Era il più abile dei sicari, addestrato per annientare i nemici del Doge. Dall’ombra di un’altra identità, Grifo è fedele a un giuramento e torna a impugnare i suoi coltelli letali. Cosa si nasconde dietro la morte del Doge? Chi ricatta il Reggente?
Tra Cinquecento e Seicento, nello sfarzo dei palazzi e nell’ombra dei carrugi, in una Genova scossa da congiure e intrighi, Lorenzo Beccati ambienta un affascinante thriller storico capace di far respirare l’aria del passato e di provocare forti emozioni, catapultando il lettore in un mondo fatto di misteri, amori, tradimenti e disonore.
Tra Cinquecento e Seicento, nello sfarzo dei palazzi e nell’ombra dei carrugi, in una Genova scossa da congiure e intrighi, Lorenzo Beccati ambienta un affascinante thriller storico capace di far respirare l’aria del passato e di provocare forti emozioni, catapultando il lettore in un mondo fatto di misteri, amori, tradimenti e disonore.
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«Ho giurato fedeltà perpetua a Genova ma spero che sappiate ciò che mi state chiedendo.
Io ho un solo modo di risolvere le cose. Si chiama “sofferenza”».
Grifo ha scelto da sé il suo nome, riconoscendo in sé le qualità degli animali riuniti nella chimera simbolo della città di Genova. E in lui, così pronto a battersi per difendersi ma astuto e tenace, il doge Gerolamo Chiavari ha visto un potenziale che non vuole vada sprecato.
Grifo viene addestrato per diventare l’arma segreta dei dogi di Genova.
Il romanzo di Beccati si apre così: con una battuta di caccia che permette al doge Chiavari di trovare un ragazzo dotato, adatto per realizzare uno dei suoi sogni. I capitoli dedicati all’addestramento di Grifo preparano il lettore al crescendo adrenalinico della narrazione.
Ventinove anni dopo la prima missione, Grifo non vive più nell’ombra del potere ducale ma la serena quotidianità che ha costruito sull’isola di San Fruttuoso viene spazzata via quando gli viene consegnata una Bibbia nella quale sono stati conficcati due pugnali, i genovesini da cui un tempo il sicario non si sarebbe mai separato.
È una convocazione che non può ignorare: deve tornare al servizio del Signore di Genova, il doge Giorgio Centurione.
A Genova si nasconde un vigliacco che uccide prezzolando qualcuno
perché abbia il coraggio che lui non possiede.
Beccati, infatti, racconta Genova e i suoi dintorni con una poesia che rivela il suo legame personale con la città, facilmente sovrapponibile con quello del protagonista.
Un’attenzione certamente non minore è riservata al quadro storico: le ultime pagine del libro sono dedicate ad alcune Note (ma interessanti!) sui personaggi storici che sfilano nel romanzo. Apprezzo sempre moltissimo i riferimenti, che siano letterari, geografici o storici, e mi sarei spontaneamente messa sulle tracce di quelli che avevo colto durante la lettura: trovare le coordinate alla fine del libro mi ha fatto molto piacere.
In generale, ho trovato la lettura estremamente piacevole: ho iniziato e ultimato il romanzo nel giro di pochi giorni seppure fossi molto impegnata.
Il fascino di Grifo esce dal romanzo e le sue avventure avvincono il lettore. Ulteriore punto di forza è la brevità dei capitoli, che contribuisce a rendere ancora più incalzante il ritmo narrativo.
Se cercate un romanzo avvincente ed emozionante, Uno di meno fa al caso vostro e chissà che un giorno non riesca a mettermi sulle tracce di Grifo: per il momento mi accontenterò di recuperare gli altri romanzi di Beccati. Avete consigli?
P.s. Stefania aveva letto e apprezzato Pietra è il mio nome.
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