Con grande disappunto della madre, preoccupata per i vent’anni di differenza tra i due, Is trascorre molto tempo in sua compagnia: è affascinata dai racconti di Jahn sui Breaking Destiny, la band di successo di cui faceva parte.
L’uomo si tormenta per non aver impedito che i Breaking Destiny avessero un tragico destino: dopo la morte di Aaron Becker e il suicidio di Cameron, Fabian è sparito e lui ha avuto un crollo psicologico. 
Quando, il 31 dicembre 2017, Isobel va a far visita a Jahn, non si aspetta di trovare l’amico tanto agitato e la sua camera a soqquadro: ci sono fogli e pezzi di giornale ovunque, persino le lenzuola sono ricoperte di scritte. 
Sebbene sia in preda all’entusiasmo, sconvolto e preoccupato per il tempo che stringe, Jahn riesce a spiegare a Is che il passato può essere cambiato, trasformando (o meglio cancellando) di conseguenza il futuro. Le dimostra che ciò è possibile, ma Is non ne serba memoria. 
Sconvolta dallo strano comportamento di Jahn, cerca di andarsene, ma scopre che non ci riesce: sta scomparendo. Isobel è morta. 
Sinceramente non mi sono chiare le dinamiche dell’evento, per questo vi riporto l’estratto relativo. 

«Dieci minuti fa. Sei caduta per le scale, rompendoti il collo.» 
Aprì un cassetto e vi frugò dentro, gettando il contenuto per terra. 
«Quando?» ripetei. Sentivo il mio cuore battere sempre più lentamente, cominciavo a dimenticarmi di respirare. 
«Otto anni fa» rispose Jahn, smise di trafficare per lanciarmi un’occhiata colpevole. 
Un nuovo ricordo mi si creò davanti agli occhi della mente. Avevo finito i compiti. Scendevo le scale di corsa, volevo andare in giardino a giocare. Qualcosa mi ha afferrato la caviglia... 
«Perché?» 
«Tornare indietro ti fa perdere la memoria di ciò che è stato cancellato e saresti tornata a quell’età. Ho dovuto: in questo modo, ti manderò direttamente lì. Non ci possono essere due Isobel.» 

Successivamente Jahn attiva il metronomo e manda indietro nel tempo Is in modo che possa riscrivere il futuro e salvare i Breaking Destiny.
Si ritrova nel 2008, nell’ultimo giorno dell’anno. 
Qui iniziano i problemi. La prima parte del romanzo mi è sembrata molto confusa e frettolosa, in particolare avrei preferito un approfondimento del rapporto tra Isobel e Jahn e qualche spiegazione in più sulle capacità di quest’ultimo. Infatti la domanda di Is sul meccanismo del viaggio del tempo viene elusa con “non lo ricordo, mi viene automatico”. 
E poi ci sono i conti che non tornano. Isobel afferma che nel 2008 aveva nove anni, quindi nel 2017 ne doveva avere diciotto. Quando incontra i Breaking Destiny, li descrive come dei ventenni. Non si spiegano, quindi, quei quasi vent’anni di differenza che preoccupano la madre di Is. 
Altro particolare che mi lascia perplessa riguarda la data in cui viene mandata. 

Allora non era il Capodanno duemiladieci: Jahn si era sbagliato, mi aveva mandata troppo indietro. 

Mi chiedo come, arrivando nel giorno in cui Aaron Becker morì, avrebbe potuto modificare il destino. In ogni caso Isobel si stabilisce nel 2009, intervenendo nella vita dei membri della band.
Riesce a trovarli subito (in realtà non li cerca affatto) e sviene praticamente tra le loro braccia. I ragazzi la portano nella loro camera d’albergo, ma il giorno dopo partono per un tour. 
Non perde tempo e al loro rientro (sei mesi dopo) inizia ad avvicinarsi a ciascuno dei ragazzi, scoprendo a poco a poco l’origine dei loro problemi. 
Breaking Destiny è un romanzo acerbo. Pur avendo una base molto valida, mi è sembrato carente nello sviluppo e poco equilibrato: laddove sarebbe stato necessario approfondire l’ambientazione (vengono nominate Berlino e Lipsia, ma la storia potrebbe aver luogo in qualsiasi città) e dare una maggiore profondità psicologica ai personaggi, l’autrice si sofferma su eventi poco importanti o accelera la narrazione. 
Spesso anticipa troppo gli eventi, lasciando indizi poco velati. Ad esempio, già nella seconda pagina Isobel afferma che le sarebbe piaciuto conoscere i Breaking Destiny, ma purtroppo il loro destino era ormai stato scritto. 
Mi sarebbe piaciuto conoscere gli altri componenti del gruppo prima che crollassero. Scossi la testa: non dovevo pensarci. Erano passati troppi anni dal Capodanno del duemiladieci. Qualsiasi cosa fosse successa, niente mi avrebbe permesso di risanare quel tragico epilogo. 
Per me è stato più che un campanello di allarme: mi ha insospettita e ho subito pensato che li avrebbe in qualche modo conosciuti. Nella pagina successiva ho avuto conferma alla mia intuizione. 
«E se potessimo modificare il passato?» aveva esclamato Jahn d’un tratto e nei suoi occhi, per un secondo, era tornato il verde splendente della giovinezza. 
Sebbene faccia parte della trama, mi è sembrata un’anticipazione prematura e inutile. 
Sono convinta che l’autrice abbia la possibilità di crescere stilisticamente, offrendo ai lettori romanzi più convincenti e appassionanti.



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