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10 Buoni motivi per leggere un racconto

La settimana scorsa, una conoscente che consideravo una lettrice accanita, mi ha detto queste parole:
“Io non leggo i racconti, preferisco i libri veri” 

Al momento sono rimasta a bocca aperta, pensando al libro che avevo in borsa, che per puro caso era Ti Con Zero, una raccolta di racconti di Italo Calvino. Ho tirato fuori il volume, ingiallito e consumato dagli anni passati sulla libreria, una delle mie prime letture, e ho cominciato a spiegarle perché, per me, i racconti e le antologie sono sempre state letture importanti.

A volere cercare esempi nel passato, si trovano tantissimi autori che si sono dedicati ai racconti, a partire dal Decameron, che forse è uno degli esempi più conosciuti.
In Italia c'è stato Benni, con il suo Bar sotto il mare, o Camilleri, mentre andando all'estero se si pensa alle racconte di genere horror come si fa a non pensare a Lovecraft o a Poe e ai loro piccoli capolavori del terrore?

Anche tra i libri che ho recensito su questo blog, nel corso degli anni, ci sono varie raccolte, l'ultima risale a pochi mesi fa, era Brividi, ma vi anticipo già che anche la mia prossima recensione avrà proprio una antologia come oggetto.

Ecco i miei 10 buoni motivi per leggere un racconto:


1. Perché sono un buon mezzo per riavvicinarsi alla lettura quotidiana 

A volte non leggiamo perché non abbiamo tempo, io stessa in passato avevo perso i miei ritmi quotidiani, alla sera non riuscivo a tenere gli occhi aperti per più di tre minuti e mi ero allontanata dalla lettura. Ricordo le mezze giornate libere a pensare che non aveva senso iniziare un libro che avrei finito chissà quando, presa com'ero dai mattoni dell'università e dagli impegni. Proprio in quel periodo mi è stata regalata una raccolta di King (Cuori in Atlantide).
Un racconto può essere un modo più rilassante per ricominciare a leggere una volta ogni tanto, senza avere la paura di dimenticare una storia complessa, senza pressioni: un po' alla volta.



2. Perché sono un valido intervallo tra un romanzo e l’altro (o tra due capitoli dello stesso romanzo)

Avete i vostri generi letterari preferiti, no? Tutti li abbiamo. Solo che a volte è bello cambiare. Tra due romanzi densi di emozioni, magari anche un po' pesanti, non viene voglia anche a voi di fare una piccola pausa?

Io in genere alterno almeno due libri, non sono capace di leggerne uno alla volta.

Ultimamente mi trovo bene ad alternare racconti e romanzi, ma nei momenti più stressanti preferisco proprio i primi, infatti, ecco il motivo numero tre...


3. I racconti sono più rilassanti

A volte leggo storie davvero pesanti, lo riconosco: guerre, morti e tradimenti, che mi spappolano il cuore tra le pagine dei libri, ho pianto tante lacrime che ormai non le conto neanche più.

Tra i libri che mi hanno ridotta a brandelli ricordo Anna Karenina, che credo abbia avuto questo effetto su gran parte dei lettori, ma anche tra gli ultimi letti La città dei Vivi, di Nicola Lagioia, un resoconto crudele e fin troppo vero della società.

E chi riuscirebbe a rilassarsi con quel genere di libri? Io no, io sto sveglia a pensare, o vado avanti a leggere per sperare di superare il dolore insieme ai protagonisti, quando possibile.

Proprio per staccare, in quei momenti mi rivolgo con amore alle antologie di racconti, che ho sparse per casa (ma anche nei supporti virtuali) e che mi rendono più facile cambiare aria e vivere una storia diversa, che si conclude in fretta.

4. Quando sono scritti bene, i racconti sono storie complete, molto più di un romanzo

Certo, in trecento pagine si dicono molte più cose che in dieci, questo è ovvio.

Ma a volte la storia invece di andare dritta al punto, si srotola in una quantità indefinita di microstorie e di parti che, in fondo, non ci interessano poi così tanto. Invece i racconti sono condensati, spesso, in un unico evento significativo. Niente preamboli, niente lunghe conclusioni su come è finita la vita dei personaggi principali. Solo una storia, uno spaccato, un evento raccontato senza fornire troppi dettagli. Un po' di essenzialità non guasta ogni tanto, no?


5. Vanno dritti al punto

In un racconto i dettagli si perdono. Spesso ci si focalizza suun unico aspetto della vita del protagonista, a volte su un piccolo evento. Poi ci sono quelli che potremmo definire “a puntate”, come Rosso Malpelo, che trattano sempre dello stesso personaggio, ma di diversi aspetti della sua vita. Brevi storie indipendenti in grado essere lette in disordine.

