Recensione: "LEZIONI DI SEDUZIONE" di Chiara Venturelli

7/20/2016

Finalmente riesco a raccontarvi le mie impressioni su Lezioni di seduzione, romanzo di esordio di Chiara Venturelli, che ho avuto l'opportunità di leggere in occasione del blogtour dedicato.

Titolo: Lezioni di seduzione
Autore: Chiara Venturelli
Editore: Centauria Libri - Collana Talent
Prima edizione: 26 maggio 2016
Pagine: 293
Prezzo: rigido - € 9,90; ebook - € 4,99 

Trama
Iscriversi al corso di teatro è stato un errore. Ma vedersi assegnare il ruolo di Catherine, la protagonista, è una vera catastrofe per Elizabeth. Soprattutto perché la «star» maschile è Jack: bello, brillante, popolare. Tutto il contrario di lei, insomma, e come se non bastasse un vero stronzo. Tra i due volano subito le scintille, e la commedia romantica Lezioni di seduzione sembra un disastro annunciato.
Quando ci si mette di mezzo la magia del palcoscenico, però, chi può dire cosa succederà? Pian piano, mentre la dolce e maliziosa Catherine conquista il suo William, le cose tra Elizabeth e Jack cominciano a cambiare, la finzione e la realtà si intrecciano. Complici una visita in famiglia a dir poco pericolosa, un’amica determinata, un ex fidanzato insistente e almeno due scomodi triangoli sentimentali, i colpi di scena sul palco e fuori si susseguono in un crescendo di equivoci. Che porteranno l’eroe e l’eroina a interrogarsi sui propri veri sentimenti, fino alla sera di una prima all’insegna dell’«improvvisazione»…
Un romanzo dolce, trascinante e divertente che mette in scena, è il caso di dirlo, le domande più profonde di ogni relazione: chi siamo quando ci innamoriamo, e di chi ci innamoriamo veramente? Forse anche la passione è un palcoscenico, e gli uomini e le donne soltanto attori? E, soprattutto, cosa sarebbe un grande amore senza qualche colpo di scena?

Liz si è iscritta al corso di recitazione per sbaglio: un errore che la costringerà a calcare le scene nei panni della protagonista dell'opera inedita che il professore ha scelto di rappresentare.
Come se vincere la timidezza cronica, che non l'ha fatta brillare durante le lezioni precedenti, non fosse un'impresa sufficientemente ardua, il co-protagonista sarà il bellissimo e talentuoso Jack.

Jack era il migliore del corso e quando si calava nella parte riusciva a diventare anche il contrario di ciò che era. Cioè un bastardo, seppure di talento.

Liz e Jack saranno rispettivamente Catherine e William. Catherine è una giovane nobildonna del Settecento che, dopo aver origliato una conversazione sul sesso, chiede spiegazioni a William, figlio di un socio in affari del padre. Hanno inizio così le lezioni di seduzione.
Un gioco pericoloso che richiede che tra Liz e Jack vi sia un'alchimia tangibile e i due dovranno provare anche fuori dall'orario di lezione, per esempio incontrandosi nella camera della ragazza.
Ma quando realtà e finzione si mescolano, capire chi è il vero Jack non sarà semplice e porterà scompiglio nella vita di Liz.

