Titolo: Le piccole libertà
Autrice: Lorenza Gentile
Editore: Feltrinelli
Pagine: 256
Sinossi: Oliva ha trent'anni, una passione segreta per gli
snack orientali e l'abitudine di imitare Rossella O'Hara quando è certa di non
essere vista. Di lei gli altri sanno solo che ha un lavoro precario, abita con
i genitori e sta per sposare Bernardo, il sogno di ogni madre. Nessuno immagina
che soffra di insonnia e di tachicardia, e che a volte senta dentro un vuoto
incolmabile. Fa parte della vita, le assicura la psicologa, e d'altronde la
vita è come il mare: basta imparare a tenersi in equilibrio sulla tavola da
surf. Ma ecco arrivare l'onda anomala che rischia di travolgerla. Dopo anni di
silenzio, la carismatica ed eccentrica zia Vivienne – che le ha trasmesso
l'amore per il teatro e la pâtisserie – le invia un biglietto per Parigi, dove
la aspetta per questioni urgenti. Oliva decide di partire senza immaginare che
Vivienne non si presenterà all'appuntamento e che mettersi sulle sue tracce
significherà essere accolta dalla sgangherata comunità bohémienne che fa base
in una delle più famose librerie parigine, Shakespeare and Company. Unica regola:
aiutare un po' tra gli scaffali e leggere un libro al giorno. Mentre la zia
continua a negarsi, Oliva capisce che può esserci un modo di stare al mondo
molto diverso da quello a cui è abituata, più complicato ma anche più semplice,
dove è possibile inseguire un sogno o un fenicottero, o bere vino sulla Senna
con un clochard filosofo. Dove si abbraccia la vita invece di tenersene a
distanza, anche quando fa male. E allora, continuare a cercare l'inafferrabile
Vivienne o cedere al proprio senso del dovere e tornare a casa? E soprattutto:
restare fedele a ciò che gli altri si aspettano da lei o a se stessa? Quando
tante piccole libertà finiscono per farne una grande, rinunciarci diventa quasi
impossibile.
Recensione:
Oliva, nome insolito lo so, è una ragazza che più che vivere si lascia trasportare dalla corrente. Ha un lavoro che non la soddisfa, un fidanzato modello che la tiene come un'appendice, la sua vita si trascina in questo modo e già non è un bel leggere.
Arriva quindi un pacco dalla lontana zia che le dice di raggiungerla a Parigi e questa è la svolta, la risposta al grigiore ed al piattume.
La zia però non si fa trovare e, nell'attenderla, intanto Oliva conosce altri personaggi che gravitano nell'ambiente bohemien legato alla libreria Shakespeare e all'anziana ed eccentrica zia.
Si scoprono segreti familiari, si spiegano così delle cose apparentemente senza senso della vita familiare di Oliva.
Ovviamente l'esperienza parigina segna una sorta di rinascita per Oliva, questo diciamo era un po' scontato.
Il ritmo è lento, troppe descrizioni che rallentano la storia piuttosto che arricchirla.
Ho fatto davvero fatica a leggerlo, forse avevo troppe aspettative in merito.
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