Qualcuno potrebbe dire che in questo modo si perde la caratterizzazione dei personaggi, ma non è così, non sempre almeno. Ho letto romanzi che giravano intorno al punto senza arrivarci per pagine e pagine, aggiungendo di volta in volta un punto, un capello. Questo per me è abbastanza frustrante. 

A volte in poche righe, in un gesto e in una frase si può definire un protagonista, in una saga, come in un racconto.


6. Ci ricordano le storie della nostra infanzia

I racconti mi ricordano un po’ le fiabe che leggevo da bambina e mi riportano alla mia infanzia, quando chiedevo alla nonna l’ennesimo libro per il mio compleanno.

Uno dei primi che ho ricevuto era una antologia di Esopo. Ricordo ancora le illustrazioni e le favole che potevo leggere in dieci minuti, tutte con la loro bella morale alla fine. Da piccola le ricordavo quasi a memoria.

Un altro che mi è rimasto nel cuore, e che forse un giorno recensirò (sempre che sia ancora reperibile in giro) è Fiabe e Leggende delle Dolomiti. Credo sia stato quello il libro che mi ha avvicinata alle storie fantasy. Racconti di fate, di fantasmi e di creature leggendarie del folklore montano, al quale sono da sempre molto affezionata.

Tanto tanto tempo fa, in un paese piccolo piccolo, la mia nonna mi regalò una gigantesca antologia chiamata “fiabe dal mondo”. Erano 900 pagine di fiabe e favole. Ho ancora il volume, maltrattato dal tempo, consumato dalle mie letture e dai traslochi continui che si è fatto. Credo abbia perso la copertina dopo meno di sei mesi, perché era pesante e io avevo circa 7 anni. 

A quell'epoca ero una assidua frequentatrice della biblioteca, ma tra un libro e l'altro - avevo un debole per la collana degli istrici della Salani - pescavo una fiaba a caso e mi lasciavo sorprendere dalla gioia breve e intensa, dal mondo sempre diverso nel quale mi portava. Forse il mio amore per i racconti parte proprio da qui, e da questo riportarmi a momenti di lettura libera.


7. Perché scegli cosa, come e quanto

Hai solo 20 minuti di tempo perché sei in attesa del tuo turno dal medico? Oppure sei libero un’ora
mentre il gommista ti sistema la macchina? Ecco che anche se sono anni che non leggi, decidi che è un buon momento. Allora buttati: scegli un racconto e vivi una nuova avventura.


8. Sono simili a una puntata di una serie TV

Ok, lo so che c’è chi preferisce i film, e so anche che ormai vanno per la maggiore le serie TV con una lunga e complessa trama orizzontale che prosegue per dodici stagioni, ma alla lunga ci si stanca, no?
Leggere un racconto è come vedere puntata di Black Mirror, puramente verticale, o di Castle, che ha puntate singole di tutto rispetto.


9. Perché ci permettono di avvicinarci a generi o ad autori che non conosciamo

So che a qualcuno non piacciono i gialli, o che il fantasy diventa pesantino quando si ha a che fare con interi mondi sconosciuti. Alcune saghe hanno fatto la storia, ma non è molto facile avvicinarsi a un genere nuovo quando ci si trova di fronte otto libri da cinquecento pagine.
Sei incuriosito e vorresti provare qualcosa di nuovo? Magari non ti sei mai avvicinato a un romanzo di Ammaniti o Buzzati perché non eri sicuro che ti sarebbe piaciuto, forse iniziando da un racconto potresti scoprire qualcosa di nuovo senza impegnarti troppo.

10. Ci danno libertà

Spesso i racconti lasciano un finale aperto. Ok, lo so: qualcuno li detesta, qualcuno li sopporta, invece a me piacciono, perché nella mia testa decido io come va a finire, e la cosa mi piace. Ma in genere tutto ciò che non viene detto in un racconto mi dà uno spunto di libertà. E amo pensare di poter raccontare da me la storia che non mi è stata raccontata dall’autore.



E voi cosa pensate dei racconti? Vi piacciono o proprio non ne volete sapere? Ne siete stati alla larga fino a oggi, ma vi ho convinti a dare una piccola possibilità a quella antologia che vi guarda da anni dallo scaffale più alto e impolverato della libreria? 
Nel caso in cui abbiate altre motivazioni o non siate d'accordo, lasciate un commento, sono curiosa di conoscere altri punti di vista.




 

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