recensione: MORIRE DAL RIDERE di Maria Antonietta Usardi

5/04/2013



Scheda tecnica
Titolo: Morire dal ridere
Autrice: Maria Antonietta Usardi
Pagine: 120 pag.
Editore: 0111 Edizioni
Trama: Milano. La famiglia di Vincent e Amelia gestisce da molti anni a Chinatown un negozio per suicidi e nella vita non sembra vedere altro che dolore e sofferenza.
Un giorno di ottobre piomba nella pace domestica il nipote, il piccolo Robespierre, amante della vita, che con tutto il candore dell'infanzia si propone un'attenta e scrupolosa opera di ottimistico sabotaggio ai danni dell'attività degli zii.
 Una storia a sfondo macabro, ma divertente ed ironica, per raccontare la vita, la morte e i sentimenti

La mia visione d’insieme
Robespierre ha 5 anni ed è da poco rimasto orfano di padre così sua madre, incapace di prendersene cura, lo lascia in custodia a sua sorella Amelia.
Amelia gestisce un negozio a Milano con suo marito Vincent solo che la classe merceologica che offrono è davvero particolare, offrono ai suicidi i mezzi per compiere il loro ultimo gesto e ce n'è per tutti i gusti e tutte le tasche.

Questa attività risulta alquanto macabra, senza contare l'atteggiamento generale della famiglia di Amelia con la triste figlia Sylvia e il cadaverico figlio Ernest. Tale ambiente si scontra da subito con la personalità del piccolo Robespierre, sempre solare, positivo e propositivo che lascia dietro di se una scia colorata d'amore.

Fortunatamente il piccolo e perseverante Robespierre riuscirà a scalfire i suoi laconici e deprimenti zii passando per i repressi cugini. Robespierre salverà non solo molte anime perse ma, la sua stessa nuova famiglia che nell'arco di cinque anni giungerà ad una nuova vita.

Davvero carino ed originale, un romanzo concentrato ma allo stesso tempo ricco, anche se più di sentimenti che di eventi. Umoristico in senso nero come suggerisce il titolo, fa di sicuro riflettere ma resta piacevole. Si legge tutto d'un fiato, probabilmente leggerò altro della stessa autrice.

La copertina forse trae in inganno ma rappresenta una delle scene descritte nel romanzo, dopo averlo letto capirete anche voi.

Indice di gradimento






Avevamo segnalato già l'autrice qualche tempo fa, che ne pensate ora?

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9 commenti

  1. Scusate, ma questa storie è la copia sputata di un libro Francese che ha fatto molto successo dal nome "La bottega dei suicidi".
    E non dico che sia solo lievemente somigliante, la somiglianza è proprio scandalosa.
    Da quel libro hanno anche tratto un lungometraggio animato: http://it.wikipedia.org/wiki/La_bottega_dei_suicidi

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  2. Avevo letto di questa «somiglianza» e conoscevo il film sebbene non l'abbia visto, è qualcosa da chiarire con l'autrice magari

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  3. Certo :)

    Inizialmente ho anche pensato che potesse essere casuale, ma pian piano ci si rende conto che l'autrice ha solamente cambiato i nomi ed il ruolo del protagonista, che da figlio è diventato nipote.
    In un certo senso dispiace.

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  4. Beh, se così fosse ovviamente certo che dispiace, onestamente ho trovato strano l'uso di alcuni nomi francesi visto che si è a Milano

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  5. Questo credo perchè la storia vera si svolge in Francia, ed il protagonista qui porta il nome di Alan.
    Ho comunque provato a contattare l'autrice sula pagina del libro, ma elimina i miei messaggi.
    Devo chiedere scusa se sembro un rompiscatole, ma certe cose, davvero, non posso digerirle.

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  6. Non credo ci sia nulla di male a chiedere delucidazioni con garbo

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  7. Io inviterei l'autrice a dire la sua. Quindi,Maria Antonietta Usardi, sentiti libera di commentare questo post e di difenderti.

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  8. Posso certamente fornire prove sulla mia teoria, non mi sognerei mai di accusare qualcuno di plagio senza esserne sicuro.
    Vi invito dunque ad andare a leggere solamente la trama del lungometraggio "La bottega dei suicidi" e vedrete quanto la somiglianza sia presente.
    Il Romanzo, scritto nel 2007 da Jean Teule ( Le magasin des suicides ) non è mai stato tradotto in italiano, mentre il lungometraggio al quale facevo riferimento, tratto dal racconto dello scrittore francese, è uscito nelle sale poco tempo fa anche qui in Italia.
    Per altro, i personaggi sono descritti esattamente come vengono rappresentati qnche nel libro originale, nn c'è stato un minimo cambiamento.
    Come dicevo la differenza sta nel fatto che nella versione "italiana" il protagonista robespierre" (Alàn bella versioen francese) non è figlio dei proprietari ma nipote.


    Vi passo il link del trailer di youtube, e già da qui credo comprenderete le similitudini:

    http://www.youtube.com/watch?v=Avk4SQdII2E

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