Titolo: Un uso qualunque di te
Autore: Sara Rattaro
Editore: Giunti
Pagine: 176
Prezzo: €4,99 (ebook); €6,90 (cartaceo)
Data di pubblicazione: 25 giugno 2014
Trama. Una famiglia borghese apparentemente serena è quella formata da Viola, Carlo e dalla diciassettenne Luce: grandi occhi spalancati verso il futuro. Distratta madre e moglie, Viola coltiva mille dubbi sul suo presente e troppi rimpianti camuffati da consuetudini. Carlo, invece, è un marito presente e innamorato e la solidità del legame famigliare sembra dipendere soprattutto da lui. È quasi l'alba di una notte di fine primavera quando Viola riceve un messaggio da suo marito che le dice di correre in ospedale. Stava dormendo fuori casa e si deve rivestire in fretta, non c'è tempo per fare congetture, il cellulare ora è scarico e nel messaggio non si dice a quale ospedale debba andare né cosa sia successo. Una corsa disperata contro il tempo, i sensi di colpa e le inquietudini che da anni le vivono dentro. Fino al drammatico faccia a faccia con il chirurgo le cui parole porteranno a galla un segreto seppellito per anni e daranno una sterzata definitiva al corso della sua esistenza.
La mia recensione.
Sara Rattaro ha un grande pregio a mio avviso: quello di sapere scrivere libri brevi ma densi di emozioni, libri che leggi in un pomeriggio ma su cui rimugini per giorni, libri che sono anche un cazzotto allo stomaco. Un uso qualunque di te non fa eccezione, con la sua storia che propone una famiglia semplice, comune, quella che potrebbe essere la famiglia dei vicini di casa, di un compagno di scuola, di un collega di lavoro. Viola e Carlo esteriormente sono perfetti: due lavori più che buoni, una figlia sull'orlo della maturità che è la gioia del padre, una bella casa. Eppure non è tutto così perfetto e lo scopriamo fin dalle prime pagine, quando Carlo chiama Viola per dirle che loro figlia è in ospedale, in pericolo di vita. Ma Viola non è a casa, è con un altro uomo. La corsa in ospedale si rivela essere per il lettore una finestra sul passato di Viola, su come ha conosciuto Carlo, la sua famiglia, su come è arrivata Luce. Un salto nel passato che ci mostra una donna fragile e indecisa, che piuttosto che soffrire ha preso una strada sbagliata. Questo è un libro strano, sull'amore e sulle scelte, sul giusto e sullo sbagliato, un libro che porterebbe i più a puntare il dito contro una donna traditrice e menefreghista. Eppure, alla fine, senti che non è così. Troppo facile giudicare, troppo facile condannare. Perché alla fine, qui, nessuno è vincitore nessuno è vittima. Viola tradisce e perde, perde l'amore di un uomo, di una figlia, perde la gioia di una vita serena e stabile. Carlo dal canto suo non ha mai avuto veramente sua moglie. Una moglie che certamente ama, ma forse questo suo amore non basta per portarla nella sua vita, per renderla partecipe, per capirla. Carlo è convinto di aver fatto tutto per bene, di rendere tutti felici... ma è veramente così?
Il finale spiazza e atterrisce. E' veramente necessario arrivare a tanto? Viola deve fare quello che fa? E' il suo un gesto veramente nobile o solo un altro modo per mettersi in mostra? Ho letto tanti pareri su questo finale, c'è chi condanna, chi implora pietà per questa donna. Io mi sento solo di dire che è un finale difficile da comprendere ma necessario, che fa chiudere il cerchio e infondo redime questa famiglia all'apparenza bellissima, ma internamente completamente allo sbando.
Voto
Alla prossima
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