Recensione: "ExtraUnione e la Società degli Uomini Morti" di Michele Raniero

6/02/2013

Buona domenica!
Come sapete, è difficile che i libri scarseggino e, anzi, si accumulano piacevolmente. Di solito sono metodica e leggo seguendo un ordine cronologico: insomma è difficile che l'ultimo arrivato balzi in cima alla lista. Con questo romanzo è stato diverso e, spinta da una curiosità crescente, mi sono tuffata a capofitto nella lettura.

Titolo: ExtraUnione e la Società degli Uomini Morti
Autore: Michele Raniero
Editore: Il Ciliegio – maggio 2013
Pagine: 228
Prezzo: € 16,00

Convinto di essere un dio, Zivor Ullman ha conquistato Futura, che ha ribattezzato ExtraUnione. Ventidue anni dopo, Unione viene attaccata e invasa.
Met Roustin è un soldato di Unione, ma è anche un membro della Società degli Uomini Morti. Il destino lo ha messo all'incrocio di due vie che sembrano escludersi a vicenda. La sua scelta è combattere per entrambe.

*****

Non capita tutti i giorni di trovarsi davanti a un esordio di questo calibro e non posso che sentirmi più che soddisfatta dalla lettura. Avete presente il senso di appagamento che si prova alla fine di certi romanzi? È esattamente di questo che sto parlando.
Nonostante il finale quasi sospeso, che -sapete bene- sopporto con una certa difficoltà, sono stata sorpresa dal mio stesso entusiasmo. Diciamo pure che me ne sono accorta quando mi sono trovata a improvvisare una sorta di balletto sulla base di una musica che sentivo solo io. Anche se avrei dovuto avere qualche sospetto, quando ho deciso che sarei entrata nella Società degli Uomini Morti. Ma procediamo con ordine.
Il mio ingresso a Unione è stato… grigio e agghiacciante: la scena che si presenta agli occhi del lettore riporta alla memoria inquietanti immagini storiche. Zivor Ullman è il presidente di Unione e di ExtraUnione, nonché l'uomo più potente della terra.
Il presidente Ullman avanzò sul balcone con incedere elegante, lo sguardo dritto di fronte a sé, le labbra appena incurvate all'insù, come a suggerire un sorriso magnanimo.
Osservò le minuscole figure nella piazza con sguardo altezzoso, poi fece un cenno, e nuove urla di giubilo esplosero, riempiendogli le orecchie.

Finalmente Futura è stata conquistata e ora porta il nome di ExtraUnione: Ullman ha realizzato il suo sogno. Subito dopo veniamo sbalzati in un futuro terribile: l'attacco dei neutoniani ha distrutto Tzare, la capitale di Unione. Tutto è avvolto dalle fiamme delle bombe sganciate sulla città. In questo frangente disperato incontriamo per la prima volta il generale Met Roustin. È un soldato forte e letale, dotato di una straordinaria prontezza di riflessi, ma determinato a salvare quanti più innocenti possibile. È senza ombra di dubbio una delle figure più interessanti: è quasi intimorito da ciò che è diventato, ma allo stesso tempo continua a rispondere alle leggi del suo cuore.
Ancora una volta, però, il lettore è strappato alle maglie del tempo e trasportato a sette anni prima dell'attacco. Ci si ritrova, un po' straniti, a ExtraUnione. Met ha sedici anni ed è in compagnia del suo inseparabile amico Sam, quando riceve l'invito della Società degli Uomini Morti. Da questo momento in poi, gli eventi si susseguono forsennati o, meglio, così è stato per me che ho imposto alla lettura un ritmo particolarmente sostenuto: avevo bisogno di sapere, di seguire Met e Sam, di combattere, di vincere, di salvare la terra.
Mi sono accorta di essermi invaghita di Met solo a poche pagine dalla "fine". So perfettamente che non si tratta di una grossa novità, data la lunghissima lista dei miei amori letterari, ma vi assicuro che non è paragonabile ad altri protagonisti. Sicuramente è facile immaginare un corpo muscoloso, scolpito dagli allenamenti dell'Accademia militare, ma dal momento che non è su questo che il romanzo si sofferma, sono la sua determinazione e i suoi ideali ad aver la meglio.
La mia adorazione per Sam, poi, non ha sicuramente rivali: intelligente, spigliato e ironico, un amico incredibile. Met senza di lui sarebbe veramente perso. Evviva Sam e i salvataggi in extremis!
Non voglio raccontarvi troppo, altrimenti rischio di togliervi il gusto della lettura e voi DOVETE leggere questo romanzo (Fidatevi! E no, non sono dispotica!). Tuttavia, desidero presentarvi ancora due personaggi: Kath e Kira. I due sono fratelli e insieme danno vita alla Società degli Uomini Morti, un'organizzazione segreta il cui obiettivo è distruggere Ullman e far risorgere Futura.
Kath è un ragazzo molto giovane, carismatico e affascinante. Con la sola presenza è in grado di ottenere l'attenzione delle persone. Non ci sono molte occasioni nel corso del romanzo di interagire con lui, ma le sue parole sono intense, cariche di un'idealità che è impossibile non condividere. È così, con i suoi discorsi, quelli più riservati, che mi ha coinvolto nel suo progetto.
«Fai sempre ciò che senti giusto, indipendentemente da quello che ti diranno o faranno gli altri. Non c’è nulla di male nell’essere diversi, nel non gioire se è stato necessario sacrificare una vita per salvarne un’altra o la tua. Fai quello che la tua coscienza, la tua anima ti sussurrerà, e non guardarti mai indietro. Sai perché?»
«Perché?» chiese Met, che pendeva dalle sue labbra.
«Perché, qualsiasi cosa tu faccia, non sarà mai abbastanza per il mondo. Non si è mai abbastanza per nessuno. Quindi fa almeno in modo di esserlo per te stesso.»

E Kira: vi prego, nella prossima vita voglio rinascere lei! È una guerriera incredibile. Il mio desiderio è conoscerla meglio nei prossimi capitoli della tetralogia.
Anche se resta molto da scoprire sui diversi personaggi, le azioni più che le parole li delineano molto bene, illudendo il lettore di conoscerli. In particolare, dopo qualche giorno dalla fine della lettura, sento una particolare sintonia con Met: è difficile schierarsi totalmente contro Unione, soprattutto dopo l'attacco dei neutoniani. ExtraUnione e la Società degli Uomini Morti è un romanzo che spinge a riflettere sulle realtà della guerra: non è possibile individuare il nemico in un'intera popolazione, avendo la consapevolezza che anche i vincitori hanno le loro vittime e le manovre militari dipendono dalla volontà di pochi.
Lineare e fluido, lo stile di Michele Raniero rivela una maturità piuttosto rara in un esordio: la cura del dettaglio, formale quanto narrativo, unitamente a una terza persona tutt'altro che fredda e distaccata, mi ha coinvolta fin dall'inizio, rendendomi partecipe e lasciandomi spesso con il fiato sospeso. È stata una sorpresa molto piacevole e una ventata di aria fresca. Chissà quali novità ci riserva il futuro di ExtraUnione!
Sono ansiosa di leggere il seguito, ma per il momento mi limiterò a consigliare a tutti la lettura di questo romanzo fantascientifico e, se non fosse chiaro, ribadisco: io voglio entrare nella Società degli Uomini Morti.
Tu sei diverso dagli altri, ed è questa la tua forza, è questo che mi ha spinto a farti recapitare quell’invito.
Sei importante per la Società degli Uomini Morti, più di quanto tu possa immaginare, più di quanto vorresti, forse.




p.s. Vi consiglio di visitare il sito di ExtraUnione.

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