Recensione: LA MISURA DELL'UOMO di Marco Malvaldi

3/22/2019

Buongiorno lettori!
Oggi vi parlo di un libro uscito qualche mese fa ma che mi è piaciuto veramente molto, il libro noto per una famosa serie ma che a volte si mette anche in gioco con generi un po' diversi: La misura dell'uomo di Marco Malvaldi



La misura dell'uomo
di Marco Malvaldi
Giunti | Scrittori Giunti | 300 pagine
ebook €9,99 | cartaceo €18,50
6 novembre 2018


Ottobre 1493. Firenze è ancora in lutto per la morte di Lorenzo il Magnifico. Le caravelle di Colombo hanno dischiuso gli orizzonti del Nuovo Mondo. Il sistema finanziario contemporaneo si sta consolidando grazie alla diffusione delle lettere di credito. E Milano è nel pieno del suo rinascimento sotto la guida di Ludovico il Moro. A chi si avventura nei cortili del Castello o lungo i Navigli capita di incontrare un uomo sulla quarantina, dalle lunghe vesti rosa, l'aria mite di chi è immerso nei propri pensieri. Vive nei locali attigui alla sua bottega con la madre e un giovinetto amatissimo ma dispettoso, non mangia carne, scrive al contrario e fatica a essere pagato da coloro cui offre i suoi servigi. È Leonardo da Vinci: la sua fama già supera le Alpi giungendo fino alla Francia di re Carlo VIII, che ha inviato a Milano due ambasciatori per chiedere aiuto nella guerra contro gli Aragonesi ma affidando loro anche una missione segreta che riguarda proprio lui. Tutti, infatti, sanno che Leonardo ha un taccuino su cui scrive i suoi progetti più arditi - forse addirittura quello di un invincibile automa guerriero - e che conserva sotto la tunica, vicino al cuore. Ma anche il Moro, spazientito per il ritardo con cui procede il grandioso progetto di statua equestre che gli ha commissionato, ha bisogno di Leonardo: un uomo è stato trovato senza vita in una corte del Castello, sul corpo non appaiono segni di violenza, eppure la sua morte desta gravi sospetti... Bisogna allontanare le ombre della peste e della superstizione, in fretta: e Leonardo non è nelle condizioni di negare aiuto al suo Signore. A cinquecento anni dalla morte di Leonardo da Vinci, Marco Malvaldi gioca con la lingua, la scienza, la storia, il crimine e gli ridà vita tra le pagine immaginando la sua multiforme intelligenza alle prese con le fragilità e la grandezza dei destini umani. Un romanzo ricco di felicità inventiva, di saperi e perfino di ironia, un'indagine sull'uomo che più di ogni altro ha investigato ogni campo della creatività, un viaggio alla scoperta di qual è - oggi come allora - la misura di ognuno di noi.


La mia recensione.
La misura dell'uomo è il libro che non ti aspetti, che un po' ti intimorisce, che compri perchè ti attrae ma che poi tendi a rimandare. Non fate questo errore, afferratelo al volo e leggetelo, soffermatevi un attimo sulle riproduzioni dei codici leonardeschi all'inizio e alla fine e poi buttatevi a capofitto tra le sue pagine.

A 500 anni dalla morte di Leonardo Da Vinci, Marco Malvaldi ci propone, infatti, un romanzo con Leonardo di Ser Piero Da Vinci protagonista. Non siamo a Firenze, già lontana qualche anno, ma incontriamo Leonardo nel pieno della sua fase milanese. A reggere il ducato di Milano è, se non formalmente, Ludovico il Moro. Trame e intrighi sono all'ordine del giorno e girare per i vicoli della città non sempre è sicuro. E, infatti, indovinate? Ci scappa il morto. E non in un posto qualsiasi, ma nel cortile di Castello Sforzesco. Nessuna violenza o segni della peste che sta dimezzando la popolazione europea. Bisogna indagare, capire e allontanare i dubbi su questa morte. Ludovico decide di chiamare ad indagare proprio Leonardo, già al suo soldo per la realizzazione della statua equestre di Francesco Sforza.

Inizio dicendovi una cosa fondamentale su questo libro: leggete la nota dell'autore e fatelo con attenzione, perchè Malvaldi lo dice in maniera chiara ed esaustiva. Questo romanzo avrà degli errori! Non prendete le sue pagine "storiche" come oro colato o qui non ne usciamo fuori. Alcuni eventi sono reali, altri più forzati, altri ancora del tutto inventati; approcciatevi a questo romanzo con un pizzico di sana curiosità, anche storica (per approfondire ci sono mille modi), ma soprattutto con il desiderio di un bel romanzo. 

L'autore ha progettato sì un giallo storico, ma inserendovi dentro fantasia e una buona dose di ironia, elementi credo fondamentali nel trattare un personaggio così carismatico ma al contempo sopra le righe come Leonardo. La fantasia è nell'immaginare non solo il mistero che si cela dietro una morte all'apparenza inspiegabile, ma anche nel ricreare vita e modo di essere di personaggi storici realmente esistiti in maniera così vivida e credibile. 

E poi l'ironia, che ho trovato essere il motore di tutto il romanzo, realizzata con un escamotage tanto semplice quanto d'effetto: l'autore ci racconta la storia da osservatore esterno e moderno, usando quindi il linguaggio di oggi su eventi di oltre 500 anni fa. Non so se anche a voi sia capitato, ma io avevo un professore di storia al liceo fenomenale, che riusciva a rendere interessante anche le lezioni più noiose, proprio facendo questo, raccontando gli eventi, ma anche cause ed effetti, in maniera trascinante, divertente. Ecco, questo libro me lo ha ricordato, mi ha ricordato il lato bello dell'imparare, del conoscere ciò che fu, nel portare ai giorni nostri eventi così lontani e viceversa. E quale personaggio è più adatto per fare ciò se non proprio Leonardo Da Vinci? Così moderno da aver già immaginato paracaduti e fortezze mobili, da aver studiato metalli e tecnologie all'avanguardia, ma soprattutto da aver messo al centro di tutto l'uomo e le sue proporzioni. L'uomo a misura del mondo e del creato, questo sono stati l'Umanesimo prima e il Rinascimento dopo. E Malvaldi usa questa misura per indagare, sotto le mentite spoglie del Genio leonardesco, la mente e il sapere umano, le sue emozioni e i suoi turbamenti. 

Mi è piaciuto un sacco leggere questo romanzo, tanto che una volta finito un po' ci sono rimasta male perchè so che trovare qualcosa di simile sarà difficile (ma anche in questo sta il suo bello), se non impossibile. Malvaldi ha dato una piccola lezione su come utilizzare la storia reale, su come muoversi tra personaggi esistiti e dal forte impatto storico e politico, inserendoli in un giallo, senza renderli macchiette di investigatori, insomma senza portarci ad avere davanti l'ennesima signora Fletcher con piuma e calamaio invece di macchina da scrivere e capello cotonato. 

Voto


Alla prossima



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