Titolo: Le Figlie di Ananke. Black Light
Autore: Dilhani Heemba
Editore: selfpublishing
Pagine: 143
Prezzo: Brossura - € 4,33; Ebook - scaricabile GRATUITAMENTE / € 0,89
TRAMA
Le Figlie di Ananke sono dei demoni che uccidono gli umani per un equilibrio superiore. Thari, oltre ad essere figlia di Ananke, è figlia di un umano e da questa specie è attratta. Ma cosa succede se la sua attenzione si posa su un umano in particolare? Lei, già demone a metà, cosa rischia nell'intrufolarsi nei vicoli di Roma, invece di combattere i Figli della Luce sui tetti della capitale? Rischia la sua essenza di demone, la vita, forse, il cuore…
LA MIA OPINIONE
«Thari»,
esordì con una voce mielata. «Quell’uomo deve vivere.»
«Akel»,
replicò lei senza il minimo tentennamento, «quell’uomo deve morire. Stanotte.»
Lui
spostò il peso del corpo su un lato, sfiorando con la mano una delle ruote
della scultura e guardando la ragazza, immobile due gradoni più sotto rispetto
a lui. «Io non vi comprendo: trovo ridicola la testardaggine di voi Moire.»
Thari
sorrise a quell’appellativo. «Non lo devi comprendere e non capisco neppure
perché tu stia tentando di farlo da così tanto tempo. Ucciderò quell’uomo,
Akel, Figlio della Luce, e ucciderò anche te se tenterai di impedirmelo; sai
che lo farò.»
Thari è una delle figlie di Ananke, demoni che
mantengono l’equilibrio decidendo il momento in cui ogni essere umano deve
rinascere. Thari, però, non è come le sue sorelle: è una mezzosangue, nata
dall’unione di Ananke con un uomo. Disprezzata dalle sorelle, Thari è
incuriosita dagli esseri umani, dalle loro emozioni e dalle sensazioni. Così si
ritrova a seguire Ryker Mancini.
Sebbene le figlie di Ananke solitamente si
nascondano alla vista degli uomini, Ryker è riuscito a vedere Thari. La prima
volta il demone aveva l’aspetto di una bambina: la pelle liscia e scura, i
capelli chiari e gli occhi neri come
l’ultimo respiro. Da allora il ruolo e il compito di Thari sono cresciuti e
così anche il suo aspetto.
L’interesse di Thari non passa inosservato e le
sue sorelle che iniziano a tormentare il giovane. Thari è costretta a
intervenire manifestandosi apertamente a Ryker, ma ci sono leggi che lo
proibiscono: gli uomini non possono venire in contatto con i demoni.
Ma è troppo tardi: Ryker rischia la vita, la
sanità mentale o forse entrambe, Thari potrebbe perdere tutto.
Le
figlie di Ananke. Black Light
è un romanzo breve, ma intenso ed emozionante. Ricordo di averlo divorato in
poche ore, trascinata dapprima dalla curiosità verso il mondo che viene
progressivamente svelato e successivamente dall’adrenalina e dalla tensione
generate dall’incontro tra Thari e Ryker.
Quando leggo romanzi così brevi, tengo sempre
in conto che troverò personaggi abbozzati da poche pennellate e che la storia
avrà uno sviluppo rapido. Avendo letto e amato Nuova Terra e Nuova Vita,
conoscevo la Heemba e il suo stile: l’attenzione e la cura per il dettaglio,
però, sono alcune delle caratteristiche dei suoi libri e speravo di ritrovarle
anche tra queste pagine. Le mie aspettative non sono state affatto smentite e,
benché le avessi ridimensionate in relazione alla brevità della storia, sono
state soddisfatte.
La narrazione, in terza persona, alterna i
punti di vista di Ryker e Thari soffermandosi su entrambi, caratterizzandoli e
approfondendoli attraverso i gesti, le parole e i pensieri.
In seguito alla morte della madre, Ryker è
divenuto il collante della famiglia: è lui a prendersi cura dei fratelli, in
particolare della sorella Lucrezia e la grande responsabilità che sente lo
porta ad avere una maturità diversa da quella dei suoi coetanei.
Thari è una guerriera per sua natura e per
necessità: dover competere, combattere e difendersi, in primo luogo dalle sue
sorelle, l’ha resa forte e determinata. Thari, però, è dotata anche di
sensibilità e della capacità di meravigliarsi.
Iside è uno dei personaggi più amati del
romanzo e d’altra parte è difficile resistere a questo affascinante demone, che
concentra in sé il divertissement della storia. Sorella (per scelta oltre che
di sangue) e amica inseparabile di Thari, Iside colpisce dapprima per la
particolarità della sua parlata, un elaborato miscuglio di arcaismi, nomignoli
e stravaganze, e successivamente per i suoi gusti eccentrici. La sua adorazione
per le scarpe è arcinota, ma dovreste scoprire cosa colleziona!
Sebbene il romanzo risenta della brevità che
non solo fa desiderare al lettore qualche pagina in più (un centinaio circa),
ma richiede un’evoluzione rapida dei sentimenti, il ritmo narrativo non procede
a velocità insostenibile da essere umano né accelera sul più bello: la Heemba
non ha fretta, si prende il tempo e lo spazio necessari allo sviluppo riuscendo
anche a soffermarsi su poetici e suggestivi scorci di Roma.
Il
sole tingeva di rosso le punte dei platani nelle strade. Le foglie secche
scendevano dagli alberi con una danza cremisi e volteggiavano di nuovo beige
fino a poggiarsi leggere sul fiume, che in un attimo le divorava con la sua
foga.
Gli
infiniti riflessi color cannella degli alberi e dei tetti di Roma riempivano la
vista scontrandosi con il cielo limpido di quel giorno. Thari socchiuse gli
occhi e assaporò il gusto morbido degli ultimi raggi sulla pelle.
Nelle note finali, che vi consiglio di leggere
perché molto interessanti, l’autrice giudica severamente il romanzo, ma laddove
la Heemba trova il difetto, io ne ho trovato l’abilità: condensare, senza dare
l’impressione di farlo, una storia tanto emozionante e complessa in poche
pagine rivela padronanza della propria penna.
Con Le
figlie di Ananke – Black Light Dilhani Heemba si è confermata tra le
autrice italiane che più ammiro. L’attenzione per il dettaglio e la
piacevolezza del suo stile rimangono sempre una garanzia.
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