Autore: Alberto Sebastiani
Editore: Edizioni Dehoniane Bologna
Pagine: 176
Sinossi: La preghiera del Padre nostro è stata di recente ripensata e
riscritta da due teologi, Vito Mancuso e José Tolentino Mendonça, dal gruppo
folk rock dei Gang, dal cantautore Vasco Brondi (meglio noto come Le luci della
centrale elettrica), dal gruppo di rock alternativo Il Teatro degli Orrori e
dallo scrittore Erri De Luca.
L’analisi delle loro rielaborazioni mostra un comune denominatore: l’intenzione di responsabilizzare l’uomo – nella sua relazione con l’altro, con sé e con il mondo – facendo leva su un testo condiviso. In particolare, la declinazione laica del discorso da parte dei Gang e di De Luca riguarda il rapporto con i migranti, con gli sbarchi e le stragi del Mediterraneo, cioè con un conflitto culturale e politico a tutt’oggi irrisolto. In questi testi, il dialogo tra la letteratura e altri linguaggi esprime quindi una lettura profonda del nostro tempo, offre un orizzonte non banale a cui tendere e dimostra come esso sia cercato da artisti diversi attraverso le parole di una preghiera universale ripensata e riscritta anche in chiave civile. È l’espressione della ricerca di un «noi», di una comunità solidale capace di costruire parole diverse rispetto alla retorica dominante.
L’analisi delle loro rielaborazioni mostra un comune denominatore: l’intenzione di responsabilizzare l’uomo – nella sua relazione con l’altro, con sé e con il mondo – facendo leva su un testo condiviso. In particolare, la declinazione laica del discorso da parte dei Gang e di De Luca riguarda il rapporto con i migranti, con gli sbarchi e le stragi del Mediterraneo, cioè con un conflitto culturale e politico a tutt’oggi irrisolto. In questi testi, il dialogo tra la letteratura e altri linguaggi esprime quindi una lettura profonda del nostro tempo, offre un orizzonte non banale a cui tendere e dimostra come esso sia cercato da artisti diversi attraverso le parole di una preghiera universale ripensata e riscritta anche in chiave civile. È l’espressione della ricerca di un «noi», di una comunità solidale capace di costruire parole diverse rispetto alla retorica dominante.
L’autore: Alberto Sebastiani, pubblicista, insegnante e
ricercatore, collabora alle pagine culturali di Repubblica e lavora per
l’Università di Bologna a progetti editoriali e televisivi. Di Silvio D’Arzo ha
curato Opere (con Emanuela Orlandini e Stefano Costanzi, Monte Università Parma
2003) e Lettere (Monte Università Parma 2004). Ha inoltre pubblicato Le parole
in pugno. Lingua, società e culture giovanili dal dopoguerra ai nostri giorni
(Manni 2009), Nicolas Eymerich. Il lettore e l’immaginario in Valerio
Evangelisti (Odoya 2018) e i tre volumi che raccolgono i tredici romanzi del
«Ciclo di Eymerich» di Valerio Evangelisti (Mondadori 2019).
Autrice: Florencia Andreola
Editore: D Editore
Pagine: 190
Sinossi: In un momento storico in cui i disastrosi effetti
collaterali e le complesse contraddizioni del modello di sviluppo occidentale
emergono in tutta la loro forza, arriva in libreria Disagiotopia, riflessione
di otto voci protagoniste del dibattito italiano e mondiale sul malessere
profondo che ormai in modo endemico investe la modernità: dalla vita politica a
quella psichica, dallo spazio urbano a quello domestico, dall’adolescenza
all’età adulta.
La crisi economica e sociale subentrata subito dopo i fasti
del Dopoguerra ha portato alla normalizzazione di una condizione di disagio che
oggi abbraccia ogni sfera della vita collettiva e personale.
Il capitalismo occidentale non riesce a produrre benessere
materiale senza diffondere allo stesso tempo un malessere profondo e un doloroso
senso d'impotenza. Capire le forme di questo disagio e tracciarne una mappatura
è oggi più che mai necessario per elaborare delle strategie di resistenza e
rispondere alle sfide del nuovo mondo che si sta delineando.
Disagiotopia parte da qui: attraverso l’esplorazione di
spazi domestici, urbani, economici e sociali, otto autrici e autori tra
storici, filosofi, architetti, urbanisti, sociologi e psicologi si interrogano
sul modo per
orientarci in una terra desolata, raccontare il nostro
“tempo fuori di sesto” e immaginare nuove forme di resistenza. Tra gentrificazione,
discriminazione di genere e precariato diffuso, Disagiotopia mostra il volto
oscuro del tardo capitalismo, proseguendo il percorso della collana Eschaton,
diretta da Raffaele Alberto Ventura (già autore di Teoria della Classe
Disagiata).
L’autrice: Florencia Andreola è ricercatrice indipendente,
si occupa di storia e critica dell’architettura e della città e dei temi
sociali ad esse connessi. È laureata al Politecnico di Milano in architettura e
ha conseguito il PhD in storia dell'architettura all’Università di Bologna. Ha
co-curato i libri Milano. L’architettura dal 1945 a oggi (Hoepli, 2018), Backstage.
