Buongiorno amici lettori!
Oggi vorrei proporvi la recensione di un romanzo breve ma molto intenso, che tocca il delicato tema dell'adozione. Si tratta di Nel cuore di Amelia di Stefania Tuveri.
**********
Titolo: Nel cuore di Amelia
Autore: Stefania Tuveri
Editore: Lettere Animate Editore
Pagine: 53
Prezzo: Ebook € 0.99
Trama
Il libro ha come protagoniste le emozioni di una ragazza che scopre di essere stata adottata. La sua percezione di se stessa cambia e per questo si trova destabilizzata, sentendo la necessità di ricorrere all’aiuto di un’esperta. Ogni capitolo è una seduta psicanalitica nella quale Amelia e Sara, la sua psicanalista, affrontano diverse tematiche fino ad arrivare alla consapevolezza della protagonista delle scelte compiute dalla sua madre biologica. Dapprima la ragazza, giovane e testarda, si sente rifiutata, prova disprezzo per quella madre biologica che l’ha abbandonata e non vuole nemmeno conoscere le ragioni che l’hanno portata a prendere una simile decisione. Seduta dopo seduta inizia a capire di volere sapere, perché troppe sono le diverse possibili cause di una simile scelta. Inizia così a provare empatia per quella donna che non conosce, ma che le ha dato la vita e teme però di allontanarsi così da quei genitori che sempre le erano stati accanto.
La mia recensione
Nel cuore di Amelia è un romanzo breve che racconta la storia di Amelia, una diciottenne che decide di rivolgersi ad una psicanalista, Sara, perché da tempo non riesce a dormire a causa di una serie di terribili incubi. Il romanzo si compone capitolo dopo capitolo delle sedute che Amelia fa cercando di scavarsi dentro e di comprendere l'origine di questi incubi, che altro non è che la rivelazione di essere stata adottata.
E' un argomento difficile e delicato, a cui mi sento vicina in un certo qual modo, non in prima persona ma perché ho alcune persone a me molto vicine che hanno vissuto sulla propria pelle l'abbandono di un genitore.
Nonostante la brevità del racconto, la storia è molto toccante e sa scatenare forti emozioni, è intensa e molto diretta. Non presenta giri di parole e non si nasconde dietro il non detto, arriva al punto in poche righe, presentandoci una protagonista giovane e caparbia. Amelia è una ragazza con la testa sulle spalle, divisa tra ciò che vuole e ciò che crede vogliano gli altri. Inizialmente non mi sono sentita molto vicina a lei, la trovavo quasi arrogante nel suo porsi nei confronti di Sara. Dalle sue parole traspariva un misto di rabbia e incredulità nei confronti del lavoro della psicoanalista. Con il passare delle sedute, Amelia incanala questa rabbia in maniera positiva, trovando il vero bandolo della matassa e cambiando quindi atteggiamento. Si scopre la sua parte più delicata e fragile, sicuramente quella che ho preferito.
Dicevo, il romanzo tocca l'importante argomento dell'adozione, ma non solo. Amelia si interroga anche sul giusto e sbagliato, sull'egoismo, sulla morte e la violenza. Che cosa ha portato la sua madre biologica ad abbandonarla? Il primo confronto di Amelia con questa domanda è disinteresse, non le interessa sapere chi è sua madre e perché l'ha fatto. Il lavoro della psicoanalista le fa grattare la superficie di questa domanda mostrandole un mondo di possibili risposte e reazioni: e se fosse stata una giovane drogata? E se non avesse avuto i mezzi per poterla tenere? E se fosse stata violentata? Tutte domande che poco alla volta aprono per la prima volta in Amelia il dubbio di averla giudicata troppo ferocemente, di volerla conoscere, di voler capire, di volersi ritrovare per poter proseguire con la sua vita. Leggendo ho trovato quasi naturale pormi io stessa questo dubbio cercare di capire meglio questa donna davanti alla sua scelta, ma anche di capire la reazione della figlia.
Mi è piaciuta molto l'Amelia della seconda parte del romanzo, meno apatica, più propositiva, meno pronta al giudizio e più propensa alla comprensione, ma con comunque reazioni forti e decise e molto reali.
Sara ha il ruolo di accompagnare Amelia nella sua analisi introspettiva. Mi ha molto colpito il modo in cui si pone nei suoi confronti seduta dopo seduta, prima intervenendo, facendo domande, osservazioni, poi lasciando alla stessa Amelia la conduzione della seduta. Io non so molto di psicoanalisi, quindi magari è un metodo comune, però l'ho trovato un modo molto naturale ed efficace, oltre che piacevole da leggere.
In generale posso dire di avere avuto il piacere di leggere un romanzo ben riuscito, delicato ma dai forti sentimenti; è un racconto reale e concreto che ci mostra le reazioni di una ragazza giovane davanti ad una scoperta destabilizzante, il tutto reso in modo semplice e diretto. L'unico appunto che mi sento di fare è su come viene introdotto il tema dell'adozione: Amelia dice a Sara di essere stata adottata dopo un po' di tempo, come se fosse una cosa di poca importanza. Ecco, penso salti all'occhio che questa scoperta sia collegabile, almeno come concausa, agli incubi, quindi forse era una cosa da dire fin da subito.
A presto
sembra molto interessante... i romanzi intimi, come questo mi sembra, mi affascinano
RispondiElimina