Titolo: Il
Principe Spezzato (Albion #2.5)
Autore: Bianca
Marconero
Editore: Limited
Edition Books - 18 agosto 2016
Pagine: 320
Prezzo: Ebook
- € 0,00
Trama
Riccardo,
99 minuti prima della fine. Morgana, 1167 giorni prima
dell’inizio.
Un conto alla rovescia verso l’inevitabile. Il racconto di due vite legate per spezzarsi. Due strade che portano verso un unico istante, che è una fine e un inizio.
Un conto alla rovescia verso l’inevitabile. Il racconto di due vite legate per spezzarsi. Due strade che portano verso un unico istante, che è una fine e un inizio.
***
PERICOLO SPOILER!
Fuggite, sciocchi!
Fatta
la dovuta premessa, posso dire che se avete voglia di angst
allo stato puro Il Principe Spezzato fa per
voi.
Dopotutto il protagonista altri non è che Riccardo, il fratello di Marco, già morto all'inizio di Albion. Di certo non poteva essere sole, cuore e amore. Senza contare che l'altra protagonista è nientedimeno che Morgana, lastr- Fata, che
si è fatta conoscere in Ombre in tutto il suo
splendore.
E la novella si apre proprio con gli ultimi istanti di Riccardo, così da darci subito la mazzata e toglierci ogni illusione di poter rimandare la sofferenza, per poi fare un salto indietro nelle vite del maggiore dei fratelli Cinquedraghi e di Morgana. Inizia un conto alla rovescia che inevitabilmente si fa sentire. Il lettore sa che non ci sarà una conclusione felice, ma non può fare a meno di sperare che l'inevitabile possa essere scansato.
Il Principe Spezzato è una storia che doveva essere raccontata. Si aggiunge un tassello al mosaico di Albion ed è un tassello fondamentale per comprendere Riccardo e Morgana. Dopotutto del fratello di Marco sapevamo ben poco e, a parte i ricordi velati dall'affetto di Marco, ciò che ci è stato detto è perlopiù poco edificante.
Avevo concesso il beneficio del dubbio a Riccardo, perché è inevitabile che i punti di vista dei suoi compagni di scuola e di Marco fossero soggetti a parzialità, nel bene e nel male, e basare il mio giudizio sul sentito dire sarebbe stato ingiusto.
In questa novella ho avuto modo, invece, di conoscerlo e... sì, ammetto che ho avuto momenti di forte irritazione. Riccardo non ha un carattere facile e crescere in una famiglia come quella dei Cinquedraghi non ha aiutato. Ed è stato inevitabile il confronto tra Riccardo e Marco all'Albion (e giungere alla conclusione che Riccardo è il Re del Mai 'na gioia).
Pur essendo differenti, i due fratelli sono simili sotto certi aspetti e, osservando gli atteggiamenti di Riccardo, ho avuto un senso di déjà-vu tanto mi ha ricordato Marco in Albion.
Riccardo ci delizia e ci ferisce con dei flashback del fratello (Marcolino da bimbo è un cupcake) e spesso fa riferimento all'incrollabile fiducia che ha Marco, nonostante il fratello sia crudele con lui.
Odiare mio fratello non è una cosa per principianti, è una faccenda per chi ha volontà salda e ferma determinazione. Uno ci si deve applicare. Pure tu, Morgana, faresti fatica. Certo, all'inizio penseresti che è un idiota. Ma poi vincerebbe anche il tuo cuore, perché lui è così: un conquistatore di persone.
Ti trovi a perdonarlo, senza che lo meriti; schierato dalla sua parte, senza sapere perché; solidale con lui, perfino se è lui la causa dei tuoi guai.
Marco disarma il rancore; lo fa d'istinto, ribattendo a ogni inganno con la fiducia. Solida, inamovibile. Incrollabile. Tu gli scarichi addosso odio, rancore e inganno e lui risponde: fiducia, fiducia, fiducia.
E non posso che pensare alla fortuna di Marco e a quanto invece Riccardo non sia stato altrettanto fortunato. Perché Marcolino in Albion... beh, era sulla buona strada per seguire le orme del fratello, ma ciò che in un certo senso lo ha salvato è l'aver trovato Deacon, Helena, Erek e Lance. Perché quella fiducia spontanea che ha dimostrato nei flashback de Il Principe Spezzato, in Albion sembrava praticamente inesistente... eppure Marco ha trovato qualcuno a cui concederla nuovamente, qualcuno che lo ha aiutato a migliorarsi.
