Recensione: NESSUN'ALTRA STRADA di Viola Lodato

1/22/2016

Buongiorno amici lettori,
il mio 2016 inizia anche tra le pagine di Italians Do It Better - Books Edition! Oggi vi propongo la recensione di un distopico, Nessun'altra strada di Viola Lodato.

Titolo: Nessun'altra strada
Autore: Viola Lodato
Editore: Triskell Edizioni
Pagine: 196
Prezzo: €4,99 (ebook); €9,36 (cartaceo)
Trama
Victoria è una ragazza di ventitré anni che vive in una società angloamericana dai tratti quasi post-apocalittici e orwelliani. Il suo passato è costellato di eventi negativi che l’hanno segnata e che le hanno portato via ogni cosa. Dopo aver perso tutto, finalmente riesce a trovare qualcuno disposto ad aiutarla, un lavoro, l'amore. 
Da un giorno all'altro, però, si trova nuovamente da sola e decide di rischiare la vita pur di salvare Clay, l'uomo che ama. Victoria mette in atto il suo piano e cerca di fuggire oltre la Manica, verso la libertà, ma il viaggio non sarà facile come crede. Arrivata finalmente in Francia, ciò che trova la sconvolge: riaffiorano volti del passato, personaggi nuovi estremamente significativi e l'odio di Clay. 
A un passo dal riappropriarsi della sua vita, Victoria si troverà costretta ad affrontare i fantasmi di un passato che credeva ormai sepolto, per salvare se stessa e chi ama. 
 
La mia recensione
Lo so cosa state pensando: l'ennesimo distopico. Eh no! All'inizio lo pensavo anche io, soprattutto per alcuni punti che sembravo preludere ad un altro Hunger Games; invece questo romanzo mi ha molto stupito. La storia è avvincente e ben studiata. L'ambientazione è quella propria del genere: dopo una disastrosa Terza Guerra Mondiale l'asse angloamericano controlla in maniera tirannica il Regno Unito e lo tiene nettamente diviso dal resto del mondo. In quella che una volta era una terra di progresso e democrazia ora il popolo è oppresso dal regime e da un misterioso morbo che ha un decorso tanto devastante quanto breve. In molti, per poter ottenere soldi per salvare amici e parenti da questa piaga, decidono di partecipare al Programma, uno show televisivo in cui chi resta in vita vince. Come vi dicevo se una vaga aria della trilogia di Hunger Games c'è (molto vaga), ho subito notato con piacere che in realtà la storia ha tutta un'altra piega. In primo luogo noi in realtà, insieme alla protagonista Vicky, non entriamo mai nel Programma, ma lo vediamo solo da fuori, lo giudichiamo nel bene e nel male e ne scopriamo le regole solo dalla sua visuale. Portare la protagonista a scontrarsi in questo gioco di morte sarebbe stato veramente banale e già visto, in questo modo invece l'autrice ci ha dato qualcosa di diverso e un nuovo modo di vedere anche il genere in se. Inoltre mi ha molto colpito il fatto che la partecipazione al gioco non fosse obbligatoria ma su base volontaria, certo forzati dalla situazione, ma i partecipanti decido comunque di partecipare. Se ci si pensa bene è un modo ancora più subdolo di costrizione da parte di questo regime, controllano a tal punto la vita della gente che non forniscono loro una cura (che poi scopriamo esserci) a prezzi affrontabili e in questo modo li spingono a giocarsi il tutto per tutto. Cosa ottiene il governo da ciò? Il controllo più totale.
La storia, soprattutto nella parte finale, ha diversi colpi di scena che mi hanno molto sorpresa. Insomma, per farla breve, la storia mi è piaciuta e sono sicura che può essere una piccola chicca tutta nostrana per gli amanti del genere.
Tutto bello? Ni. Qualche pecca l'ho trovata. Per tutta una buona metà del romanzo non si capisce molto il quadro generale del mondo in cui Vicky e Clay si trovano, non capivo ad esempio il collegamento tra questo programma televisivo e la situazione politica o cosa fosse successo nel Regno Unito per arrivare ad una tale situazione di disperazione. Questo forse è dovuto al fatto che fin dalle prime pagine ci si trova subito catapultati nella storia ma si hanno poche spiegazioni. Da un lato questa soluzione permette di avere comunque un testo snello e un racconto fluido e privo di pesantezza, dall'altro il lettore deve fare quel passo in più e cercare di mettere insieme i pezzi del puzzle. Niente di impossibile sia chiaro!
Altra pecca per me sono stati i due protagonisti, Vicky e Clay, coi quali ahimè non sono riuscita ad entrare in empatia. Non mi sono sentita ne felice ne disperata per loro e per la loro sorte. In particolare Clay mi è rimasto un po' piatto, senza un vero carattere. Capisco la situazione e la preoccupazione per il  fratello, lo shock che ad un certo punto subisce e tutto il resto, ma dopo una fase iniziale di gentil salvatore o sta zitto e fa il muso o cerca qualcuno da incolpare per tutto. Avrei voluto qualcosa di più da lui, soprattutto nella parte centrale del romanzo.
Lo stile dell'autrice invece è assolutamente perfetto. Frizzante nei momenti giusti, più serio e composto in altri, risulta nel complesso fluido e accattivante. E' un romanzo che si fa leggere, anzi che sa trascinarti nella lettura.

Voto



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2 commenti

  1. Posso dire che questa cover è meravigliosa?!? Il genere non è proprio uno dei miei preferiti ma la tua recensione mi incuriosisce... ci penso!

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