Intervista #7: Conosciamo meglio Chiara Cilli

6/29/2013

Buon sabato adorati lettori e lettrici!!! Una delle nostre specialità di blogger è curiosare nelle testoline degli autori e delle autrici che abbiamo avuto il piacere di conoscere grazie alle loro opere interessanti. Oggi, quindi, voglio farvi scoprire qualcosa in più su un'autrice italiana che sta facendo molto parlare di sé e che è nota sicuramente a moltissimi di voi per i suoi bei romanzi, dal fantasy "Il risveglio del fuoco", primo volume della trilogia La Regina degli Inferi, e il suo spin-off romance erotico "Assaporare il fuoco", passando per l'urban fantasy "La Promessa del Leone", e arrivando infine alla sua ultima fatica che sta tenendo compagnia a molte lettrici sotto il sole cocente dell'estate, cioè la serie erotica Matt Staton's Agency.
Ho fatto quattro chiacchiere con Chiara Cilli qualche tempo fa (ancora non era stata pubblicata la serie di Cris e Matt) e adesso è giunto il momento di condividere su IDIB-BE  le belle risposte che questa talentuosa ragazza ha dato alle mie domande. Curiosi di saperne di più su questa brava e prolifica autrice tricolore??? Bene, allora continuate a leggere il post!

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Ciao Chiara e benvenuta! Grazie per aver accettato di essere mia ospite. È davvero un privilegio e un immenso piacere dialogare un po’ con te!
Ciao, Monia! Grazie a te per l’ospitalità. Non vedo l’ora di fare una bella chiacchierata con te!

Sei una ragazza giovane e ricca di immaginazione. Dai tuoi scritti si nota subito il tuo amore per la creazione e la fantasia. Parlaci di te, raccontaci i tuoi interessi e chi si cela dietro la figura misteriosa di scrittrice.
Non c’è molto da dire, in realtà. Sono una ragazza come tante! Ho ventidue anni e vivo a Pescara. Da ottobre 2012 frequento un corso di balli di gruppo e nel tempo libero, quando non sono piantata davanti al PC a scrivere, mi piace ascoltare musica, seguire le serie tv americane e guardare film. Sono dipendente dai libri che riescono ad accendere qualcosa in me. All’età di otto anni ho iniziato a praticare equitazione a livello agonistico, smettendo dopo dieci anni. Per quanto riguarda la mia personalità… be’, diciamo che ne ho parecchie, quindi non so cosa dire! Ho il potere di trasformarmi in base all’ambiente in cui mi trovo.

Il tuo primo libro “Il risveglio del Fuoco”, pubblicato nel 2012 da Tabula Fati, è un romanzo fantasy che fa parte della serie “La Regina degli Inferi” e che mette insieme tanti elementi intriganti e affascinanti. È una storia originale e senza dubbio magnetica. Spiegaci come è nata nella tua mente l’idea per questa saga e come mai hai deciso di dare vita ad una storia dove la figura della divinità ha un ruolo così importante.
Sono sempre stata ammaliata dal malvagio e, quando Morwen è apparsa nella mia mente, ho deciso che la sua sarebbe stata una storia ricca di avvenimenti tragici e guerre mortali. Morwen doveva essere tetra e così seducente da tramortire con un solo sguardo. Doveva essere più spaventosa e inarrivabile delle divinità che la vogliono uccidere. Doveva essere la Dea degli Dèi, nata per essere la Sovrana assoluta. E si è rivelata essere esattamente come volevo… finché non è arrivato Galadir e mi ha suggerito di rendere le cose un po’ più interessanti e maliziose. Avrei dovuto intimargli di stare al suo posto e di lasciarmi scrivere, lo so, ma è impossibile resistergli quando sfodera quel suo maledetto sorrisino sensuale!

Spesso, scrivendo storie, la nostra immaginazione ci porta a riprendere in mano elementi che abbiamo appreso nel tempo. Quando inventi una trama lasci che la memoria ti suggerisca idee da rielaborare o cerchi di discostarti da ciò che ha influenzato la tua fantasia nel corso degli anni? Ad esempio, per creare il mondo in cui è ambientato “Il risveglio del fuoco”, hai preso spunto da argomenti letterari che ti hanno appassionato in passato?
Quando ho scoperto il mondo del fantasy, leggevo di terre molto diverse da quelle che si creavano nella mia immaginazione. Prima di dar vita a La Regina degli Inferi non avevo mai incontrato paesaggi oscuri, né nella realtà né nella letteratura, perciò ho affidato tutto alla mia mente. Nessuno dei romanzi che leggevo era così tetro, quindi ho preso spunto da altri autori solo per il genere e, nei primi tempi, per lo stile da seguire.