Riccardo ha trovato invece Garnish e compagnia bella, che già non si erano fatti amare nei romanzi precedenti. E Morgana.
Morgana con cui si è scontrato, con cui ha intessuto un rapporto complicato e negativo. Erano entrambi troppo feriti dalla vita e troppo trincerati dietro le proprie difese per arrendersi facilmente a un sentimento che avrebbe reso tutto ancora più difficile. Si sono lasciati, piuttosto, guidare dalle proprie ossessioni, pur di non ammettere le debolezze. E così facendo si sono rovinati con le loro stesse mani.
Riccardo si è trovato solo. Così come è sola Morgana. E, in realtà, sebbene consideri Morgana la scintilla che ha scatenato la discesa di Riccardo... lei è stata anche ciò che lo ha sbloccato, in un certo senso.
Non ho perdonato a Riccardo il modo in cui ha trattato Marco, ma ci viene mostrato come fosse diretto verso la redenzione. In mezzo al caos, al dolore e all'amore per Morgana ha raggiunto una consapevolezza di sé che gli avrebbe permesso, forse, di rimediare.
E questo rende ogni capitolo ancora più doloroso. Perché è inevitabile seguire questa sua evoluzione e sperare... per poi arrivare a quella pagina (che non perdonerò mai all'autrice).
Forse mi sono lasciata andare un po' troppo alle mie interpretazioni, ma questa novella mi ha davvero colpita e sono rimasta a rimuginare a lungo sui personaggi.
Dopotutto il protagonista altri non è che Riccardo, il fratello di Marco, già morto all'inizio di Albion. Di certo non poteva essere sole, cuore e amore. Senza contare che l'altra protagonista è nientedimeno che Morgana, la
E la novella si apre proprio con gli ultimi istanti di Riccardo, così da darci subito la mazzata e toglierci ogni illusione di poter rimandare la sofferenza, per poi fare un salto indietro nelle vite del maggiore dei fratelli Cinquedraghi e di Morgana. Inizia un conto alla rovescia che inevitabilmente si fa sentire. Il lettore sa che non ci sarà una conclusione felice, ma non può fare a meno di sperare che l'inevitabile possa essere scansato.
Il Principe Spezzato è una storia che doveva essere raccontata. Si aggiunge un tassello al mosaico di Albion ed è un tassello fondamentale per comprendere Riccardo e Morgana. Dopotutto del fratello di Marco sapevamo ben poco e, a parte i ricordi velati dall'affetto di Marco, ciò che ci è stato detto è perlopiù poco edificante.
Avevo concesso il beneficio del dubbio a Riccardo, perché è inevitabile che i punti di vista dei suoi compagni di scuola e di Marco fossero soggetti a parzialità, nel bene e nel male, e basare il mio giudizio sul sentito dire sarebbe stato ingiusto.
In questa novella ho avuto modo, invece, di conoscerlo e... sì, ammetto che ho avuto momenti di forte irritazione. Riccardo non ha un carattere facile e crescere in una famiglia come quella dei Cinquedraghi non ha aiutato. Ed è stato inevitabile il confronto tra Riccardo e Marco all'Albion (e giungere alla conclusione che Riccardo è il Re del Mai 'na gioia).
Pur essendo differenti, i due fratelli sono simili sotto certi aspetti e, osservando gli atteggiamenti di Riccardo, ho avuto un senso di déjà-vu tanto mi ha ricordato Marco in Albion.
Riccardo ci delizia e ci ferisce con dei flashback del fratello (Marcolino da bimbo è un cupcake) e spesso fa riferimento all'incrollabile fiducia che ha Marco, nonostante il fratello sia crudele con lui.
Odiare mio fratello non è una cosa per principianti, è una faccenda per chi ha volontà salda e ferma determinazione. Uno ci si deve applicare. Pure tu, Morgana, faresti fatica. Certo, all'inizio penseresti che è un idiota. Ma poi vincerebbe anche il tuo cuore, perché lui è così: un conquistatore di persone.
