Scheda tecnica:
Titolo: Io mi chiamo Yorsh
Autrice: Silvana de Mari
Pagine: 195
Editore: Fanucci (3 novembre 2011)
Trama: "Io mi chiamo Yorsh" è il prequel de "L'Ultimo Elfo" e ci farà ascoltare tre voci. Racconterà la storia della nascita di Yorsh, il protagonista de "L'Ultimo Elfo": due delle voci che udiremo sono quelle dei suoi genitori, e sarà la dolcissima e tremenda storia dell'incontro di un uomo e di una donna, avvenuto durante un genocidio, mentre il loro popolo, quello degli Elfi, viene deportato. La terza voce, quella che ascoltiamo per prima, è la voce di uno dei distruttori. Quelle dei distruttori sono le voci che noi non abbiamo ascoltato.
Titolo: Io mi chiamo Yorsh
Autrice: Silvana de Mari
Pagine: 195
Editore: Fanucci (3 novembre 2011)
Trama: "Io mi chiamo Yorsh" è il prequel de "L'Ultimo Elfo" e ci farà ascoltare tre voci. Racconterà la storia della nascita di Yorsh, il protagonista de "L'Ultimo Elfo": due delle voci che udiremo sono quelle dei suoi genitori, e sarà la dolcissima e tremenda storia dell'incontro di un uomo e di una donna, avvenuto durante un genocidio, mentre il loro popolo, quello degli Elfi, viene deportato. La terza voce, quella che ascoltiamo per prima, è la voce di uno dei distruttori. Quelle dei distruttori sono le voci che noi non abbiamo ascoltato.
“Siate generosi con chi cade.
Voi siete certi che non cadrete mai? La vita è imprevedibile ed è meglio non nutrire certezze assolute”.
Voi siete certi che non cadrete mai? La vita è imprevedibile ed è meglio non nutrire certezze assolute”.
Quando comincio un nuovo libro di Silvana De Mari preparo tre cose: fazzoletti, cioccolato e un libro di barzellette. Da usare in questo ordine. Ormai mi considero una sopravvissuta dei suoi libri, perciò conosco i trucchi.
Eccoci al quinto libro della saga dell’Ultimo elfo, che in realtà fa da prequel. E infatti il protagonista si chiama Yorsh, come l’ultimo elfo, il più grande e magnifico. Ma lui non è un elfo, e non è per nulla magnifico. E’ un Melmoso, un Intoccabile, il più infimo degli infimi. Porta il nome del più grande degli elfi, ma non ne condivide la magnificenza, se non nella pochezza che gli ha concesso la vita.
Il mondo è sommerso dalle piogge e la colpa viene data agli elfi. Loro sono grandi, saggi, bellissimi; allora perché non fermano le alluvioni che distruggono villaggi e città? Perché sono malvagi e quindi meritano di morire.
Yorsh ci racconta della sua nascita nel lebbrosario, unico sano insieme al padre in un mondo di moribondi. “Ero veloce, forte, sano, amato. Invidiato. Un principe”. Ma lui questo ricchezza non la vede e fa di tutto per andarsene. Diventa un Melmoso. Può lasciare il lebbrosario ma viene costretto ai lavori più pesanti, lontano dai sani che ne temono il contagio. E’ così che si unisce alle squadre che rinchiudono gli elfi nei ghetti dai quali non usciranno mai più. E’ così che prende parte a un terribile e insensato massacro.
Ciò che colpisce dei libri della De Mari è che non parlano mai solo di elfi, nani, o orchi. Le sue storie ci racconto degli angoli più bui e nascosti dell’animo umano. Scavano nel profondo e non è difficile rivedere nei suoi libri la verosimiglianza di personaggi e situazioni. Io mi chiamo Yorsh non è solo un libro di eventi terribili, ma di riscatto e di speranza. La speranza di trovare un posto, di svolgere il compito che il destino ci ha riservato, anche se è poca cosa, anche se insieme c’è più dolore che gloria.
“Coraggio uomini, anche quando non è più possibile essere senza macchia, si può sempre essere senza paura. Coraggio uomini, è dalla vergogna che comincia la strada verso la gloria”.
Yorsh troverà il coraggio di portare a termine il suo compito. Per merito suo l’ultimo degli elfi potrà vedere la luce e salvare il mondo dalla rovina in cui è precipitato. Il suo ruolo è piccolo, ma determinante, e per svolgerlo sarà pronto a sacrificare la propria vita.
