Recensione: DOVE QUALCOSA MANCA di Francesca Zanette
4/05/2022Arriva da qualche regione
remota. Sorvola i campi, spande odori semi spore, si ramifica lungo le strade,
raggiunge periferie; passa dai tombini, risale grondaie, s’incastra nelle crepe
dei muri, tra le rotaie del treno; s’infila sotto le porte, muove le tende, si
tuffa nel caffè e viene bevuta, assimilata, sudata. Un giorno non è primavera,
il giorno dopo sì. Aprile te la fa sotto il naso, come il latte sul fuoco la fa
alla massaia.
Caterina odia aprile, mese per lei maledetto che le ha portato via la amata sorella e lasciato una domanda per la quale nessuno ha o nessuno osa dare una risposta. Chi?, si chiede continuando a tormentarsi dalla fine della guerra, giorno dopo giorno, mentre tra la bottega da mandare avanti e il piccolo Gianni la vita prosegue a un ritmo nuovo.
Romanzo
di esordio, Dove qualcosa manca rivela una particolare attenzione di Zanette
per il tessuto sociale, per la rete di rapporti che si intreccia su
apparenze e preconcetti, ma anche su affetti sinceri. Nel paese dove vive
Caterina sembra, per esempio, che tutti sappiano chi ha l’amante e chi è,
invece, l’amante, che non sia un problema a patto che la questione non diventi
pubblica.
Immaginava il suo matrimonio fin da bambina: a dieci anni già sapeva il colore dei fiori e il taglio del vestito.
Ma è sufficiente la domanda di una conoscente, «Allora, Noemi, sei contenta?», perché si apra lo squarcio.
Non mi chiedo mai: questa donna domani l’amerò? Perché domani arriva ed è ancora amore. Allora so che ti amo e pur non sapendo nemmeno cosa sia, l’amore, ti amo e basta.
C’è nel titolo del
romanzo di Zanette una domanda implicita, a cui ogni lettorə potrà trovare una
risposta diversa perché forse a ognuno, proprio come ai protagonisti di Dove
qualcosa manca, manca qualcosa di diverso. Così resisto alla tentazione di
darvi la mia risposta e vi auguro una buona lettura.
Qui siete tutti
preoccupati a non ferirvi con le parole, e qual è il risultato? Che vi ferite
con i silenzi.
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