Titolo: Piume d'Angelo
Autore: Valentina Bertani
Editore: autopubblicazione
Genere: sci-fi
Pagine: 154
Prezzo: 3,99€ (ebook)
Trama: XXV secolo. L'Umanità ha colonizzato la Galassia. Ma non ha eradicato le guerre. Questa è la storia di Alex, una bambina prestrutturata, in lotta e in fuga dal suo passato, in un mondo sull'orlo del caos.
I libri autopubblicati spesso hanno dei limiti: manca qualcuno che rilegga, magari, e così ci si ritrova di fronte a refusi che, nonostante siano pochi, fanno comunque storcere un po' il naso a volte. Per esempio, alcuni personaggi hanno cambiato nome nel corso della storia: Isabella diventa Isabel ed Émile diventa Emilio.
Autore: Valentina Bertani
Editore: autopubblicazione
Genere: sci-fi
Pagine: 154
Prezzo: 3,99€ (ebook)
Trama: XXV secolo. L'Umanità ha colonizzato la Galassia. Ma non ha eradicato le guerre. Questa è la storia di Alex, una bambina prestrutturata, in lotta e in fuga dal suo passato, in un mondo sull'orlo del caos.
Recensione:
Questo libro è molto difficile da recensire, per me, perché se anche sotto alcuni aspetti mi è piaciuto e mi ha coinvolta, presenta dei difetti abbastanza evidenti, probabilmente dovuti al fatto che è mancato un occhio critico esterno.
Comincio dagli aspetti positivi.
L'autrice ha il merito di aver saputo creare un futuro verosimile, dando struttura alle colonie, descrivendo (anche troppo) nei dettagli le navi spaziali che i terrestri colonizzatori usano per muoversi e fornendo parecchie nozioni che mi hanno convinta che c'è una grande passione per il genere dietro questo libro.
La storia ha potenziale, perché è originale e interessante, perché si può apprezzare la precisione delle informazioni che Valentina ci dà e lo studio che ne è certamente derivato.
Comincio dagli aspetti positivi.
L'autrice ha il merito di aver saputo creare un futuro verosimile, dando struttura alle colonie, descrivendo (anche troppo) nei dettagli le navi spaziali che i terrestri colonizzatori usano per muoversi e fornendo parecchie nozioni che mi hanno convinta che c'è una grande passione per il genere dietro questo libro.
La storia ha potenziale, perché è originale e interessante, perché si può apprezzare la precisione delle informazioni che Valentina ci dà e lo studio che ne è certamente derivato.
I libri autopubblicati spesso hanno dei limiti: manca qualcuno che rilegga, magari, e così ci si ritrova di fronte a refusi che, nonostante siano pochi, fanno comunque storcere un po' il naso a volte. Per esempio, alcuni personaggi hanno cambiato nome nel corso della storia: Isabella diventa Isabel ed Émile diventa Emilio.
La società che l'autrice ci presenta è descritta, secondo me, in modo a volte poco pratico.
L'esempio che faccio riguarda il viaggio che una ragazzina di nome Eiko deve compiere in una nave dell'esercito per mettersi in salvo dopo un terribile attentato, al seguito del quale anche alcuni personaggi che avevamo appena conosciuto perdono la vita. Le procedure sono verosimili, infatti sono definiti i codici di priorità, che sono sensati, ed è descritta in modo preciso la procedura d'identificazione. Il problema sta nella cabina singola dotata di ogni tipo di comfort che viene messa a disposizione di questa ragazza, che in una situazione di emergenza globale pare poco adatta allo scopo di salvare più persone possibile.
Tutto in effetti nel libro è descritto con precisione, persino la struttura della colonia lunare e il sistema di combattimento delle navi. Purtroppo però queste nozioni, che servono a raccontare un futuro distante e difficile da relazionare al nostro presente, sono molto tecniche e abbastanza difficili da assimilare per un lettore mediamente interessato al genere (come me).
La dispersione delle informazioni è il problema fondamentale di questo libro, secondo me: ce ne vengono date parecchie che sono trascurabili ai fini della trama. Ci sono personaggi che ci vengono presentati e descritti in modo forse un po' troppo approfondito in relazione al ruolo che hanno nella storia in quanto spesso sono solo comparse.
Non ho apprezzato la scelta di inserire termini inglesi nel corso della narrazione. Immagino che la sia dipesa dalla voglia di dare un'idea di 'futuro' e dovuta all'ambientazione che vede la lingua inglese come lingua comune per l'umanità intera. Ma se i vari miniphone e hPad sono comprensibili e risultano molto simili ai termini attuali, così non è per parole come per esempio 'plug'. Le città, le navi spaziali e i nomi dei personaggi, perfino le marche dei vestiti dei protagonisti (che sono marche del nostro presente) sono in inglese, secondo me quindi non era necessario enfatizzare ulteriormente questo passaggio alla lingua comune.
Alex, la protagonista, all'apparenza sembra una giovane studentessa, ma già nel primo capitolo si scopre che in realtà è un soldato e subito deve partire per una missione ad alto rischio.
Prima di farlo va a trovare la sua famiglia: la madre, il padre e la sorella, Amy, alla quale è molto legata.
Dopo averci presentato questi personaggi, la narrazione si sposta su un gruppo di ragazzi giapponesi, tra i quali c'è una delle protagoniste: Eiko. Seguono una lezione di storia, attraverso la quale l'autrice ci racconta, utilizzando l'espediente dell'interrogazione, il lunghissimo viaggio che una nave spaziale intraprese anni prima (rispetto ai tempi nei quali si svolge la storia) per colonizzare un pianeta distante. Devo dire che questa parte è stata piacevole da leggere e che la storia di questo viaggio mi è rimasta impressa nella memoria. Peccato che queste vicende non siano importanti ai fini della trama, che si perde un po' di vista.