Ti trovi a perdonarlo, senza che lo meriti; schierato dalla sua parte, senza sapere perché; solidale con lui, perfino se è lui la causa dei tuoi guai.
Marco disarma il rancore; lo fa d'istinto, ribattendo a ogni inganno con la fiducia. Solida, inamovibile. Incrollabile. Tu gli scarichi addosso odio, rancore e inganno e lui risponde: fiducia, fiducia, fiducia.
E non posso che pensare alla fortuna di Marco e a quanto invece Riccardo non sia stato altrettanto fortunato. Perché Marcolino in Albion... beh, era sulla buona strada per seguire le orme del fratello, ma ciò che in un certo senso lo ha salvato è l'aver trovato Deacon, Helena, Erek e Lance. Perché quella fiducia spontanea che ha dimostrato nei flashback de Il Principe Spezzato, in Albion sembrava praticamente inesistente... eppure Marco ha trovato qualcuno a cui concederla nuovamente, qualcuno che lo ha aiutato a migliorarsi.
Riccardo ha trovato invece Garnish e compagnia bella, che già non si erano fatti amare nei romanzi precedenti. E Morgana.
Morgana con cui si è scontrato, con cui ha intessuto un rapporto complicato e negativo. Erano entrambi troppo feriti dalla vita e troppo trincerati dietro le proprie difese per arrendersi facilmente a un sentimento che avrebbe reso tutto ancora più difficile. Si sono lasciati, piuttosto, guidare dalle proprie ossessioni, pur di non ammettere le debolezze. E così facendo si sono rovinati con le loro stesse mani.
Riccardo si è trovato solo. Così come è sola Morgana. E, in realtà, sebbene consideri Morgana la scintilla che ha scatenato la discesa di Riccardo... lei è stata anche ciò che lo ha sbloccato, in un certo senso.
Non ho perdonato a Riccardo il modo in cui ha trattato Marco, ma ci viene mostrato come fosse diretto verso la redenzione. In mezzo al caos, al dolore e all'amore per Morgana ha raggiunto una consapevolezza di sé che gli avrebbe permesso, forse, di rimediare.
E questo rende ogni capitolo ancora più doloroso. Perché è inevitabile seguire questa sua evoluzione e sperare... per poi arrivare a quella pagina (che non perdonerò mai all'autrice).
Forse mi sono lasciata andare un po' troppo alle mie interpretazioni, ma questa novella mi ha davvero colpita e sono rimasta a rimuginare a lungo sui personaggi.
Il
Principe Spezzato è
stato anche necessario, almeno per me, per
comprendere meglio Morgana.
Chiariamo, non ho cambiato opinione su di lei e sui suoi metodi
(pessimi) e, anzi, forse ho pure inasprito il mio giudizio. Tuttavia,
non posso che ringraziare l'autrice per averle concesso questo
spazio. Odio
Morgana,
ci avessi a che fare probabilmente vorrei passarle addosso con una
mietitrebbia, ma allo stesso tempo amo
il modo in cui è stata caratterizzata:
è coerente con il suo carattere e il suo vissuto. Non le perdonerò
mai la sua ossessione per Artù in cui ha coinvolto Riccardo, come
non le perdonerò mai le ultime pagine in riferimento a Marco (sì,
la mia dose di perdono sembra essersi esaurita per i
protagonisti).
Però sono curiosa. Sono tanto curiosa e, in fondo, spero che trovi un po' di pace anche lei (no, non quella eterna, non sono così crudele. A meno che non si metta tra me e il lieto fine del Re e dei Cavalieri).
E devo ammettere che più di Morgana, mi preoccupa il nonno, Angus. Se in Albion provavo una cortese diffidenza e in Ombre subodoravo odore di inganno, qui ho avuto l'ulteriore conferma che Angus mi puzza. Assai. E voglio rileggere i romanzi precedenti alla luce di questa novella, perché sono sicura che farei attenzione a dettagli che mi sono sfuggiti.