Nella tua saga fantasy possiamo notare la presenza di una mitologia ben definita e le divinità compiono azioni le cui conseguenze si ripercuotono sulla Terra degli Uomini. Ti sei ispirata ad una mitologia in particolare per creare la tua?
No, almeno credo! È passato tanto tempo, non ricordo tutti i particolari provati mentre scrivevo! È vero che, come mi racconta sempre mia madre, alle elementari la maestra ci leggeva l’Iliade e l’Odissea… Forse il mio subconscio è rimasto talmente affascinato da quelle vicende da spingermi a inserire le divinità nella mia opera.  

Morwen è una protagonista sfaccettata e caratterizzata da una personalità forte. Cosa volevi mostrare tramite il suo personaggio? Come mai hai deciso di sviluppare la figura tenebrosa (e forse, nell’immaginario comune, negativa) di una Dea degli Inferi? Non è certo la scelta più ovvia quella di far emergere un’eroina così oscura! Anzi! Ti ha spaventato l’idea di calarti mentalmente nei suoi panni? O ti sei divertita?
Con Morwen ho voluto dare la possibilità al ‘lato oscuro’ di avere un ruolo principale e dimostrare che non sempre deve essere il Bene al centro della scena. Adoro i ‘cattivi’ di una storia, e con Morwen ho avuto esattamente ciò che volevo: un leader incontrastabile e l’incarnazione delle tenebre più seducenti. Non ho mai avuto paura di entrare nella sua mente, anzi: mentre scrivevo lo spin-off che racconta i tre anni che lei passa a Nobbis, nel Regno dei Cavalli Alati, ho avuto modo di capirla meglio e di restare ancor più impressionata dall’oscurità che l’ammanta. Scrivere di lei è più che un piacere e, sì, è davvero divertente ‘vederla’ scoccare una delle sue occhiate letali e far tremare coloro che sono così stolti da incrociare il suo sguardo. Se poi anche Galadir è presente… oh, le palpitazioni sono assicurate!

Quando hai scritto “Il risveglio del fuoco” sapevi già di voler creare una saga oppure è una scelta che hai fatto quando hai terminato di scrivere il primo volume?
Avevo già tutto chiaro ancor prima di iniziare a scrivere, poiché sono solita stilare in primis un elenco personaggi, trama e linea del tempo.

Il mondo fantasy che hai creato è sicuramente una fonte inesauribile di dettagli da cui si possono trarre infiniti spunti narrativi. Infatti, hai già scritto un racconto erotico ambientato in questa terra che riprende le gesta di Morwen. “Assaporare il Fuoco”, pubblicato da Lite Editions, è uno spin-off che racconta la passione tra Morwen e Galadir e che si preannuncia come una storia emozionante e coinvolgente. Qual è il motivo che ti ha spinto ad approfondire maggiormente il rapporto tra i due innamorati?
Quando ho scritto La Regina degli Inferi non conoscevo ancora il genere erotico, tuttavia il livello di sensualità era molto alto nei miei romanzi. Volevo che i lettori scoprissero com’è andata davvero la prima notte d’amore tra il Principe e la Regina. Volevo che assaporassero l’intensità del sentimento che li lega. 

Il fuoco è un elemento fondamentale in queste due opere. Che significato ha per te? Ha un’importanza particolare nella tua vita?
Penso che esprima la vera natura di Morwen: è pericoloso ma ammaliante, mortale ma irresistibile, sinuoso ma infido, devastante ma irrinunciabile.

Passiamo ora al tuo ultimo romanzo “La Promessa del Leone”, pubblicato a Marzo 2013 con Narcissus Self Publishing, e che ha riscontrato già un notevole favore presso i lettori. La storia è ambientata in Tanzania, una località che viene presa poco in considerazione per un urban fantasy. Perché hai scelto di sviluppare le vicende dei protagonisti in una località così esotica e sperduta?
Avevo bisogno di panorami mozzafiato e location che fossero d’impatto e rendessero le vicende che ruotano attorno ai protagonisti ancor più forti ed emozionanti. E quale miglior terra della Tanzania? Il cratere del Ngorongoro è stupendo, e perfetto per la vita di un branco di mutaforma. E le cascate del fiume Sanje, dove si svolge una delle scene più toccanti, sono di una bellezza superlativa. Non avrei potuto scegliere una località diversa per il mio romanzo.

