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Recensione: "Il ritornante - La città inferiore" di Lorenzo Manara

Titolo: Il ritornante - La città inferiore
Autore: Lorenzo Manara

Casa editrice: Autopubblicato
Pagine: 344

Prezzo: 8,90 € (cartaceo) € 0,99 (ebook)

TRAMA
La speranza di vita di un uomo, da queste parti, è circa cinquant'anni. La mia è di tredici giorni esatti. Il marchio con cui sono stato maledetto si dissolve rapidamente e la sua scomparsa significa morte.
C'è un solo modo per mantenerlo integro e riavviare il conto alla rovescia: uccidere.
Potrei andare avanti così per l'eternità.
Immortale? No, sono solo un ritornante.


LA MIA OPINIONE
Il ritornante è il romanzo d'esordio di Lorenzo Manara, primo di una serie.
La narrazione si svolge su due fronti: Da un lato siamo nella Toscana del '500 e seguiamole vicende di Giovanni de' Medici e del suo precettore Jacopo. Durante una battuta di caccia i due rimangono feriti a causa dell'attacco di un cinghiale, e si salvano recandosi in un convento, dove i frati li guariranno miracolosamente grazie a dei cubi misteriosi. I cubi riparano ogni ferita e i due sembrano tornati nella forma migliore, tranne che per un dettaglio: un quadrato tatuato sul petto. I cubi li avranno anche fatti guarire, ma adesso Jacopo e Giovanni portano il peso di una maledizione, quella dei ritornanti: Se vogliono vivere, devono uccidere.
Sull'altro fronte siamo invece in una città immaginaria, Città Industriale, nel 1889.
Nella città, divisa in distretti, sono presenti diverse bande, che non mancano di scontrarsi tra loro in vere e proprie guerre civili.
Nero de' Medici sta tentando di diventare un giornalista, ed è sempre alla ricerca di uno scoop che possa procurargli una buona fama e del denaro, di cui è sempre a corto. Vive in uno squallido appartamento, ma non per questo si demoralizza, anzi, aiutato qualche volta dall'amico Ettore, è sempre pronto a tuffarsi alla ricerca di una nuova notizia. Ma la ricerca dell'ennesimo scoop lo farà cacciare nei guai, non semplici da risolvere, visto che si troverà faccia a faccia con la banda degli Artisti e con il loro Capoguerra, Rembrandt.
Senza volerlo, Nero si ritrova trascinato in una serie di eventi che lo porteranno alla morte. E poi alla rinascita. E' diventato anche lui un ritornante, e se vuole continuare a vivere, deve imparare a portare il peso di questa maledizione.

Devo dire che nel complesso, questo romanzo mi è piaciuto.
Le storie di Giovanni e di Nero non sono portate avanti per lo stesso numero di pagine, e molto più spazio è riservato a quest'ultimo, ma i due hanno davvero molto in comune: molti aspetti del carattere prima di tutto, poi ovviamente il cognome, ma anche il destino.
Essere dei ritornanti non è semplice prima di tutto da accettare per loro, ma non è nemmeno semplice da gestire, perché bisogna uccidere, ed anche in fretta, per sopravvivere.
Sia Nero che Giovanni tentano di volgere questa maledizione a loro favore, in modo da poterla sfruttare al meglio anche per le persone a cui vogliono bene.
Lo spazio dedicato a Giovanni è poco rispetto alle pagine in cui si racconta la storia di Nero, ma mi aspetto che nei prossimi libri della serie ci siano altri passi dedicati a lui.
Passando invece alla storia di Nero, prima di tutto mi è piaciuto il suo nome. Ha davvero un che di affascinante. Poi mi è piaciuta molto l'ambientazione. Nella Città Industriale tutto è cupo, grigio e serpeggia il malcontento tra le bande. All'inizio ho fatto un po' fatica a capire l'organizzazione della città, la sua divisione e il fatto che il potere fosse in mano alle bande, ma basta addentrarsi un po' nel romanzo per capire meglio.
Di bande ce ne sono molte, ma Nero viene a trovarsi faccia a faccia con la più potente e spietata, gli Artisti.
Mentre la banda progetta un colpo di Stato per prendere in mano la Città, Nero decide di usare la sua maledizione per combatterli.
Mi è piaciuta l'idea degli artisti riuniti in una banda di assassini spietati, e l'idea del loro tramare per prendere il potere.
L'intreccio si sviluppa gradualmente ed è coinvolgente, ci sono davvero dei buoni elementi per la costruzione di una serie. E soprattutto ho apprezzato questo libro perchè è originale! Io non avevo ancora letto nulla di simile e devo dire che anche se ultimamente evito le serie come la peste, non vedo l'ora di leggere il seguito di questo libro.
Per essere un esordiente, questo autore ha dimostrato di avere davvero talento nel descrivere le vicende e nel creare una situazione lontana dai nostri tempi, ma nella quale è facile immedesimarsi e anche un po' lasciarsi travolgere.






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