Buongiorno lettori e lettrici! Oggi torniamo con il nostro appuntamento dedicato alle recensioni a confronto. Amaranth e Monia, infatti, hanno letto il romanzo paranormal romance "Il lamento di Euridice" di Luana Semprini e ora sono pronte a parlarvene. Le loro opinioni su questo libro sono molto discordanti, quindi se volete farvi un'idea completa sull'opera in questione questo è sicuramente il post giusto!
Buona lettura!
Titolo: Il lamento di Euridice
Autore: Luana Semprini
Editore: Ute Libri
Collana: Ute Storie
ISBN: 9788867360338
Pagine: 108 p.
Prezzo: € 9.00 (cartaceo) - 3.49 (ebook)
Genere: Romanzo
Sottogenere: Paranormal Romance
Anno di pubblicazione: 2013
Trama
Erika e i suoi amici decidono di trascorrere alcune settimane nella casa di montagna di Daniel per una vacanza post maturità. Una casa isolata, affiancata da un bosco al di sopra del quale si trova un piccolo cimitero sconsacrato, nient’altro che poche lapidi malmesse. I ragazzi si recano a visitarlo, curiosi, ma Erika è la sola che avverte una voce lamentosa e disperata. Da quel momento in poi la voce diventerà il suo pensiero principale tanto da indurla a tornare al cimitero la stessa notte, da sola. Qui incontra un personaggio inquietante, un ragazzo di nome Malco che inizia a tormentarla, convincendola che anche lui sente una voce e di aver bisogno di lei per potersene liberare. Erika non gli crede, pensa che sia pazzo. I giorni passano ed Erika si accorge di essere sempre più tormentata da quella voce disperata e cede alle pressioni di Malco. Si incontrano più notti, in una radura in mezzo al bosco, e lui le racconta cose a cui Erika non vuole credere. Malco le parla della sua infanzia passata tra uno psicologo e l’altro, la solitudine, la convinzione di tutti, anche della sua famiglia, della sua pazzia a causa della “voce”. Ma è veramente pazzia quella di Malco? È follia il suo ostinarsi a perseguitare Erika e a chiamarla “Euridice”? E sarà follia l’attrazione malata che spinge Erika sempre più a fondo? Il confine tra sanità e pazzia non è altro che un pallido pozzo in cui è facile cadere.
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Il pensiero di Amaranth:
Sono ore che guardo il cursore che lampeggia sullo schermo cercando un modo carino per esprimere il mio pensiero su Il lamento di Euridice, ma temo che non riceverò l'illuminazione giusta.
Su diversi blog avevo letto segnalazioni e recensioni di questo romanzo: la trama, equilibrato connubio di originalità e ispirazione ai miti classici, mi ha subito attratta. Aspettavo l'occasione giusta per leggerlo e mi si è presentata proprio in questi giorni.
È stata una lettura molto veloce e non troppo impegnativa che, però, mi ha lasciata un pochino delusa. Premetto che sono un'amante delle descrizioni accurate, dei barocchismi, ma leggo davvero di tutto e, soprattutto, penso di essere in grado di apprezzare qualsiasi stile. Tuttavia fin dal primo capitolo mi è sembrato che la narrazione corresse un po' troppo: a mio avviso poteva essere più approfondita e dilatata, anche perché così mi ha fatto pensare più a un racconto che a un romanzo vero e proprio.
Tralasciando le veniali questioni sulla brevità e sullo stile, durante la lettura mi sono imbattuta in alcuni usi linguistici che mi hanno lasciato perplessa: non potrei definirli errori veri e propri ma, sommandosi alla latitanza di diverse virgole nei dialoghi, li ho notati e non me la sento di passarci sopra come farei con un errore di battitura (volente o nolente, scappano sempre).
Mi riferisco a espressioni come "sobillando di gioia" e "mi sentivo piena di nausee". Ho fatto le mie ricerche perché spesso capita che frasi, che ci suonano strane, siano in realtà più che corrette e che le parole abbiano significati diversi da quelli che conosciamo. Partendo dal primo esempio, mi risulta che sobillare sia sinonimo di incitare, addirittura istigare e che, pur ammettendo l'uso metaforico all'interno della frase, essendo transitivo non dovrebbe essere seguito dalla preposizione. Venendo alle nausee, l'uso plurale mi fa pensare a una donna incinta ed Erika non lo è. Queste, come altre imprecisioni, potevano facilmente essere evitate da una revisione più attenta e critica del testo.
