Titolo: ...e non fanno rumore
Autore: Claudio
Capretti
Casa
editrice: Intrecci edizioni
Pagine: 144
Sinossi: Che cosa ti dice questo rumore?" Lo chiesi un giorno a
Riccardo dopo aver sobbalzato entrambi al rumore di un cancello che qualcuno
aveva chiuso con forza. Lui mi fissò, e poi mi diede la più secca delle
risposte che mai avrei immaginato. "Vedi come ti ho fregato? Questo è ciò
che mi dice il rumore dei cancelli che si chiudono dietro o davanti a me. La
sintesi di ciò che vivo è racchiusa in quel rumore che inevitabilmente ascolto
molte volte durante la giornata. E ogni volta, non fa che ripetermi la medesima
canzone stonata da cui non posso esimermi dal non ascoltare. E il titolo è
sempre quello: Vedi come ti ho fregato?”.
Recensione:
Questo libro, per me, non è definibile alla pari di una
qualsiasi altra lettura comune poiché contiene un messaggio importante, quello del riscatto anche per l’anima più buia e crudele. Le sensazioni che si
provano dopo che scattano i cancelli di un carcere, diverranno vive nella mente
del lettore sempre con un occhio di riguardo, nello specifico verso la fede in
Dio e il messaggio di salvezza in essa contenuto.
Definirei il tutto, dunque, una lettura per le menti più
aperte e certamente sensibili, per credere ancora di più nella possibilità
di una redenzione.
L’aspetto più delicato, a cui lo stesso autore è andato incontro
alla fine della stesura di questo libro, è stato quello di dargli il giusto
titolo. Difficile per lui, ho letto, è stato trovarne uno che abbracci e
rappresenti il testo nella sua pienezza.
Nel suo stile innovativo e toccante, l’autore è stato in grado
di farmi percepire, riga dopo riga, il rumore dei cancelli che si chiudono alle
tue spalle ogni volta che si entra in un carcere.
Questo libro fa comprendere l’importanza di guardare con
gioia a tutto il bene di cui siamo circondati, tutto il bene che siamo in grado
di fare e l’importanza di avere cura di noi stessi.
“ Tutto il resto verrà da sé.
Credici!”
Un altro messaggio toccante di questo romanzo è che se
ognuno saprà riconoscere le trappole del male, potremo avere la forza di
disattivarle ricordando sempre a gran voce, sia a noi stessi che al mondo
intero, il bello che è in noi, il bello che ci appartiene, il bello che è
frutto di un bene che non può essere cancellato.
Se siete dunque alla ricerca di una lettura diversa, che vi
consenta di compiere anche un viaggio interiore, ve lo consiglio vivamente.
“ Il male non ha e non avrà mai
l’ultima parola sulla nostra vita.”
“ Ricordatevi dei carcerati. Per
sempre, per l’eternità”.
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