Arriviamo così ai fazzoletti e al cioccolato, da usare in abbondanza. Da alcuni libri bisogna riprendersi con dolcezza…
Eccoci al quinto libro della saga dell’Ultimo elfo, che in realtà fa da prequel. E infatti il protagonista si chiama Yorsh, come l’ultimo elfo, il più grande e magnifico. Ma lui non è un elfo, e non è per nulla magnifico. E’ un Melmoso, un Intoccabile, il più infimo degli infimi. Porta il nome del più grande degli elfi, ma non ne condivide la magnificenza, se non nella pochezza che gli ha concesso la vita.
Il mondo è sommerso dalle piogge e la colpa viene data agli elfi. Loro sono grandi, saggi, bellissimi; allora perché non fermano le alluvioni che distruggono villaggi e città? Perché sono malvagi e quindi meritano di morire.
Yorsh ci racconta della sua nascita nel lebbrosario, unico sano insieme al padre in un mondo di moribondi. “Ero veloce, forte, sano, amato. Invidiato. Un principe”. Ma lui questo ricchezza non la vede e fa di tutto per andarsene. Diventa un Melmoso. Può lasciare il lebbrosario ma viene costretto ai lavori più pesanti, lontano dai sani che ne temono il contagio. E’ così che si unisce alle squadre che rinchiudono gli elfi nei ghetti dai quali non usciranno mai più. E’ così che prende parte a un terribile e insensato massacro.
Ciò che colpisce dei libri della De Mari è che non parlano mai solo di elfi, nani, o orchi. Le sue storie ci racconto degli angoli più bui e nascosti dell’animo umano. Scavano nel profondo e non è difficile rivedere nei suoi libri la verosimiglianza di personaggi e situazioni. Io mi chiamo Yorsh non è solo un libro di eventi terribili, ma di riscatto e di speranza. La speranza di trovare un posto, di svolgere il compito che il destino ci ha riservato, anche se è poca cosa, anche se insieme c’è più dolore che gloria.
“Coraggio uomini, anche quando non è più possibile essere senza macchia, si può sempre essere senza paura. Coraggio uomini, è dalla vergogna che comincia la strada verso la gloria”.
Yorsh troverà il coraggio di portare a termine il suo compito. Per merito suo l’ultimo degli elfi potrà vedere la luce e salvare il mondo dalla rovina in cui è precipitato. Il suo ruolo è piccolo, ma determinante, e per svolgerlo sarà pronto a sacrificare la propria vita.
Arriviamo così ai fazzoletti e al cioccolato, da usare in abbondanza. Da alcuni libri bisogna riprendersi con dolcezza…
Io ho letto L'ultimo elfo e ne sono rimasta incantata, commossa, emozionata, convinta. Insomma ho benedetto la De Mari per aver scritto quella storia incantevole. Poi ho comprato anche i vari seguiti, ma non ho mai avuto la voglia di iniziarli (non so perché).
RispondiEliminaE poi un giorno mi ritrovo Io mi chiamo Yorsh tra l e mani e lo leggo: ne sono uscita davvero delusa. La De Mari conosciuta con l'ultimo elfo era scomparsa, ed era rimasta una scrittrice che non mi coinvolgeva...
Mi hanno detto che il libro andrebbe letto dopo aver terminato la saga e che non avrei dovuto leggerlo così, all'improvviso... Ci riproverò!
Sì, il prequel va letto assolutamente dopo gli altri, soprattutto perché ci sono molti riferimenti e dettagli che altrimenti non si colgono. Per quanto riguarda lo stile anche io l'ho trovato molto diverso, ma mi sembra naturale. Col tempo lo stile di una scrittrice cambia e, almeno nel caso della De Mari, non mi ha creato problemi, anzi. Trovo che i suoi libri siano sempre emozionanti e ricchi di spunti di riflessione. In particolare in questo momento sto leggendo L'Epilogo, l'ultimo libro della saga dell'Ultimo Elfo e la differenza dal primo è abissale, ma non per questo lo trovo meno coinvolgente.
EliminaCerto, Yorsh è stato il mio grande amore, ma poi si cresce e si cambia XD
Mi sa che il mio problema è stato proprio voler saltare dal primo volume a questo: non mi sono data la possibilità di crescere insieme all'autrice.
EliminaForse sì... ti consiglierei di provare a leggere i libri in ordine di uscita. Secondo me cambieresti idea ;)
Eliminasì sì, intendevo proprio questo! ma vista la mole dei volumi, per ora rimando la lettura a periodi più "liberi"
EliminaGrazie!
I libri della De Mari sono wdjhjehebqèeqblvpiuvqpel nono so se ho reso l'idea.
RispondiEliminaSpero che questo mi stupisca quanto gli altri! :)
Fede