Non voglio accanirmi, ma desidero esporre con chiarezza i motivi della mia insoddisfazione; perciò, devo ammettere di aver trovato alcune incoerenze all'interno della storia. Il prologo è senza dubbio intrigante e riempie di curiosità: Daniel, l'amico di Erika, è morto in circostanze misteriose, ma è sulla ragazza che si concentra la nostra attenzione; sconvolta da un'ansia febbrile e isolata da tutti i suoi amici. In questa circostanza, si apprende che tra lei e Daniel c'è stata qualcosa di più che una semplice amicizia. Proseguendo la lettura, però, si scopre che Erika, pur trovando simpatico e carino il ragazzo, non è interessata a lui e che, anzi, è infastidita dalle attenzione che le dedica tanto da arrivare a respingerlo.
Ed infine, l'epilogo. Mi chiedo se l'autrice abbia in mente un seguito perché è l'unica cosa che, almeno in parte, lo motiverebbe.
Inutile dire che non mi sono sentita partecipe delle emozioni vissute dalla protagonista. Alcuni comportamenti, inoltre, mi sono sembrati immotivati o sproporzionati, ma per il patto di sospensione dell'incredulità tra lettore e narratore ho deciso di non soffermarmici e di proseguire la lettura.
Quella de Il lamento di Euridice è una storia con moltissimo potenziale e io sono fermamente convinta che anche l'autrice possa fare meglio. Ancora una volta, voglio lodare l'originalità, caratteristica preziosa come una gemma rara.
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Il pensiero di Monia:
Tra me e “Il lamento di Euridice” di Luana Semprini è stato amore a prima vista. La storia, la copertina, i riferimenti al mito di Orfeo ed Euridice, lo stile, i personaggi … tutto mi ha portato a leggere questo romanzo in poche ore (rigorosamente notturne) e ad innamorarmi di esso. Volevo leggerlo da tempo, ma ogni volta dovevo rimandare, finché un giorno l’ho iniziato in seguito a un impulso istintivo, ho dato uno sguardo alle prime pagine e poi l’ho dovuto lasciare lì, in attesa, per occuparmi di altro. Ma il libro ormai era entrato nella mia testa e non mi lasciava in pace. Credetemi se dico che non riuscivo a togliermi dalla mente la storia di Erika e Malco. La sera, quando finalmente ho potuto mettermi comoda e proseguire la lettura, sono stata ossessionata dai risvolti misteriosi e romantici dell’intreccio.
Ossessione. Sì, questo è il termine giusto per descrivere l’effetto che crea questo romanzo. L’ambientazione gotica ma moderna, i protagonisti vittime di un destino avverso, la storia d’amore ricca di passione e purezza, creano insieme un miscuglio di pathos e mistero che mi ha trascinata in un vortice di dipendenza. È una lettura intensa e coinvolgente che mi ha tenuta con gli occhi incollati alle pagine con una facilità incredibile e che ha continuato a vorticarmi nel cervello anche dopo aver letto la parola fine. Già, perché il romanzo è breve e lascia spazio a molti dubbi e domande ed è difficile credere che la storia sia conclusa; quando mi sono accorta di essere giunta al termine, sono stata assalita da un senso di insoddisfazione e incompletezza perché volevo ancora stare in compagnia delle atmosfere romantiche e tormentate che l’autrice è riuscita a raccontare con abilità e sentimento.
Erika ha appena finito il liceo e decide di trascorrere qualche giorno di vacanza con i suoi amici Jack,Sofia, Jane e Daniel nella casa dei genitori di quest’ultimo a Villalba, un paesino sperduto tra i boschi marchigiani. Quando il gruppo arriva a destinazione decide di fare una passeggiata tra le meraviglie naturali che il luogo offre, ma ad un certo punto i ragazzi si imbattono in un cimitero abbandonato e Erika inizia a sentire un cupo lamento nella sua testa. Gli altri non riescono a udire la voce e credono che la reazione dell’amica sia solamente dovuta alla stanchezza e allo shock. Tuttavia, Erika sa che non è così e durante la notte, mentre gli altri dormono, torna al cimitero per scoprire che cosa ha provocato il suo malessere e lì incontra Malco, un ragazzo strano, inquietante ed enigmatico che ha tutta l’aria di soffrire di disturbi psicologici. Spaventata e sconvolta, scappa da quella figura che alla luce della luna appare quasi demoniaca e che continua a chiamarla Euridice, ma ormai l’incontro è avvenuto, lui l’ha trovata e non smetterà di tormentarla finché lei non capirà che gli appartiene.
