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Recensione: “Nulla di certo” di Vito Parisi


 Titolo: Nulla di certo 
Autore: Vito Parisi
Edizioni: Les Flaneurs Edizioni
Genere: Mistery
Pagine: 144
Prezzo: €14 

Trama: 
Settimio Speciale detto “il Cane”, vedovo, è commissario di polizia in un piccolo centro di provincia. Ottimo conoscitore della natura umana, trascorre il tempo a destreggiarsi tra delinquenti più o meno comuni, strambi personaggi e i potenti del luogo. Alla fine di ogni giornata però, invece di tornare subito nella sua casa vuota, vaga tra i vicoli del borgo antico, nella segreta speranza che qualcuno dei suoi nemici decida di farlo fuori. Fino alla sera in cui, in uno slargo che non ha mai visto, incontra un misterioso figuro col volto nascosto da una nuvola di fumo. Costui gli offre uno strano patto: in cambio di un indefinito “atto di disobbedienza”, avrà la possibilità di rivedere la moglie defunta. La surreale richiesta sembra legata a una torbida vicenda che vede coinvolti alcuni dei personaggi più influenti della zona, dei quadri rubati, un orfanotrofio femminile e la visione di tre bambine che piangono.
Recensione:
Settimio Speciale è un uomo tormentato, che l’autore del romanzo ci descrive con due personalità ben distinte. Solo andando avanti con la lettura apparirà chiaro che  Speciale e il commissario di polizia chiamato “Il Cane”, sono la stessa persona. 
Smessi i panni dell’impavido commissario dai modi poco ortodossi con i criminali, Il Cane torna ad essere Speciale, vedovo senza pace, che vaga per i vicoli bui della cittadina di provincia nella quale vive, alla ricerca di qualcuno (o qualcosa) che metta fine ai suoi tormenti. Una sera, mentre sta percorrendo le solite strade buie per tornare a casa, Speciale si imbatte in una strana figura, che gli proporrà un patto, in cambio di rivedere Luisa, la moglie defunta. Speciale, che vive una solitaria vita, fatta di dormite sulla poltrona, il cui pasto principale consiste in un caffè e una brioche nel solito bar di Giacomino, accetta e inizia un’indagine che lo condurrà nei meandri più sordidi della criminalità della sua città. Il Cane si ritrova ad affrontare personaggi influenti collegati a vicende poco chiare e ancora una conta dimostrerà di possedere quell’intuito sopraffino nello scovare i criminali, che gli è valso il soprannome di “Cane”.
 Man mano che il lettore si addentrerà nel romanzo, non potrà fare a meno di vagare con il protagonista attraverso i vicoli, come in un labirinto, alla ricerca de “Il Fumatore”, l’essere che ha proposto il patto a Speciale. Il libro è scandito da un ritmo abbastanza veloce e l’autore è stato bravo nel descrivere i luoghi che fanno da cornice al “viaggio” interiore del protagonista. 








  

          


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