Titolo: Un gelato buono da morire
Autore: Dino Cassone
Pagine: 154 pagine
Editore: Les Flâneurs Edizioni (26 ottobre 2018)
Collana: Bohemien
Autore: Dino Cassone
Pagine: 154 pagine
Editore: Les Flâneurs Edizioni (26 ottobre 2018)
Collana: Bohemien
Sinossi:
È giallo a Rosicano: don Ciccio Zampana, detto Ficosecco, muore mangiando il suo spumone durante la festa patronale. E siccome Ficosecco era l’usuraio più richiesto e più temuto del paese, al maresciallo Paolo Sapone, suo malgrado, tocca partire alla ricerca del probabile assassino tra una lista infinita di sospettati. Ad aiutarlo è nientemeno che sua moglie Margherita, artista mancata e grande appassionata di polizieschi. Mentre i due si confrontano con un ambiente in apparenza tranquillo ma intrinsecamente torbido e pregno di contraddizioni, il lettore se la ride: per lui il romanzo è un finto giallo, il mistero è svelato fin dal prologo e non gli resta che godersi l’apertura del vaso di Pandora.
Recensione:
Da sempre amo i cosiddetti gialli al contrario, cioè quelli nei quali si sa sin dal principio chi sia l'assassino. L'esempio più conosciuto di questo genere è costituito forse dal Tenente Colombo, una serie televisiva che io ho sempre considerato molto interessante perché permette di avere una visione pulita delle testimonianze e di apprezzarne il racconto vedendo e considerando sempre la loro innocenza.
In questa storia l'assassino è inconsapevole del proprio atto e questo rende la storia ancora più particolare. Non ci sono infatti ricerche di sotterfugi, nessun colpevole cerca di addossare la colpa su un altro personaggio.
La storia è raccontata in modo ironico e piacevole, l'autore ha uno stile che ben si addice a questo genere, la lettura infatti scorre in modo fluido e non ci si annoia.
I personaggi sono caricature e vengono tutti raccontati con leggerezza, senza l' intento di rappresentare la realtà.
Il protagonista è il Maresciallo Paolo Sapone, che cercherà di scoprire chi avrebbe voluto uccidere l'usuraio del paese, Don Ciccio Zampana, insieme alla moglie Margherita.
I due scopriranno che in effetti non erano in pochi in città ad aver usufruito dei servizi di don Ciccio e che quindi in molti avrebbero beneficiato nel caso in cui fosse morto.
Consiglio questo libro ironico e veloce da leggere a chi ha amato il Tenente Colombo e a chi ha voglia di passare il tempo con una lettura leggera e piacevole. Forse non tutti apprezzeranno di conoscere sin dall'inizio il nome dell'assassino, ma ammetto che a me invece il libro è piaciuto molto.
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