Il Principe Spezzato mi è piaciuto anche perché costringe il lettore a rivedere l'opinione su alcuni personaggi. Primo tra tutti il nonno di Marco, che se in Albion aveva assunto il ricordo di un nonno benevolo e gentile, in contrasto con Tommaso Cinquedraghi, qui viene ribaltato, perché è Riccardo che ci parla di lui. E Riccardo ha vissuto un nonno ben diverso (e per rincarare la dose del non-perdono... Edoardo Cinquedraghi, non ti perdono la freddezza con Riccardo).
Ed è anche il punto di vista di Morgana a offrirci la stessa possibilità. Infatti, mi ha colpita come gli stessi personaggi conosciuti attraverso gli occhi di Marco e degli amici, qui abbiano assunto, tramite lo sguardo di Morgana, un aspetto diverso. E, certo, in parte è dovuto ai suoi poteri, ma non solo. Ad esempio una delle descrizioni che mi ha colpita è quella del professor Du Lac:
Du Lac, con la sua postura vagamente aggressiva, da mascalzone ripulito […].
In mezza frase ribalta completamente anche la percezione del lettore di Du Lac. Marco lo ammira, e persino i suoi amici non lo descrivono in questi termini, anzi, esattamente all'opposto. E non è l'unico caso.
Ed è qualcosa che arricchisce ulteriormente l'universo di Albion, lo rende più sfaccettato e ne aumenta le ombre. Sono sicura che la novella sia disseminata di indizi e ho tutte le intenzioni di fare una rilettura totale della serie in vista dell'uscita del terzo. Chissà che non riesca a individuare qualcosa che mi sono lasciata sfuggire.
Come dice l'autrice nella post-fazione (leggetela perché è davvero interessante), Il Principe Spezzato è una morte lunga 200 pagine. Una morte che meritava di essere raccontata.
E ora torno nell'angolino a piangere.
Però sono curiosa. Sono tanto curiosa e, in fondo, spero che trovi un po' di pace anche lei (no, non quella eterna, non sono così crudele. A meno che non si metta tra me e il lieto fine del Re e dei Cavalieri).
E devo ammettere che più di Morgana, mi preoccupa il nonno, Angus. Se in Albion provavo una cortese diffidenza e in Ombre subodoravo odore di inganno, qui ho avuto l'ulteriore conferma che Angus mi puzza. Assai. E voglio rileggere i romanzi precedenti alla luce di questa novella, perché sono sicura che farei attenzione a dettagli che mi sono sfuggiti.
Il Principe Spezzato mi è piaciuto anche perché costringe il lettore a rivedere l'opinione su alcuni personaggi. Primo tra tutti il nonno di Marco, che se in Albion aveva assunto il ricordo di un nonno benevolo e gentile, in contrasto con Tommaso Cinquedraghi, qui viene ribaltato, perché è Riccardo che ci parla di lui. E Riccardo ha vissuto un nonno ben diverso (e per rincarare la dose del non-perdono... Edoardo Cinquedraghi, non ti perdono la freddezza con Riccardo).
Ed è anche il punto di vista di Morgana a offrirci la stessa possibilità. Infatti, mi ha colpita come gli stessi personaggi conosciuti attraverso gli occhi di Marco e degli amici, qui abbiano assunto, tramite lo sguardo di Morgana, un aspetto diverso. E, certo, in parte è dovuto ai suoi poteri, ma non solo. Ad esempio una delle descrizioni che mi ha colpita è quella del professor Du Lac:
Du Lac, con la sua postura vagamente aggressiva, da mascalzone ripulito […].
In mezza frase ribalta completamente anche la percezione del lettore di Du Lac. Marco lo ammira, e persino i suoi amici non lo descrivono in questi termini, anzi, esattamente all'opposto. E non è l'unico caso.
Ed è qualcosa che arricchisce ulteriormente l'universo di Albion, lo rende più sfaccettato e ne aumenta le ombre. Sono sicura che la novella sia disseminata di indizi e ho tutte le intenzioni di fare una rilettura totale della serie in vista dell'uscita del terzo. Chissà che non riesca a individuare qualcosa che mi sono lasciata sfuggire.
Come dice l'autrice nella post-fazione (leggetela perché è davvero interessante), Il Principe Spezzato è una morte lunga 200 pagine. Una morte che meritava di essere raccontata.
E ora torno nell'angolino a piangere.
In
petto ho solo mezzo cuore, ma batte ancora.
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