Come è nata l’idea dei leoni mutaforma che troviamo in questo libro? E come mai hai deciso di creare una storia in cui l’amicizia viene messa a repentaglio dall’amore?
L’idea è nata dal film d’animazione della Disney Il Re Leone: sono sempre stata affascinata dalla vita dei leoni e ho voluto utilizzare la mia passione per loro per realizzare una storia originale. Amore contro amicizia… non è forse la guerra più combattuta, tralasciando quella secolare tra Bene e Male? A volte è l’amicizia a vincere, altre volte è l’amore. Sta ai lettori decidere quale tra i due sentimenti avrà la meglio nel mio romanzo: per alcuni sarà l’amicizia, per altri sarà l’amore. Io non mi pronuncio!

C’è stato qualcosa in particolare che ti ha ispirato “La Promessa del Leone”? Un sogno o un evento, ad esempio?
Sono stata ispirata da un anime giapponese che mi ha conquistato anima e cuore e che mi ha dato l’input per il triangolo Jamila-Daren-Kenan.

I tuoi romanzi presentano ambientazioni affascinanti e originali e intrecci drammatici e coinvolgenti. Tuttavia, la parte romantica è sempre presente e le storie d’amore che hai narrato sono piene di passione e sorrette da sentimenti profondi e tormentati. Mentre scrivi a cosa dai più importanza? Tendi ad approfondire maggiormente l’aspetto emotivo di una storia o preferisci dedicarti alle vicende generali e oggettive della trama?
Forse all’inizio davo più importanza agli eventi che ruotavano intorno ai protagonisti, magari dilungandomi con le descrizioni o episodi che avevano poca rilevanza. Ora, invece, mi concentro esclusivamente sui personaggi principali, sulle loro emozioni. Anche quando leggo un libro, ad esempio, mi piace che la storia verta solo sulla coppia protagonista e non si sposti su altro: rischia di annoiare o di indurre a ‘velocizzare’ la lettura per tornare alla storia principale.

Come prendono vita i tuoi personaggi? E quanto di te c’è in loro? Qual è l’elemento che non deve mai mancare nella costruzione della personalità dei protagonisti delle tue storie?
Quando devo creare un personaggio mi baso sempre su persone realmente esistenti, principalmente sugli attori del grande schermo che riescono a trasmettermi quel tipo di carattere di cui necessito. Quanto di me c’è in loro? Be’, io dico sempre «niente!», ma puntualmente mia madre, che mi conosce meglio di chiunque altro, mi smentisce. I miei personaggi sono sempre molto forti, oscuri e tormentati, o determinati, spigliati e divertenti… ce ne sono per tutti i gusti!

Qual è il messaggio che vorresti che i lettori recepissero leggendo i tuoi romanzi?
Non ho mai preteso di trasmettere un messaggio, a dire il vero. Mi piacerebbe che chi legge i miei libri rimanesse affascinato e commosso, in qualche modo. Mi piacerebbe lasciare un segno in ognuno di loro, anche piccolo.

Tu hai pubblicato sia con case editrici che con un metodo di autopubblicazione, in entrambi i casi con successo. Sei soddisfatta dell’esperienza di self publishing? Quali sono i principali vantaggi e svantaggi in entrambi i casi? C’è qualche consiglio che vorresti dare a chi vuole intraprendere la via dell’autopubblicazione per veder realizzate le proprie opere?
Sono molto soddisfatta del self publishing! Tuttavia, lo sono stata anche collaborando con la Tabula Fati, che mi ha permesso di partecipare a eventi come Il Salone Internazionale del Libro di Torino, il Pandino Fantasy Books e il San Giorgio di Mantova Fantasy, e di conoscere tanti altri scrittori italiani del genere. Lo svantaggio di pubblicare con la CE è stato che qualche lettore avrebbe preferito la versione digitale de Il risveglio del Fuoco, viceversa qualcuno vorrebbe La Promessa del Leone in formato cartaceo. Il consiglio che do a chi vuole auto pubblicarsi è eseguire un buon lavoro di editing, procurarsi una buona cover e farsi tanta, tanta pubblicità sul web.

Quali sono i generi letterari che più ti piace esplorare come scrittrice e anche come lettrice?
Attualmente mi sono buttata a capofitto con il genere erotico, sia come scrittrice sia come lettrice. Grazie alla forte emotività presente in questi romanzi, l’erotico riesce a toccare molti punti della mia anima e a conquistarmi totalmente. Nella mia libreria ci sono anche innumerevoli urban fantasy e paranormal romance per adulti, e anche qualche thriller si sta facendo largo tra i miei scaffali.

