Autori: Nicola Gratteri e Antonio Nicaso
Editore: Mondadori - 8 giugno 2021
Pagine: 192
Prezzo: cartaceo - € 14,90; ebook - € 8,99
Il 23 maggio del 1992 Giovanni Falcone, la scorta e sua moglie vengono uccisi nella Strage di Capaci. Pochi mesi dopo, il 19 luglio, Paolo Borsellino e cinque agenti della scorta perdono la vita nella Strage di via D'Amelio. A 30 anni dalla loro morte, una raccolta di storie e personaggi per raccontare ai ragazzi il loro coraggio e per continuare lottare contro le mafie nel loro nome. Nicola Gratteri e Antonio Nicaso ricordano le vite di chi, guardando la mafia negli occhi, ha deciso di difendere le proprie idee, la propria dignità: gli occhi di Giuseppe Letizia che, nel buio, assistono spaventati allo svolgersi di un feroce assassinio; le parole "pericolose" di Peppino Impastato che ridicolizzano quegli uomini considerati intoccabili; i saldi principi di Giorgio Ambrosoli; la lotta solitaria del generale dalla Chiesa; la missione contro la mafia di Rosario Livatino, il "giudice ragazzino"; la determinazione di Libero Grassi a non cedere ai tentativi di estorsione; l'alternativa alla mafia e la possibilità di una vita diversa offerta ai giovani da don Pino Puglisi; il diritto a vivere libera rivendicato da Lea Garofalo. I loro sogni, la loro speranza, il loro coraggio sono un modo per non dimenticare: "Si può fare qualcosa, e se ognuno lo fa, allora si può fare molto".
***
Giuseppe
Letizia, Rocco Gatto, Peppino Impastato, Giorgio Ambrosoli, Carlo Alberto dalla
Chiesa, Rosario Livatino, Libero Grassi, Giovanni Falcone, Paolo Borsellino,
Don Pino Puglisi, Giuseppe Di Matteo, Gelsomina Verde, Annalisa Durante, Lea
Garofalo, Nicola Cocò Campolongo.
Quindici
nomi, quindici vite spezzate dalla mafia: alcuni avevano visto troppo, altri
non avevano abbassato la testa. Alcune delle storie raccontate da Gratteri e
Nicaso in "Non chiamateli eroi" vengono ricordate con più frequenza di altre:
in particolare, mi sembra che siano un po’ trascurati i giovani, bambini e
ragazzi a cui è stato negato un futuro.
«la ’ndrangheta non colpisce gli innocenti». In altre parole, la mafia non tocca le donne e i bambini. Eppure, Giuseppe Letizia viene assassinato a 13 anni, Giuseppe Di Matteo viene fatto sparire a 15 anni, mentre Nicola Campolongo ne ha soltanto 3. Gelsomina Verde ne ha 22, Annalisa Durante 14.
«la ’ndrangheta non colpisce gli innocenti». In altre parole, la mafia non tocca le donne e i bambini. Eppure, Giuseppe Letizia viene assassinato a 13 anni, Giuseppe Di Matteo viene fatto sparire a 15 anni, mentre Nicola Campolongo ne ha soltanto 3. Gelsomina Verde ne ha 22, Annalisa Durante 14.
la ’ndrangheta non colpisce gli
innocenti
Ecco perché Gratteri e Nicaso, dopo La mafia fa schifo e La mafia spiegata ai ragazzi, tornano a rivolgersi ai lettori più giovani con un libro facile da leggere e curato. Nelle pagine finali si trovano una piccola postfazione degli autori, un vocabolario che spiega parole ed espressioni legate alla mafia e una lista di fonti a cui attingere per approfondire l’argomento.
Falcone, nella convinzione di compiere il proprio dovere, non voleva essere chiamato eroe e tali, forse, non dovrebbero essere considerati anche gli altri protagonisti della lotta alle mafie: non eroi, ma persone normali che hanno lottato con coraggio per la propria vita e per la propria dignità.
Per Libero Grassi, per esempio, era evidente che non vi fosse alcuna dignità nel pagare il pizzo soltanto per rimandare un problema che, presto o tardi, avrebbe presentato il conto. La sua presa di posizione e le conseguenze chiariscono che l’estorsione non è un’appendice marginale e di minor peso dell’attività criminale mafiosa. In tanti gli girarono le spalle, ma negli anni il suo esempio ha ispirato altri e forse potrà continuare a farlo attraverso le pagine di questo libro.
Come molti libri per ragazzi, "Non chiamateli eroi" non scade in banalizzazioni e non allontana gli adulti dalla lettura, riuscendo a offrire qualche riflessione anche ai lettori più maturi.
Il
proposito del libro, però, non è impressionare né celebrare, in poche pagine, il
sacrificio di alcuni. In breve, non si tratta di un memoriale ma di una stilla pensata
per diffondere valori e convinzioni, per permettere alle idee di trovare nuove
gambe con cui camminare.
Commenti
Posta un commento