Al momento sono rimasta a bocca aperta, pensando al libro che avevo in borsa, che per puro caso era Ti Con Zero, una raccolta di racconti di Italo Calvino. Ho tirato fuori il volume, ingiallito e consumato dagli anni passati sulla libreria, una delle mie prime letture, e ho cominciato a spiegarle perché, per me, i racconti e le antologie sono sempre state letture importanti.
Ecco i miei 10 buoni motivi per leggere un racconto:
1. Perché sono un buon mezzo per riavvicinarsi alla lettura quotidiana
2. Perché sono un valido intervallo tra un romanzo e l’altro (o tra due capitoli dello stesso romanzo)
Avete i vostri generi letterari preferiti, no? Tutti li abbiamo. Solo che a volte è bello cambiare. Tra due romanzi densi di emozioni, magari anche un po' pesanti, non viene voglia anche a voi di fare una piccola pausa?
3. I racconti sono più rilassanti
A volte leggo storie davvero pesanti, lo riconosco: guerre, morti e tradimenti, che mi spappolano il cuore tra le pagine dei libri, ho pianto tante lacrime che ormai non le conto neanche più.
Tra i libri che mi hanno ridotta a brandelli ricordo Anna Karenina, che credo abbia avuto questo effetto su gran parte dei lettori, ma anche tra gli ultimi letti La città dei Vivi, di Nicola Lagioia, un resoconto crudele e fin troppo vero della società.
E chi riuscirebbe a rilassarsi con quel genere di libri? Io no, io sto sveglia a pensare, o vado avanti a leggere per sperare di superare il dolore insieme ai protagonisti, quando possibile.
4. Quando sono scritti bene, i racconti sono storie complete, molto più di un romanzo
Certo, in trecento pagine si dicono molte più cose che in dieci, questo è ovvio.5. Vanno dritti al punto
In un racconto i dettagli si perdono. Spesso ci si focalizza suun unico aspetto della vita del protagonista, a volte su un piccolo evento. Poi ci sono quelli che potremmo definire “a puntate”, come Rosso Malpelo, che trattano sempre dello stesso personaggio, ma di diversi aspetti della sua vita. Brevi storie indipendenti in grado essere lette in disordine.
Qualcuno potrebbe dire che in questo modo si perde la caratterizzazione dei personaggi, ma non è così, non sempre almeno. Ho letto romanzi che giravano intorno al punto senza arrivarci per pagine e pagine, aggiungendo di volta in volta un punto, un capello. Questo per me è abbastanza frustrante.
A volte in poche righe, in un gesto e in una frase si può definire un protagonista, in una saga, come in un racconto.
6. Ci ricordano le storie della nostra infanzia
I racconti mi ricordano un po’ le fiabe che leggevo da bambina e mi riportano alla mia infanzia, quando chiedevo alla nonna l’ennesimo libro per il mio compleanno.Uno dei primi che ho ricevuto era una antologia di Esopo. Ricordo ancora le illustrazioni e le favole che potevo leggere in dieci minuti, tutte con la loro bella morale alla fine. Da piccola le ricordavo quasi a memoria.
Un altro che mi è rimasto nel cuore, e che forse un giorno recensirò (sempre che sia ancora reperibile in giro) è Fiabe e Leggende delle Dolomiti. Credo sia stato quello il libro che mi ha avvicinata alle storie fantasy. Racconti di fate, di fantasmi e di creature leggendarie del folklore montano, al quale sono da sempre molto affezionata.
Tanto tanto tempo fa, in un paese piccolo piccolo, la mia nonna mi regalò una gigantesca antologia chiamata “fiabe dal mondo”. Erano 900 pagine di fiabe e favole. Ho ancora il volume, maltrattato dal tempo, consumato dalle mie letture e dai traslochi continui che si è fatto. Credo abbia perso la copertina dopo meno di sei mesi, perché era pesante e io avevo circa 7 anni.
A quell'epoca ero una assidua frequentatrice della biblioteca, ma tra un libro e l'altro - avevo un debole per la collana degli istrici della Salani - pescavo una fiaba a caso e mi lasciavo sorprendere dalla gioia breve e intensa, dal mondo sempre diverso nel quale mi portava. Forse il mio amore per i racconti parte proprio da qui, e da questo riportarmi a momenti di lettura libera.
7. Perché scegli cosa, come e quanto
8. Sono simili a una puntata di una serie TV
9. Perché ci permettono di avvicinarci a generi o ad autori che non conosciamo
10. Ci danno libertà
Spesso i racconti lasciano un finale aperto. Ok, lo so: qualcuno li detesta, qualcuno li sopporta, invece a me piacciono, perché nella mia testa decido io come va a finire, e la cosa mi piace. Ma in genere tutto ciò che non viene detto in un racconto mi dà uno spunto di libertà. E amo pensare di poter raccontare da me la storia che non mi è stata raccontata dall’autore.
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