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Recensione "INVENTARIO DI UN CUORE IN ALLARME" di Lorenzo Marone

Buon lunedì lettori!
Oggi vi parlo di un libro che si adatta purtroppo al periodo che stiamo vivendo: Inventario di un cuore in allarme di Lorenzo Marone


INVENTARIO DI UN CUORE IN ALALRME
di Lorenzo Marone
Einaudi | Stile Libero Big | 296 pagine
ebook €9,99 | cartaceo €18,00
11 febbraio 2020 | scheda Einaudi


Per un ipocondriaco che vuole smettere di tormentare chi gli sta accanto con le proprie ossessioni, trovare una valvola di sfogo è una questione vitale. Ma come si impara ad affrontare la paura da soli? Forse raccontandosi. È quello che fa Lorenzo Marone, senza timore di mostrarsi vulnerabile, con una voce che all'ansia preferisce lo stupore e il divertimento. Scorrendo l'inventario delle sue fobie ognuno può incontrare un pezzo di sé e partecipare all'affannosa, autoironica ricerca di una via di fuga in discipline e pratiche disparate: dalla medicina alla fisica all'astronomia, dalla psicologia alla religione, dai tarocchi all'astrologia. Alla fine, se esorcizzare del tutto l'angoscia resta un miraggio, possiamo comunque reagire alla fragilità ammettendola. E magari accogliere, con un po' di leggerezza, le imperfezioni che ci rendono unici. Le confessioni comiche, poetiche, paradossali di un «cuore in allarme». Che prende in giro sé stesso mettendo in scena quello che, da Molière a Woody Allen, è sempre stato il più irresistibile dei personaggi tragici.


La mia recensione.
In queste giornate in cui non si fa altro che parlare di virus e quarantena, la vita di tutti noi subisce piccole o grandi variazioni, cambiamo qualche abitudine, ci guardiamo intorno in modo diverso. Per un ipocondriaco la situazione deve essere 100 volte peggio. Di ipocondria, o meglio della sua ipocondria, ci parla in questo libro Lorenzo Marone. Niente personaggi che ci resteranno nel cuore, niente storie di famiglie, niente elenchi del mi piace. No, questa volta l'autore napoletano si mette letteralmente a nudo e ci parla di se e delle sue fobie, di quel malessere costante che lo accompagna nella vita di tutti i giorni e che va appunto sotto il nome di ipocondria.

Non è facile parlarvi di questo libro, non è un romanzo, non c'è una storia, non c'è un protagonista. C'è Marone che per l'occasione sveste i panni dell'autore e si immerge in quelli di io narrante, di personaggio. Saltando tra piccoli fatti del proprio vissuto, riflessioni filosofiche e sedute di psicoterapia, l'autore cerca di coinvolgere il lettore nella sua quotidiana lotta contro la paura di morire, di avere qualcosa, ma anche indagare in tal senso. Eh si, perchè quella dell'ipocondriaco non è solo paura della malattia, del neo, di quel colpetto di tosse in più, ma è anche la paura di sapere, di essere consapevole, di andare dal dottore che ci dica "si, meglio approfondire". È un cane che si morde la coda, un circolo vizioso da cui è difficile se non impossibile uscirne. Certo, parlarne aiuta, ma non come potete pensare. Il presupposto del libro stesso è questo:

Ho deciso di parlare di ipocondria, del mio rapporto con una fobia che mi toglie il fiato ogni giorno, perchè penso che condividere le paure possa servire a destabilizzarle, perchè noi ipocondriaci sappiamo che fare gruppo aiuta: vedere che c'è un altro che soffre delle tue stesse ansie ti fa stare meglio, c'è poco da fare. La frase migliore che un ipocondriaco possa sentirsi dire è: « Questo sintomo l'ho avuto anche io, non ti preoccupare, niente di grave ».

Questa vera e propria seduta condivisa di psicoterapia collettiva non ha però niente del tragico o del triste, e qui sta il bello di questo libro: si ride. Si ride con l'autore delle sue paturnie nei momenti più assurdi, della sua ricerca del povero dottore-amico di turno costretto a visitarlo anche in vacanza, della confessione con il sacerdote sotto casa che non sa che pesci prendere con questa pecorella smarrita, degli esercizi "impensabili" che il dottor Cavalli gli propina tra una seduta e l'altra. È forse un modo per alleggerire il racconto o per esorcizzare un livello successivo della fobia, sta di fatto che, a differenza delle riflessioni filosofiche o degli excursus relativi a Keplero e soci, sicuramente più ostici, i racconti più personali sono le parti che ho preferito, che mi hanno divertito ma che mi sono rimaste anche più impresse nel cuore. Sono anche i passaggi che maggiormente di fanno riflettere su cosa voglia dire essere ipocondriaci in un momento come questo. Io, che non lo sono, ho potuto vedere con i suoi occhi l'ansia e la paura.

Non penso sia stato facile rendersi così vulnerabile davanti ad un pubblico che sicuramente si aspettava un nuovo Cesare o il ritorno di Erri. Niente di tutto questo, mi spiace. Quindi se ancora dovete iniziare a leggere i libri di Lorenzo Marone non vi suggerisco di iniziare da questo. Ma se già lo conoscete, ecco questo libro ve lo farà conoscere ancora meglio, vi farà vedere le sfaccettature della sua vita, le sue paure, le sue ansie, e gli vorrete ancora più bene.

Voto
sono 4 stelle e mezzo!


Alla prossima







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