Titolo:
Dove qualcosa manca Autrice: Francesca Zanette
Editore: Readerforblind - 25 febbraio 2022
Pagine: 234
Prezzo: cartaceo - € 17,00
Trama
1958. Le Prealpi venete, un paese a mezza costa, la porta di un emporio da cui entrano ed escono voci. A gestire la bottega, Caterina e Pietro; qui, marito e moglie hanno ricostruito il loro presente dopo gli anni della guerra che, solo quattordici anni prima, ha messo a dura prova i fratelli Caterina, Carlo ed Emma, impegnati tra le fila partigiane della Resistenza. Ora il mondo si ricostruisce, il miracolo economico fa capolino; e tuttavia, nonostante l'apparente serenità, il bicchiere è in bilico sull'orlo del tavolo perché la storia personale di Caterina e della sua famiglia è piena di cose non dette. Quando Matthias Rubl, ex tenente della Wehrmacht in pensione, torna in paese con la sua macchina fotografica a tracolla, niente è più come prima. Il passato ritorna, sconvolge coscienze, altera equilibri e deforma relazioni finché, pezzo dopo pezzo, in un andirivieni temporale tra il '44 e il '58, si svela il dramma di scelte difficili e la continua ricerca dei tasselli che riempiano quello spazio proprio dove qualcosa manca.
***
Arriva da qualche regione
remota. Sorvola i campi, spande odori semi spore, si ramifica lungo le strade,
raggiunge periferie; passa dai tombini, risale grondaie, s’incastra nelle crepe
dei muri, tra le rotaie del treno; s’infila sotto le porte, muove le tende, si
tuffa nel caffè e viene bevuta, assimilata, sudata. Un giorno non è primavera,
il giorno dopo sì. Aprile te la fa sotto il naso, come il latte sul fuoco la fa
alla massaia.
Caterina
odia aprile, mese per lei maledetto che le ha portato via la amata sorella e
lasciato una domanda per la quale nessuno ha o nessuno osa dare una risposta.
Chi?, si chiede continuando a tormentarsi dalla fine della guerra, giorno dopo
giorno, mentre tra la bottega da mandare avanti e il piccolo Gianni la vita
prosegue a un ritmo nuovo.
Dalle
città arriva l’eco delle novità: la moda che cambia, il prosciutto venduto in
vaschette già affettato, la lavatrice che chissà quanto consuma e se lava bene.
Proprio
l’emporio di Caterina e del marito Pietro è una finestra sull’Italia del
secondo dopoguerra e sui segnali del boom economico che a suon di innovazioni
tecniche travolgerà il Paese. L’autorə lo sceglie come punto di
osservazione privilegiato anche del paesino veneto abbarbicato a mezza costa
sulle Prealpi: per la bottega, infatti, passano tutti i personaggi più in vista
del romanzo.
Quando
lo straniero giunge in paese, Caterina è sola in bottega. La sua amica Elvira è
nel retro e li osserva: è certa, da come reagisce, che la Cate conosca
quell’uomo con la macchina fotografica e i capelli rossi.
È
un’entrata in scena che porta Caterina indietro nel tempo, a ripercorrere con
la memoria gli anni della guerra, e sconvolge tutto il paese perché Matthias,
questo il nome dello straniero, è tedesco.
Romanzo
di esordio, Dove qualcosa manca rivela una particolare attenzione di Zanette
per il tessuto sociale, per la rete di rapporti che si intreccia su
apparenze e preconcetti, ma anche su affetti sinceri. Nel paese dove vive
Caterina sembra, per esempio, che tutti sappiano chi ha l’amante e chi è,
invece, l’amante, che non sia un problema a patto che la questione non diventi
pubblica.
Ambientando
il romanzo nel 1958, Zanette ha l’occasione di mostrare l’Italia delle grandi innovazioni
commerciali e dei grandi partiti e, al contempo, di raccontare la crisi sotterranea
ma non troppo dell’immagine della donna e del matrimonio.
Sono
significativi in questo senso i pensieri di Noemi, promessa sposa del fratello
di Caterina.
Immaginava
il suo matrimonio fin da bambina: a dieci anni già sapeva il colore dei fiori e
il taglio del vestito.
Ma
è sufficiente la domanda di una conoscente, «Allora, Noemi, sei contenta?»,
perché si apra lo squarcio.
D’altra
parte, sarebbe ingiusto ridurre Dove qualcosa manca a un affresco storico-sociale.
Il romanzo, infatti, si sviluppa intorno a segreti che da una parte
rischiano di travolgere la vita della protagonista e dall’altra esercitano una
pressione costante per infrangere il silenzio.
Sfiorando
con leggerezza e mai con superficialità, tematiche ed eventi storici
importanti, Dove qualcosa manca presenta due peculiarità: il movimento
narrativo tra presente e passato, con un alternarsi di flashback che
inizialmente possono spaesare ə lettorə, e l’uso equilibrato ma caratterizzante
della lingua dialettale.
Zanette
fa sfoggio, inoltre, di una scrittura personale piuttosto matura: libera da
vincoli formali, si avvicina spesso a forme poetiche che descrivendo la
campagna o eventi meteorologici restituiscono le emozioni dei personaggi sui
cui si sofferma.
Dove
qualcosa manca, infine, è anche una storia d’amore o di
amori. Per quanto scontato possa apparire, l’amore di Caterina per i suoi
fratelli, l’amore di Mathias che lo spinge a tornare in Italia, in un paese
veneto dove qualcuno potrebbe riconoscerlo, l’amore di Pietro per la moglie e l’amore
di Don Fulvio per la sua comunità sono le radici che permettono ai protagonisti
di sopravvivere alla spinta sferzante del silenzio e, poi, alla sua infrazione.
Non mi chiedo mai: questa
donna domani l’amerò? Perché domani arriva ed è ancora amore. Allora so che ti
amo e pur non sapendo nemmeno cosa sia, l’amore, ti amo e basta.
C’è nel titolo del
romanzo di Zanette una domanda implicita, a cui ogni lettorə potrà trovare una
risposta diversa perché forse a ognuno, proprio come ai protagonisti di Dove
qualcosa manca, manca qualcosa di diverso. Così resisto alla tentazione di
darvi la mia risposta e vi auguro una buona lettura.
Qui siete tutti
preoccupati a non ferirvi con le parole, e qual è il risultato? Che vi ferite
con i silenzi.
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