L’architettura come lavoro concreto (Franco Angeli, 2016) e Milan Architecture
Guide 1945-2015 (Hoepli, 2015). Ha pubblicato saggi e articoli in varie riviste,
tra cui San Rocco, Ardeth, Domusweb, Doppiozero, Abitare, CheFare.
Autrice: Anna Esse
Editore: Autopubblicato
Pagine: 685
Genere: Romance
Sinossi: “Erano una il riflesso dell’altra, erano uniche
nella loro particolarità e non avrebbe permesso a nessuno di dividerle.
Nessuno.”
New York. La Grande Mela.
Melanie e Kimberly sono due gemelle identiche nell'aspetto
ma con caratteri completamente opposti. Dopo aver visto entrambe le loro
relazioni naufragare, decidono di convivere in un appartamento a Tribeca dove
ritrovano la loro serena quotidianità, fatta di amici, lavoro e sogni nel
cassetto finché un incontro inaspettato scuote le loro vite: vecchi ricordi che
riemergono... e nulla sarà come prima.
L’autrice: Sono nata a Torino nel luglio del 1976 da
genitori operai.
Fin da piccola ho sempre inventato storie: prima scritte,
poi disegnate e poi di nuovo scritte.
Sono sempre stata in grado di sognare a occhi aperti, a
immaginare mondi fantastici e a perdermi in essi. Forse perché essendo l'unica
femmina della famiglia (a parte mia madre), era un modo costruttivo per
sfuggire al fatto che ero circondata da maschi: ho tre fratelli. Non saprei, ma
sono sempre stata una sognatrice incallita.
La mia prima storia ufficiale s'intitolava "L'angelo e
la pistola", non lo troverete su Amazon, perché è un racconto poliziesco
che scrissi ai tempi delle medie e che chissà, magari un giorno potrei
riprendere e decidere di trasformarlo in qualcosa di più. Poi, dopo aver
scritto alcune storie, iniziai a disegnarle e così nacquero manga come
"Sentimenti" o "Brothers" che potete trovare nel mio blog.
Non scrivo un genere specifico, per cui aspettatevi di
tutto.
Autrice: Silvia Petronici
Editore: Il Rio Edizioni
Pagine: 104
Sinossi: Settima Onda è il nome di un appartamento privato
che si trova all'ultimo piano di un palazzo in una via periferica a sud di
Padova. L'ideatrice del progetto, Aurora Di Mauro, dopo un profondo lavoro di
ristrutturazione, lo ha aperto al pubblico nel 2012 immaginando un appartamento
relazionale in cui l’arte possa essere un elemento di aggregazione e di
interazione.
Messo a disposizione, sempre gratuitamente, come spazio per
incontri culturali (mostre, spettacoli teatrali e musicali, degustazioni,
conversazioni, presentazioni di libri, incontri di fotografia analogica,
progetti relazionali sul cibo) l’appartamento è caratterizzato dalla presenza
di opere che conferiscono all’ambiente un’atmosfera molto particolare e, nello
stesso tempo, contribuiscono alla sua vivibilità.
Le opere attualmente presenti sono il pavimento in ceramica
di Pino Castagna, la porta con l’onda fluo in marmorino veneziano di Valerio
Bevilacqua, la finestra in plexiglass “Aurora nel tempo” di Francesco
Candeloro, il neon “Lite Plot” di Arthur Duff, la decorazione in zucchero di
Marco Chiurato, l'onda sonora in nylon
cromato di Michelangelo Penso e le due sculture ceramiche di Paolo Demo.
Pensare alla propria casa come la “Settima Onda” tanto attesa dal galeotto
Papillon per fuggire dall’Isola del Diavolo consente di percepire
l’appartamento come uno spazio libero in cui le ‘regole’ che imprigionano la
quotidianità restano fuori dalla porta per lasciarsi cullare dal movimento
ondoso delle relazioni.
L’autrice: Silvia Petronici, dottoressa in Filosofia, ha
dedicato la sua intera attività da curatore indipendente di arte contemporanea
alla ricerca sulle pratiche artistiche site and audience specific, l’arte
pubblica e le pratiche di partecipazione socially engaged. Ha curato mostre e
progetti culturali presso enti pubblici, musei e gallerie private svolgendo
parallelamente un’attività didattica e formativa con artisti e curatori
all’interno di seminari, conferenze e percorsi residenziali di sperimentazione
e studio della pratica e dei linguaggi artistici contemporanei in un’ottica
situata e comunitaria. Nel 2018 ha pubblicato A piedi nudi ballano i santi. La
relazione artista-curatore nelle pratiche artistiche site specific. Arte
pubblica e progetti socialmente impegnati (Oligo Editore, Mantova), un manuale
teorico-pratico che disciplina questo specifico approccio alla pratica
artistica e curatoriale.
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