Mi è piaciuto moltissimo il modo che Luana Semprini ha utilizzato per raccontare la storia, e immergermi in questa realtà fittizia è stato un gioco da ragazzi! Lo stile è pulito e semplice, scorrevole, e la narrazione in prima persona permette di immedesimarsi alla perfezione nel personaggio confuso, spaventato, turbato e disorientato di Erika. Uno degli aspetti che ho davvero apprezzato è stata la capacità dell’autrice di riuscire a descrivere fin nei minimi dettagli lo stato emotivo della protagonista; mentre si legge, si sentono benissimo l’ansia e l’adrenalina, la paura e il coinvolgimento, la confusione e lo stress che attanagliano il suo essere. È stata davvero brava sotto questo punto di vista. La prosa è veloce e regala alla storia un senso di immediatezza che crea una continua attesa e aspettativa e che riesce a tenere con il fiato sospeso fino all’ultima pagina. Unica pecca che ho riscontrato dal punto di vista tecnico è la presenza di alcuni refusi nel testo, ma il numero non è così elevato e questo difetto può essere benissimo sorvolato. Io sono una lettrice che dà più importanza al contenuto che all’involucro, ma cerco di stare sempre attenta a questo tipo di pecche, quindi quando sono presenti lo dico senza problemi per dare una visione totale e sincera dell’opera analizzata. Tuttavia, quando un romanzo riesce ad emozionarmi così tanto come in questo caso, non posso fare a meno di professare tutto il mio amore verso il libro in questione, al di là dei piccoli errori che possono esserci.
Ciò che più ho amato di questo romanzo è sicuramente la storia d’amore tra Erika e Malco, una relazione torbida e intensa intrecciata egregiamente al mito classico e immortale di Orfeo ed Euridice che io adoro. Come poteva non conquistarmi?! Malco è un protagonista maschile perfetto: tragico e solitario al punto giusto, passionale e misterioso, a volte crudele altre dolce, tormentato e creduto pazzo da tutti quelli che lo conoscono, possessivo e geloso, ma anche ironico. Insomma, per me è il massimo! Mi sono totalmente innamorata di lui e della sua aria maledetta! Sono stata ossessionata dalla sua triste presenza come lo era la protagonista! Erika è una ragazza pratica e realista che si trova ad affrontare da un giorno all’altro una situazione che le fa perdere la cognizione della realtà ed è spaventata e scossa, ma allo stesso tempo non può fare a meno di provare attrazione nei confronti di Malco. Non sono sempre stata d’accordo con lei e con le sue scelte, ma è un personaggio che mi è piaciuto molto e che sono sempre riuscita a comprendere. L’amore tra i due è talmente forte e intenso che rapisce e durante la lettura mi sono dimenticata praticamente di tutto tanto ero presa dal mistero e dal sentimento che li avvolgeva. Non riuscivo a smettere di leggere e mi è dispiaciuto tantissimo arrivare alla fine del libro.
L’originalità della storia sta nella scelta di Luana Semprini di unire la bellezza della mitologia classica ai fili della sua trama. L’idea che Orfeo ed Euridice siano due spiriti torturati dal fato che vagano alla ricerca di coloro che permetteranno finalmente alle loro anime di unirsi è tragica e drammatica e dona al romanzo un tocco di romanticismo immortale che avvolge ogni azione dei protagonisti e rende il loro amore puro e straziante, disperato e devastante, attraversato da un bisogno urgente che non ammette più impedimenti. La storia di un amore maledetto e intriso di eterna poesia.
“Il lamento di Euridice” è un romanzo che mi ha ossessionato, emozionato e coinvolto, un libro ricco di magia e di raffinata sensualità, e lo consiglio a tutti coloro che amano il romanticismo gotico e la mitologia greca e vogliono immergersi in una realtà dolce e misteriosa!
Come avete potuto vedere, i nostri pareri in merito a questo romanzo sono molto diversi. A noi piace confrontarci e siamo sempre disponibili a spiegare gli elementi che ci hanno fatto apprezzare o meno un'opera letteraria. Insomma, viva la diversità di opinione, no? :-)
Ora, però, siamo molto curiose. Voi avete letto il romanzo? Se sì, cosa ne pensate? Vi è piaciuto?
A presto,
Amaranth e Monia
io sono più vicina all'idea di Monia..a me è piaciuto tanto:)
RispondiEliminaSì Vale, ora dobbiamo solo attendere il seguito per sapere cosa è successo!!! :-)
EliminaA me non è piaciuto per niente,sono d'accordo con Amaranth :)
RispondiEliminaInfatti, ho potuto notare che questo libro spacca in due i lettori: c'è a chi è piaciuto molto e a chi per niente, invece ;-)
EliminaIo ancora non l'ho letto, ma vista la distanza di opinioni è proprio vero che nessuno legge davvero lo stesso libro. In ogni caso mi avete incuriosita e lo leggerò ^_^ brave bella recensione a confronto
RispondiEliminaVerissimo Silvia!!! Infatti, abbiamo due pareri del tutto opposti e sembra che io abbia letto una storia diversa da quella che ha letto Amaranth :D Se lo leggi poi voglio sapere da che parte ti schieri ;-)
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