Recensione: COME FILIPPO SALVÒ LA FANTASIA di Alessandro Ricci

10/12/2022


Titolo
: Come Filippò salvò la fantasia
Autore: Alessandro Ricci
Editore: NPS Edizioni - settembre 2022
Pagine: 220
Prezzo: cartaceo - € 14,00

Trama
Filippo è l’eroe di una storia che ancora non è stata scritta.
Ma di essere inventato non ne ha proprio voglia. Non vuol diventare il protagonista di questa storia perché conosce bene il destino che lo attende: prove terribili da superare, mostri spaventosi da affrontare, fatiche indicibili da sopportare. Troppo, per un ragazzo di dodici anni. Come dargli torto?
Solo che Filippo non può rifiutarsi, perché assieme a lui ha preso vita un terribile antagonista: un super cattivo deciso a rubare la fantasia dei bambini, condannando il mondo a una triste vita in cui regna sovrana la Realtà.
Questa che avete tra le mani è la vera storia di Filippo e dei suoi alleati e di come, attraverso mille avventure, riuscirono a salvare la fantasia.

Contiene illustrazioni di Stefania Franchi.

***


Ogni volta che leggo un libro per ragazzi, mi trovo a pensare quanto importanti siano per tutti i lettori a prescindere dalla loro età. È scontato che lo voglia ripetere Come Filippo salvò la fantasia, ma non ho dubbi che l’autorə abbia voluto rivolgersi anche (forse soprattutto) ai lettori più grandi che, pur vacillando nella loro fede, credono ancora nella fantasia. E poi per chi altri sarebbero tutte le meravigliose citazioni sparse tra le righe dell’avventura di Filippo e del suo scrittore.

 Quando ti decidi a crescere?


È una domanda che lo scrittore si è sentito rivolgere spesso senza cambiare la sua risposta: mai. Perché crescere non migliora affatto l’esistenza: i dubbi e le paure rimangono, anzi aumentano sulla spinta di doveri e regole a cui attenersi. Se aggiungiamo che per molti crescere significa smettere di fantasticare, lo scrittore è pronto a opporsi preservando il caos creativo del suo appartamento e pranzo con latte e biscotti, quando dimentica di fare la spesa.
Il suo è un compito importante e l’incredibile avventura che si trova a vivere scrivendo la storia di Filippo ne è conferma.
Filippo ha dodici anni ed è il protagonista del libro che lo scrittore vorrebbe presentare al suo editore. Fin dalla prima volta che ne ha scritto, però, ha iniziato a interagire con lui cercando di convincerlo a non scrivere affatto la sua storia, ma ormai era un bambino di inchiostro e carta: lo scrittore non poteva cancellarlo e basta.
Tra battibecchi e patti, dalla penna dello scrittore scaturiscono nemici e persino un titolo “Filippo contro il Ladro di Caramelle”.
Immaginate la sorpresa dello scrittore nello scoprire che il Ladro di Caramelle esiste anche nella realtà e che, come il suo antagonista, sta rubando una delle cose più preziose al mondo: la fantasia.
Per fermarlo Filippo ha bisogno che lo scrittore continui a raccontare la sua storia, fornendogli i mezzi e gli alleati che lo aiutino nell’impresa.

 Avete mai sentito uno scrittore affermare che a volte sono i suoi personaggi a decidere cosa fare? Viene raccontato durante le interviste, come simpatico aneddoto sulla creatività. Poveri illusi.

Ho scoperto durante questa avventura che la realtà è ben diversa: i personaggi fanno davvero quello che vogliono, sempre, in barba ai loro creatori. Gli scrittori possono solo raccontarne le gesta e inventare ambientazioni e condizioni per aiutarli ad adempiere al loro compito. E sperare che siano abbastanza in gamba da far uscire una buona storia.

 

Nelle pagine dell’avventura di Filippo e del suo scrittore, dunque, Mondo dello Straordinario e Realtà si incontrano dando forma a un romanzo dalla struttura peculiare. Si ha, infatti, l’impressione di leggere quasi due storie in una: da una parte c’è l’ascesa di Filippo a Vero Eroe e lo scontro contro il Ladro di Caramelle e i suoi ninja mortali, dall’altra c’è lo scrittore che deve saper bilanciare la propria creatività perché Filippo abbia successo ed entrambi i loro mondi siano salvi.
A ben vedere, però, la storia è una sola ma ho davvero molto apprezzato la connotazione metanarrativa che assume il romanzo con quel gioco di rimandi inevitabili che si creano parlando di scrittura e inserendo tra i protagonisti lo scrittore della storia.
Questa particolarità è il punto di forza di Come Filippo salvò la fantasia, che si presta a più letture conquistando lettori giovani e adulti. D’altra parte, come accennavo, Ricci inserisce citazioni che mi sembrano dirette a solleticare l’interesse di persone più grandi o molto curiose.
Una tra tutte riguarda uno dei personaggi secondari, noto come Capitan Sciabola Rossa: Anne Bonny. Non credo che serva aggiungere altro, se non che una saga su Anne la leggerei volentieri a patto che si faccia a meno di ninja e battute a tema.
Come Filippo salvò la fantasia è una lettura davvero piacevole, stimolante che sicuramente si inserisce tra i romanzi di formazione e avventura, ma che è soprattutto un inno a una delle armi più potenti che abbiamo: la fantasia.

 

Non è vero che hai troppa fantasia, la fantasia non è mai troppa.

 

 



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