Recensione: "Il grido della rosa" di Alice Basso (Anita #2)

11/30/2021


 Il grido della rosa
di Alice Basso

Anita #2
Garzanti
30 pagine
€ 16,90 cartaceo | € 9,99 ebook

TRAMA
Torino, 1935. Mancano poche settimane all'uscita del nuovo numero della rivista di gialli «Saturnalia». Anita è intenta a dattilografare con grande attenzione: ormai ama il suo lavoro, e non solo perché Sebastiano Satta Ascona, che le detta la traduzione di racconti americani pieni di sparatorie e frasi a effetto, è vicino a lei. Molto vicino a lei. Alla sua scrivania Anita è ancora più concentrata del solito, ancora più immersa in quelle storie, perché questa volta le protagoniste sono donne: donne detective, belle e affascinanti, certo, ma soprattutto brave quanto i colleghi maschi. Ad Anita sembra un sogno. A lei, che mal sopporta le restrizioni del regime fascista. A lei, che ha rimandato il matrimonio per lavorare. A lei, che legge libri proibiti che parlano di indipendenza, libertà e uguaglianza. A lei, che sa che quello che accade tra le pagine non può accadere nella realtà. Nella realtà, ben poche sono le donne libere e che non hanno niente da temere: il regime si fregia di onorarle, di proteggere persino ragazze madri e prostitute, ma basta poco per accorgersi che a contare veramente sono sempre e solo i maschi, siano uomini adulti o bambini, futuri soldati dell'Impero. E così, quando Gioia, una ragazza madre, viene trovata morta presso la villa dei genitori affidatari di suo figlio, per tutti si tratta solo di un incidente: se l'è andata a cercare, stava di sicuro tentando di entrare di nascosto. Anita non conosce Gioia, ma non importa: come per le sue investigatrici, basta un indizio ad accendere la sua intuizione. Deve capire cosa è successo veramente a Gioia, anche a costo di ficcare il naso in ambienti nei quali una brava ragazza e futura sposa non metterebbe mai piede. Perché la giustizia può nascondersi nei luoghi più impensabili: persino fra le pagine di un libro.

LA MIA OPINIONE

Dopo la lettura de Il morso della vipera , non potevo che tuffarmi a capofitto anche nella lettura di questa seconda avventura di Anita.
Dopo il suo arrivo un po' per caso, un po' per fortuna nella redazione di Saturnalia e la soluzione di un primo caso, la nostra dattilografa non potrebbe essere più entusiasta del suo lavoro. Certo, sa fin troppo bene che la sua è una situazione temporanea, perchè allo scadere dei sei mesi, come promesso, dovrà smettere di lavorare e sposare il suo fidanzato storico, Corrado. 
Ma per il momento Anita cerca di non pensarci e piuttosto cerc di godersi le giornate in redazione, passate a battere a macchina i racconti tradotti da Sebastiano Satta Ascona, suo partner in crime non solo in redazione, ama che come detective. Perché la verità è che Anita e Sebastiano insieme sono una forza, tra di loro c'è una chimica palpabile.
In questa storia ci immergiamo in un universo tutto al femminile. Proprio quando Anita suggerisce a Sebastiano di inziare a tradurre più racconti con delle donne come protagoniste, i due si ritrovano davanti agli occhi un caso che ha proprio una donna come vittima. Gioia, una giovane ragazza madre viene trovata ai piedi del cancello di una villa, dove si stava tenendo una festa per celebrare l'adozione del suo bambino. A prima vista sembrerebbe proprio che la donna stesse cercando di intrufolarsi alla festa e che sia accidentalmente caduta, ma questa ipotesi non convince né Anita, né Candida, che è una delle dame che si occupa delle ragazze nel centro in cui vengono ospitate, nè tantomeno Sebastiano, che era presente alla festa insieme alla fidanzata.
Ed è così che Anita inizia ad indagare sulla vita di Gioia, cercando di capire come fosse finita all' ONMI, l'Opera Nazionale per la Maternità e l'Infanzia e chi fossero le persone intorno a lei. Questo la porta i  luoghi che una brava ragazza non dovrebbe mai visitare, ma per lei ormai è impossibile resistere al richiamo della verità. 
E poi c'è pur sempre Sebastiano ad aiutarla, no?

Come vi accennavo all' inizio di questa recensione, una volta iniziata questa serie non ho saputo resistere al secondo volume - e probabilmente avrei letto di corsa anche il terzo, se fosse già stato pubblicato.
Anita è una protagonista che mi piace molto, soprattutto perché è fuori da ogni schema. Proprio lei, che pensa di avere solo la bellezza e di poter essere solo moglie e madre all'inizio di questa storia, si rivela una giovane donna piena di curiosità e ambizioniche dal suo mestiere - e quindi dalla letteratura - impara tantissimo. E quello che impara non riguarda soltanto le indagini, perché prima di tutto è vero che diventa una brava detective applicando quello che i suoi eroi ed eroine letterarie le insegnano, ma impara anche ad avere ispirazionia sognare l'indipendenza e una vita diversa dal modello imposto.

Nel complesso ho trovato anche questo secondo volume una lettura molto piacevole, che scorre velocemente perché davvero godibile ma che allo stesso tempo tocca un tema importantissimo, ovvero le condizioni di vita delle donne nel Ventennio. In particolare si sofferma sulla vita delle ragazze madri e delle prostitute, donne che vivono ai margini della società e che raramente possono ottenere giustizia.

E adesso, una volta terminato questo romanzo tutto al femminile non resta che aspettare il terzo volume delle avventure di Anita, no?




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