Titolo: Dershing. Gli ultimi draghi
Autori: Davide Cencini e Rita Micozzi
Editore: Plesio - 26 febbraio 2017
Pagine: 380
Prezzo: Ebook €4,49 - Cartaceo €14,50
Trama
Una guerriera, un topo che vuole diventare un mago, uno scultore, un re dei draghi, una mente geniale che sprofonda nella follia. Sono i protagonisti di una storia lunga mille anni, che plasmerà il destino di Oma, mondo a lungo dominato dai draghi, portati però sull'orlo dell'estinzione da una malattia che li ha resi sterili. Quando i draghi scopriranno che esistono donne in grado di generare figli con loro, le dershing, non tutti accetteranno il cambiamento. Sarà l'inizio di una nuova specie... o l'inizio della fine?
***
Dershing
- Gli Ultimi Draghi ha una struttura particolare: si
articola in quattro racconti legati tra di loro, ma che a livello
di cronologia degli eventi non sono consecutivi. Così il lettore si
ritrova a mettere insieme i tasselli della storia man mano che
procede la lettura.
Al
centro del romanzo vi è lo scontro tra i Draghi Antichi e i
Draghi Alti. I secondi sono nati dall'accoppiamento dei Draghi
Antichi, o come preferiscono chiamarsi loro Puri, con particolari
umane, le dershing, che possiedono la capacità di procreare
con i draghi. I Draghi Alti sono quindi una razza ibrida, che alcuni
Draghi Antichi vedono come un abominio. Da ciò sono nate le
ostilità.
Questa
è solo una minima parte degli eventi, ma non scenderò nel
dettaglio delle vicende, perché data la struttura del romanzo
finirei per rivelare dettagli che è invece piacevole scoprire
durante la lettura.
Il
primo e l’ultimo racconto sono quelli che mi hanno meno convinta.
Il primo risente, a mio parere, della brevità e del fatto che
è l’introduzione al mondo di Dershing; ciò fa sì che non
ci sia reale tempo di affezionarsi ai personaggi e che il tutto
avvenga piuttosto velocemente. Il punto forte di questo primo
episodio è Neebia, l'antagonista, che appare davvero per molto
poco, ma ruba la scena ai protagonisti e riesce ad affascinare e
incuriosire più di loro.
Il
quarto, invece, ha un problema strutturale: è diviso in tre
“scene”, con tre protagonisti che narrano ad altri personaggi gli
eventi mancanti che permettono al lettore di avere il quadro
completo. Questi racconti nei racconti, permettetemi la ripetizione,
rendono un po’ frammentaria la lettura, soprattutto nell’ultima
parte, e funzionano meno rispetto agli altri episodi.
Tolto
via il dente, ora posso dedicarmi a ciò che mi è piaciuto. Per
quanto ci siano state criticità nei due episodi sopra citati, ho
apprezzato l’idea generale del romanzo di mescolare la cronologia
degli episodi. Ricostruire tassello per tassello la storia è
stato per me divertente e interessante, si tratta di una lettura meno
lineare, forse un po' più impegnativa, ma che concede il piacere di
scoprire e collegare dettagli delle varie storie.
I
due racconti di mezzo sono quelli che ho apprezzato maggiormente. Del
secondo mi è piaciuto moltissimo il protagonista, Scresah,
appartenente alla razza dei muscu, topi più intelligenti e di
dimensioni più elevate rispetto ai roditori a cui siamo abituati.
Scresah è un po' la pecora nera della famiglia, impertinente e
fissato con la magia, sebbene solo i draghi possano praticarla. Si
ritroverà a intraprendere un viaggio impegnativo alla ricerca di un
modo per salvare una delle sue (pucciosissime) sorelline. È un
personaggio che suscita fin dall'inizio simpatia e che è inevitabile
amare per la sua intraprendenza.
Anche
qui fa la sua comparsa Neebia, di nuovo per poche pagine, come
nel primo racconto. E anche in questo caso, le esigue scene
dedicategli sono davvero intriganti. Questi piccoli assaggi
dell'antagonista del romanzo hanno la capacità di incuriosire il
lettore in maniera ben mirata e spingono a chiedersi cos'abbia
portato Neebia a essere il cattivo della situazione.
Le
risposte arrivano nel terzo racconto, in cui troviamo un Neebia prima
delle vicende che lo hanno cambiato, ma in cui si possono
riconoscere le fondamenta del futuro antagonista e ho apprezzato
questo aspetto. Certo, ci sono delle motivazioni esterne alla
trasformazione del personaggio, ma vengono mostrati anche i tratti e
l'ideologia di Neebia, senza i quali non avrebbe potuto seguire la
strada che poi ha scelto di percorrere.
Tuttavia,
i miei personaggi preferiti di questo racconto sono Terrant e
Akkar. E qui, temo il rischio di qualche spoiler, perciò mi
limiterò a dire che ho trovato davvero interessante non solo lo
sviluppo del loro rapporto, ma anche le tematiche affrontate grazie
alla contrapposizione di Terrant e Neebia e all'inserimento di Akkar
in questa dinamica.
Sono
davvero curiosa di scoprire che cosa ci sia in serbo nel prossimo
libro, sperando che, seppur inevitabile per certi aspetti, la
tragedia lasci un po' spazio anche a un pizzico di felicità per i
malcapitati personaggi.
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