La storia di Lezioni di seduzione inizia molto prima del libro che oggi possiamo tenere tra la mani o conservare nell'archivio dei nostri ereader. La Venturelli aveva, infatti, pubblicato il suo romanzo sulla piattaforma efp, che ho frequentato a lungo in passato senza imbattermi, però, nelle vicende di Liz e Jack.
In seguito il romanzo è stato rivisto, modificato, sono state tagliate e inserite scene: sono certa che per i lettori storici della Venturelli sia bello scoprire questi cambiamenti e mi dispiace un po' non poterli notare e apprezzare.
Ho apprezzato, invece, la pulizia dello stile che contribuisce a rendere la lettura davvero molto scorrevole. Non è un caso che io abbia divorato il romanzo, leggendolo in poco più di due giorni.
Da subito mi è piaciuta l'idea della rappresentazione teatrale per l'avvio e lo sviluppo della relazione tra Liz e Jack, ma è durante la lettura che ho iniziato a pensare a Le relazioni pericolose, romanzo di Choderlos de Laclos che ha, in realtà, una struttura e una storia diverse. Insomma, mi è sembrato di intravedere dei riferimenti proprio a questo romanzo nella trama dell'opera che i due protagonisti devono rappresentare.
Non vi nascondo che ho trovato molto interessante questo collegamento e ho apprezzato che, come nel romanzo di de Laclos in cui i protagonisti perdono il controllo sul loro stesso gioco, Liz veda la realtà mescolarsi alla finzione nella complicata lotta tra ragione e sentimento.
Ciononostante non posso che dire che Lezioni di seduzione abbia suscitato il mio entusiasmo. Rimanendo fedele ai principali schemi del romance, il romanzo risulta complessivamente prevedibile: non voglio necessariamente il colpo di scena o la suspense, ma un po' di sorpresa? Qualche elemento innovativo?
Dai caratteri dei protagonisti (timida, riservata, studiosa e intelligente lei; affascinante, sfrontato e un po' stronzo lui) all'entrata in scena del terzo incomodo e ai problemi con la famiglia, Lezioni di seduzione accoglie tra le sue pagine i principali cliché del romanzo rosa.
D'altra parte si tratta dei gusti personali di ciascun lettore e di precise scelte dell'autore: in molti preferiscono le storie il cui sviluppo è, in un certo senso, prestabilito, sicuro e quindi rassicurante.
Un altro aspetto che, pur trattandosi ancora una volta di una scelta stilistica, non ho apprezzato è la scarsità delle descrizioni, spesso del tutto assenti. In diverse occasioni (vi rimando all'intervista per New Adult Italia e al post speciale di Wonderful Monster) la Venturelli ha spiegato che era sua volontà lasciare ampio spazio all'immaginazione del lettore, limitando la caratterizzazione fisica dei personaggi e la descrizione dell'ambientazione.
Io, però, preferisco saperne di più, avere caratteristiche e ambienti più definiti: la mia fantasia riesce in ogni caso ad arricchirli e a trasformarli.
La mancanza di descrizioni approfondite non mi ha permesso di trovare interessanti i personaggi secondari, in particolar modo Daniel e la madre di Liz che mi sono apparsi privi di spessore. La mancanza di informazioni, inoltre, non consente di comprendere a fondo il risentimento di Liz verso la madre e, quindi, le dinamiche familiari. Non escludo, però, che il prossimo romanzo porterà qualche chiarimento a riguardo.
A mio avviso, un grosso limite del romanzo è il ritmo narrativo. Avendo segnalato la positività della scorrevolezza e della velocità di lettura, specifico che sono aspetti tra loro distinti.
In Lezioni di seduzione gli eventi si susseguono a una velocità impressionante tanto che è difficile comprendere le reali tempistiche della nascita e dell'evoluzione del rapporto tra Liz e Jack: spesso sembra che siano passati pochi giorni, salvo poi capire che probabilmente sono trascorse settimane, se non mesi. Il problema è che, leggendo un romanzo, non sempre è sufficiente l'informazione relativa per capire i tempi ma, in un certo senso, è necessario viverli affinché non ci sembrino assurdi o immotivati i comportamenti e le reazioni dei personaggi.
Spesso mi ha spiazzato il coinvolgimento di Liz nei confronti di Jack perché avevo l'impressione che si conoscessero e frequentassero da così poco da non giustificare certi atteggiamenti.
Avrei preferito, in altre parole, sentire meno la fretta di arrivare a una svolta nella vicenda per potermi gustare maggiormente gli sviluppi.
Nonostante non si sia rivelata una lettura faticosa, mi aspettavo qualcosa di più da Lezioni di seduzione e non mi ha entusiasmata. Sebbene non mi senta di consigliarlo a tutti, ritengo comunque che sia il romanzo giusto per chi cerca una lettura spensierata e romantica, con una punta di mordace sarcasmo.


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6 commenti

  1. Bella recensione! Devo dire che questo libro mi incuriosisce

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    1. Grazie! Incuriosiva molto anche me, buona lettura ^^

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  2. Oddeo, stessa identica sensazione! Dopo un paio di incontri sono passati mesi e il rapporto tra i personaggi non si capisce come si sia sviluppato e quindi anche alcuni comportamenti non sono comprensibili. Quoto anche l'osservazione sulle descrizioni. In pratica mi hai letto nella mente XD

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    1. Sono contenta di non essere l'unica ad avere avuto certe impressioni. Sicuramente la dimensione descrittiva è una scelta stilistica che può essere più o meno apprezzata, ma credo che il rapporto tra i due protagonisti e i personaggi in generale fosse fondamentale e che, nello sviluppo, abbia davvero risentito di una certa fretta...

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    2. A parte il salto temporale che non ha permesso di capire i legami, le descrizioni, per me, un minimo ci devono essere perché gia avendo dei punti di partenza l'immaginazione lavora, non avendo nulla è come se in un certo senso scrivessimo parte della storia non avendo quella veramente indeata dall'autrice.

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    3. Sono d'accordo, anche se proprio oggi riflettevo che bastano pochissimi riferimenti spaziali per dare dimensione al romanzo e lasciare comunque libera la fantasia del lettore. Insomma, non servono descrizioni davvero lunghe e dettagliate.
      Quanto allo scrivere parte della storia, credo che fosse proprio questa la volontà dell'autrice.

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