Titolo: Ritratto di dama
Autrice: Giorgia PenzoEditore: CartaCanta Editore
Pagine: 152
Prezzo: 13€
Data di pubblicazione: gennaio 2017
Sinossi:
Il viaggio di due anime che si amano da sempre e che combattono per incontrarsi, una favola
metropolitana esaltata dalle atmosfere parigine.
Notte di San Lorenzo. Seduta su una panchina di fronte a Notre Dame, una ragazza sembra aspettare qualcuno. Guillaume, studente di storia dell’arte, la nota da lontano. Incrocia il suo sguardo e ha un sussulto: è identica alla famosa Belle Ferronnière ritratta da Leonardo da Vinci, quadro al quale è devoto. Con una sconvolgente, immediata, complicità, dal Point Zéro della capitale inizia la loro passeggiata attraverso la Ville Lumière. I due parlano di ciò di cui è fatta la vita: arte, fato, desideri, morte. Ma soprattutto d’amore.
A un passo dall’alba la fanciulla svela a Guillaume il suo segreto...
Questo racconto narra di Guillaume, un sognatore, un idealista che
studia storia dell’arte e che è innamorato della donna raffigurata da Leonardo
da Vinci nel quadro “Belle Ferronniere”. La storia inizia mentre lui tenta di
ritrarre Pelagie, la sua modella, ma non ci riesce perché l’unica cosa che le
sue mani riescono a disegnare è la donna del quadro. Pelagie prova a
ricordargli che quella donna non esiste, ma Guillaume rifiuta un simile
discorso, e sprona l’amica a inseguire i propri sogni e a non arrendersi solo
per colpa delle convenzioni sociali, non importa quanto possa essere difficile,
conseguire la propria felicità dovrebbe essere sempre al primo posto.
Guillaume l’ho trovato un po’ troppo ingenuo e idealista per i miei
gusti, ma comunque riesce a farsi apprezzare. Di questo breve racconto, mi sono
piaciute moltissimo due cose: lo stile e l’attenzione per i dettagli. Infatti
sin da subito si nota una particolare cura nel delineare l’appartamento di
Guillaume e la sua padrona di casa, nel descrivere Parigi e alcuni dei suoi
posti più belli, nel parlare del quadro e delle sue particolarità. Parigi è
sicuramente una città bellissima, ma ormai è anche un cliché letterario nelle
storie d’amore, mentre qui l’autrice è riuscita ad esaltare l’ambientazione e a
renderla un punto di forza, invece che uno stereotipo abusato. Lo stile è
meraviglioso, capace di evocare tutto il mistero e il romanticismo che la
storia richiede. Si vede che la scrittrice è molto brava con le parole, perché
mentre leggevo riuscivo a vedere perfettamente tutta la storia scorrermi
davanti agli occhi.
Quello che non ho apprezzato riguarda i dialoghi. Li ho trovati un po’
troppo irrealistici, romanzati, eccessivamente sentimentalisti. È anche vero
che i personaggi sono così e la loro situazione particolare aggiunge un po’ di
melodramma, ma avrei preferito qualcosa di meno accentuato. Sin dall’inizio i
personaggi parlano come se tutto fosse così incredibilmente importante, come se
ogni istante fosse decisivo. Tutta questa intensità, per me, è un pochino
insensata.
Ciò nonostante, l’autrice sa scrivere davvero bene e ha delineato una
trama molto ben precisa e coerente, con due piccoli colpi di scena verso la
fine che mi sono piaciuti davvero tanto. Inoltre, anche se è un racconto, ho
apprezzato che sia stata dedicata attenzione anche ai personaggi secondari.
In conclusione, consiglio questa storia a chi ha voglia di qualcosa con
atmosfere fiabesche, surreali, misteriose e romantiche.
Se siete interessati a questa autrice, sul blog potete trovare le recensioni degli altri libri scritti da Giorgia Penzo:
Red Carpet (primo volume della duologia),
Asphodel (secondo volume della duologia).
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