Il tuo stile e la tua fantasia sono stati influenzati da un autore o un’autrice in particolare? O da un libro?
Sicuramente la scoperta dei romanzi di Keri Arthur è stata illuminante per il mio stile. Il suo è quello che più mi piace, diretto e intenso, che colpisce dritto al cuore. Studiare il suo tipo di scrittura è stato molto istruttivo, specialmente quando mi trovavo a scrivere scene d’azione. Nel momento in cui sono approdata al genere erotico, invece, sono stata stregata dallo stile di Beth Kery, lapidario al punto giusto come quello della Arthur e meravigliosamente descrittivo nei momenti salienti.

Come mai hai intrapreso la strada della scrittura? E qual è la cosa indispensabile alla tua creatività mentre lasci volare l’immaginazione e scrivi i tuoi pensieri? Ascolti un particolare tipo di musica?
Scrivere mi rende felice, mi permette di andare avanti quando magari è un brutto momento, è la mia vita. È proprio la musica l’elemento indispensabile quando mi siedo davanti al computer! Tutte le canzoni degli Evanescence sono stati fondamentali durante la stesura de La Regina degli Inferi, mentre per La Promessa del Leone mi hanno ispirata I Remain di Alains Morissette, Run di Leona Lewis, i Nickelback, Hang on di Seether, Dance With The Devil di Breaking Benjamin e Set Fire to the Third Bar di Snow Patrol Ft. Martha Wainwright.

Sappiamo che “La Regina degli Inferi” è una serie e, essendo già uscito il primo volume, attendiamo con impazienza i seguiti. Ci puoi dare qualche piccola anticipazione? E, oltre a questa saga fantasy, quali sono i tuoi progetti futuri in ambito letterario?
Prigionia Mortale, secondo libro della saga, uscirà per autunno/inverno. Qui avremo a che fare con la sadica Deshre, decisa a fare del Principe Galadir il suo giocattolo personale. Galadir dovrà sopravvivere alla sua crudeltà e temprarsi per affrontare le dure prove che lo attendono. Sarà un’impresa molto difficile e Galadir dovrà prendere in mano la situazione, far vedere quanto vale e diventare l’eroe di cui la sua Terra ha bisogno. Ma sarà anche chiamato a fare una scelta che rischia di spezzarlo: continuare a lottare per salvare Morwen, o sacrificarsi e acquisire il potere che gli permetterà di uccidere la Dea della Morte?
Lo scoprirete presto!
Gli altri lavori che ho nel cassetto comprendono la saga sequel de La Regina degli Inferi e un suo cross-over, uno spin-off de La Regina degli Inferi, un urban fantasy autoconclusivo e i primi libri di due serie urban fantasy per adulti. Attualmente sto lavorando sui secondi volumi di queste due serie e sto finendo il primo romanzo di una trilogia erotica contemporanea che uscirà a episodi per Lite Editions.

Carissima Chiara, ti faccio i miei complimenti e ti auguro di realizzare i tuoi desideri! È stato un piacere parlare con te e dei tuoi romanzi e ti ringrazio per essere stata mia ospite e per averci fatto compagnia! Vuoi salutare i lettori e le lettrici indicando gli ingredienti principali che potranno trovare nei tuoi romanzi qualora decideranno di leggerli e di entrare nei tuoi mondi fantasy?
Grazie a te, Monia, mi sono divertita molto! Spero di aver incuriosito i tuoi followers e di aver invogliato coloro a cui piace leggere storie che parlano di amori tormentati e passionali, di scontri epici e battaglie sanguinose, di odio e tenebre, a immergersi nei miei romanzi. Un caloroso abbraccio a tutti!



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4 commenti

  1. Sinceramente non so se temere per (il mio) Galadir o se esultare perché le anticipazioni fanno pensare che passeremo molto tempo con lui...
    Cara Chiara, come sai io sono una di quelle rimaste affascinate dalla tua penna. Quanto alla commozione, mi basta pensare a La Promessa del Leone per sentirmi sconvolta. È nel mio cuore ed è bello quando una lettura, anche a distanza di tempo, riesce a darti tanto. ❤
    Giuro che ora smetto di delirare su te e le tue creaturine... Daren! Kenan!
    *viene trascinata via di peso*

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    Risposte
    1. Le tue grida da fangirl sono arrivate fino qui da me :D

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