Titolo: Capelli di ferro
Autrice: Allison Wade
Editore: Wade Books
Pagine: 117
Ebook: 1.84 Euro
Cartaceo: 7.63 Euro
Sinossi:
Rapunzel non è come le principesse delle fiabe.
I suoi lunghi capelli sono fili di ferro e ha un'incontenibile fame di sangue.
Il mondo al di fuori della torre non è come quello raccontato nei libri. C'è la città e poi il deserto e la guerra.
Il richiamo della libertà per Rapunzel è più forte di ogni altra cosa e la porterà a lasciare la sua prigione sicura alla ricerca di una vita migliore.
Ma quando chiudi i libri e affronti il mondo reale, non sempre le cose sono come le immaginavi.
Il mio pensiero:
Questa storia rivisita la fiaba di Raperonzolo e l’ambienta in un
futuro in cui il mondo è dilaniato dalle guerre e dalle bombe. Ammetto che sono
stata attirata da questo titolo soprattutto perché è un retelling e infatti
l’inizio della storia mi è piaciuto molto: c’è una donna incinta che ha voglia
di assaggiare dei raperonzoli e il marito che, nonostante sappia sia illegale,
li ruba nel giardino di Gothel. Quindi il libro comincia in modo abbastanza fedele
alla fiaba classica per poi prendere una piega originale e curiosa: Rapunzel ha
i capelli di ferro. Impossibili da tagliare, ma abbastanza malleabili da poter
assumere qualsiasi forma, la ragazza li usa per creare delle vere e proprie
sculture: alberi, fiori, uccellini. In una scena molto bella si vede Rapunzel
che, chiusa e isolata nella sua torre, si diverte a costruire con i suoi
capelli una gabbia di ferro protettiva intorno a sé.
Benché la trama inizialmente sembrasse interessante, questo libro non mi
ha convinto del tutto. Non sono riuscita ad apprezzarlo soprattutto per due
motivi. Il primo è che lo stile è semplice e poco coinvolgente, sono presenti
delle ripetizioni e anche se è una particolarità che si può trovare spesso
nelle fiabe, soprattutto per fissare alcune caratteristiche chiave dei
personaggi, rendevano le descrizioni ancora più banali. Il secondo motivo è che
la trama segue un andamento troppo lineare: ogni personaggio davanti ad un
problema compie un’azione e poi passa al momento successivo, non si interroga
se esistono diversi modi per affrontare la questione, se poteva agire in modo
diverso, perché preferire quella soluzione ad un’altra. Mi sono ritrovata a
chiedermi almeno un paio di volte perché non vi fossero delle complicazioni, perché
alcuni personaggi scegliessero di fare qualcosa che secondo me poteva essere
parecchio controproducente e insensato. Avrei preferito più cura e dettagli nel
corso dei capitoli, per dare maggiore chiarezza e coerenza alla trama. Anche
perché l’inizio era carino, ma poi andando avanti la storia diventa un poco
forzata e lacunosa.
Il principe salva la principessa
e dopo mille peripezie i due vivono insieme felici e contenti. Ma io non sono
una principessa dalla chioma dorata. Sono una reietta, un mostro, una creatura
tenebrosa dai capelli di ferro. Salgo sul davanzale, afferro i fili intrecciati
e inizio a scendere. La mia vera storia è ancora tutta da scrivere.
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