Titolo: La ragazza che non conosceva Shakespeare
Autore: Umberto Marino
Editore: Cento Autori
Collana: L'arcobaleno
Pagine: 192
Sinossi: Ariel è una ragazza nata e cresciuta a Gerusalemme, in una famiglia ultra-ortodossa che considera naturali le innumerevoli limitazioni - sociali ed economiche - a cui è sottoposta, finché un giorno, sbirciando per caso in una rivista, legge il nome di "Shakespeare". Sarà come una traccia che la ragazza non potrà fare a meno di seguire: compiendo pochi, proibitissimi metri, Ariel infrange il divieto di uscire dal proprio quartiere e raggiunge la libreria all'angolo. Complice il libraio, buono e generoso, Ariel leggera segretamente, nottetempo, nascosta sotto le lenzuola, e conoscerà mondi lontani e meravigliosi. Queste letture la spingeranno a salire per la prima volta su un autobus e raggiungere un teatro cittadino per assistere ad un dramma di Shakespeare.
Recensione:
Ariel è una giovane ragazza che vive nel ghetto degli ebrei ortodossi di Gerusalemme, non conosce il mondo "moderno" ne un'esistenza diversa da quella che conduce.
Galeotta è una rivista lasciata nel negozio della madre, sfogliandola legge Shakespeare, un nome insolito che la incuriosisce molto. Chiedendo a sua madre, ebrea non di origine ortodossa, comprende si tratti di uno scrittore e quello diventa il seme di una curiosità crescente.
Ad ogni attimo di libertà, Ariel ne approfitta per leggere e grazie ad un libraio gentile ed amante dell'opera, inizia a respirare tra le pagine delle grandi opere dello scrittore inglese.
Ariel ha 18 anni, il suo estraniarsi pensando alle opere del bardo viene frainteso come desiderio di romanticherie e così suo padre decide che forse è tempo per lei di trovare un buon marito.
In quel frangente, Ariel si imbatte in Emiliano, ragazzo Italiano giunto in Israele per tenere dei corsi di teatro. Tra i due scatta silenziosa la scintilla e nonostante tutto riusciranno a coltivarla, con tutte le conseguenze del caso.
Ariel finisce col ritrovarsi a Roma, dove potrà coltivare la sua passione per il teatro, nonostante le difficoltà.
Ad Ariel però manca la sua famiglia, sogna la riappacificazione mentre suo padre ha in mente un assurdo piano per ristabilire in un certo senso l'ordine delle cose.
Per fortuna, prevarrà alla fine il buon senso e l'amore per tutti i soggetti coinvolti.
Leggendo, mi è tornato alla mente un episodio con un ebreo ortodosso sulla metro di Parigi, chissà cosa l'aveva infastidito del mio aspetto ma ho compreso quanto possano essere rigidi.
Una lettura piacevole, dolce, istruttiva per certi versi.
Commenti
Posta un commento