Recensione: "La salita dei saponari" di Cristina Cassar Scalia

6/22/2021

La salita dei saponari
Vanina Guarrasi #3
di Cristina Cassar Scalia
Einaudi Editore
312 pagine
€ 18

TRAMA
Solo un caso molto complesso può distogliere, anche se per poco, il vicequestore Vanina Guarrasi dalla caccia ai propri fantasmi e riportarla in azione. Anzi, qualcosa di più di un caso: un intrigo internazionale all'ombra dell'Etna. Esteban Torres, cubano-americano con cittadinanza italiana e residenza in Svizzera, viene trovato morto nel parcheggio dell'aeroporto di Catania; qualcuno gli ha sparato al cuore. L'uomo ha un passato oscuro, e girano voci che avesse amicizie pericolose, interessi in attività poco pulite. Eppure le indagini sono completamente arenate: nessun indizio che riesca a sbloccarle. Questo finché a Taormina, dentro un pozzo nel giardino di un albergo, si scopre il cadavere di Roberta Geraci, detta «Bubi». Torres e Bubi si conoscevano. Molto bene. Con l'aiuto della sua squadra e dell'immancabile Biagio Patanè, commissario in pensione che non ha perso il fiuto, Vanina riporterà alla luce segreti che hanno origine in luoghi lontani. Ma non potrà dimenticare gli incubi che la seguono fin da quando viveva a Palermo. Questioni irrisolte che, ancora una volta, minacciano di metterla in pericolo.

LA MIA OPINIONE

Che la serie di Vanina Guarrasi sia diventata in poco tempo una delle mie preferite, non è un mistero. Ho amato moltissimo il primo volume e da allora non resisto alle avventure di questo Vicequestore, che in questo libro si trova alle prese con un caso più che particolare.
Esteban Torres, un imprenditore di origine cubana, viene ucciso nel parcheggio dell'aeroporto di Fontana Rossa. Le ombre sul passato e sugli affari dell'uomo sono moltissime, considerato il suo lavoro nei casinò degli Stati Uniti. Ma del suo assassino non c'è traccia. 
Pochi giorni dopo, nel pozzo di un albergo di Taormina, viene rinvenuto il cadavere di Bubi Geraci, la cui vita era legata a quella di Esteban Torres sia perché i due avevano una relazione, sia per affari.
Tra un passato che non sembra volerla lasciare andare via da Palermo e un'indagine che nasconde segreti in posti lontani, anche questa volta Vanina dovrà superare un buon numero di ostacoli per trovare la verità sugi omicidi, ma anche per scrollarsi di dosso, almeno un po', il peso del suo passato.

Tre è il numero perfetto, lo sappiamo tutti. Ma forse non è così per il Vicequestore Guarrasi, che in questa terza avventura fa davvero un po' di fatica. Questo romanzo era quello che avrebbe potuto consacrare Vanina come ottimo personaggio seriale, ma devo ammettere che le mie aspettative non sono state del tutto soddisfatte. 
Il giallo ha tutte le premesse per essere interessante, su questo non c'è dubbio: Esteban Torres è un morto dal passato talmente complesso che sin da subito viene voglia di saperne di più su di lui. Il caso però non decolla fino a metà del romanzo e viene salvato certamente dal finale, che scombina le carte in tavola.
Quello che inizia a pesare un po' nella narrazione è certamente il passato di Vanina, una bella matassa ingarbugliata di cui ancora non riusciamo ad afferrare il bandolo. È vero, la sua storia personale è complicata, soprattutto per ciò che riguarda l'omicidio del padre, ma dall'altro lato c'è il rapporto molto complesso con Paolo Malfitano, il magistrato a cui ha salvato la vita quando faceva parte della sua scorta e di cui era molto innamorata. Il loro rapporto continua ad essere un continuo di alti e bassi e pur comprendendo umanamente Vanina, il fatto che la loro situazione sembri senza via d'uscita non aiuta.

Nel complesso posso dire che La salita dei saponari è un giallo godibile, ma un po' fiacco rispetto ai primi due volumi della serie. Spero quindi che la svolta vera, per il Vicequestore Guarrasi, sia solo rimandata al prossimo romanzo.


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