Le parti che ho preferito vedono Alex incontrare Sarah: la sua coscienza sopita, se così si può chiamarla. Questo incontro avviene all'interno di sogni quasi coscienti che permettono alle due di comunicare anche con la coscienza sopita della sua gemella. In queste parti del libro la narrazione si concentra sui personaggi e diventa meno dispersiva e quindi più efficace.
Sarah è il personaggio meglio descritto del libro.
L'autrice scrive bene, ma tende a concentrarsi un po' troppo sulle azioni compiute dai protagonisti piuttosto che sulle loro sensazioni. Il risultato a volte purtroppo è un elenco di azioni o la descrizione precisa dell'aspetto dei personaggi (ogni volta si incontra qualcuno, vengono descritti i suoi capelli, i suoi occhi e il suo abbigliamento) o della struttura di luoghi che rende difficile ai lettori concentrarsi su ciò che sta succedendo.
In conclusione: nonostante la dispersione ho apprezzato molto l'originalità delle scelte di Valentina, che secondo me ha le potenzialità per crescere e per bilanciare meglio i ritmi narrativi, che in 'Piume d'Angelo' risultano abbastanza squilibrati.
Consiglio comunque agli appassionati del genere di tenere d'occhio l'autrice, perché è appassionata e competente e sono sicura che vorremo leggere il suo prossimo romanzo.
Purtroppo ho dovuto dare solo due cuoricini a questo libro a causa dei difetti che ho riscontrato, ma spero che Valentina (nel caso in cui la legga) non si lasci abbattere da questa recensione non proprio positiva e pubblichi qualcosa di più maturo, magari il seguito di 'Piume d'Angelo', prima di tutto perché sono curiosa di sapere cosa succederà alle protagoniste, che non hanno avuto un vero e proprio finale in questo libro, ma anche perché sono sicura che mi farà piacere leggerlo.
Tutto in effetti nel libro è descritto con precisione, persino la struttura della colonia lunare e il sistema di combattimento delle navi. Purtroppo però queste nozioni, che servono a raccontare un futuro distante e difficile da relazionare al nostro presente, sono molto tecniche e abbastanza difficili da assimilare per un lettore mediamente interessato al genere (come me).
La dispersione delle informazioni è il problema fondamentale di questo libro, secondo me: ce ne vengono date parecchie che sono trascurabili ai fini della trama. Ci sono personaggi che ci vengono presentati e descritti in modo forse un po' troppo approfondito in relazione al ruolo che hanno nella storia in quanto spesso sono solo comparse.
Non ho apprezzato la scelta di inserire termini inglesi nel corso della narrazione. Immagino che la sia dipesa dalla voglia di dare un'idea di 'futuro' e dovuta all'ambientazione che vede la lingua inglese come lingua comune per l'umanità intera. Ma se i vari miniphone e hPad sono comprensibili e risultano molto simili ai termini attuali, così non è per parole come per esempio 'plug'. Le città, le navi spaziali e i nomi dei personaggi, perfino le marche dei vestiti dei protagonisti (che sono marche del nostro presente) sono in inglese, secondo me quindi non era necessario enfatizzare ulteriormente questo passaggio alla lingua comune.
Alex, la protagonista, all'apparenza sembra una giovane studentessa, ma già nel primo capitolo si scopre che in realtà è un soldato e subito deve partire per una missione ad alto rischio.
Prima di farlo va a trovare la sua famiglia: la madre, il padre e la sorella, Amy, alla quale è molto legata.
Dopo averci presentato questi personaggi, la narrazione si sposta su un gruppo di ragazzi giapponesi, tra i quali c'è una delle protagoniste: Eiko. Seguono una lezione di storia, attraverso la quale l'autrice ci racconta, utilizzando l'espediente dell'interrogazione, il lunghissimo viaggio che una nave spaziale intraprese anni prima (rispetto ai tempi nei quali si svolge la storia) per colonizzare un pianeta distante. Devo dire che questa parte è stata piacevole da leggere e che la storia di questo viaggio mi è rimasta impressa nella memoria. Peccato che queste vicende non siano importanti ai fini della trama, che si perde un po' di vista.
Le parti che ho preferito vedono Alex incontrare Sarah: la sua coscienza sopita, se così si può chiamarla. Questo incontro avviene all'interno di sogni quasi coscienti che permettono alle due di comunicare anche con la coscienza sopita della sua gemella. In queste parti del libro la narrazione si concentra sui personaggi e diventa meno dispersiva e quindi più efficace.
Sarah è il personaggio meglio descritto del libro.
L'autrice scrive bene, ma tende a concentrarsi un po' troppo sulle azioni compiute dai protagonisti piuttosto che sulle loro sensazioni. Il risultato a volte purtroppo è un elenco di azioni o la descrizione precisa dell'aspetto dei personaggi (ogni volta si incontra qualcuno, vengono descritti i suoi capelli, i suoi occhi e il suo abbigliamento) o della struttura di luoghi che rende difficile ai lettori concentrarsi su ciò che sta succedendo.
In conclusione: nonostante la dispersione ho apprezzato molto l'originalità delle scelte di Valentina, che secondo me ha le potenzialità per crescere e per bilanciare meglio i ritmi narrativi, che in 'Piume d'Angelo' risultano abbastanza squilibrati.
Consiglio comunque agli appassionati del genere di tenere d'occhio l'autrice, perché è appassionata e competente e sono sicura che vorremo leggere il suo prossimo romanzo.
Purtroppo ho dovuto dare solo due cuoricini a questo libro a causa dei difetti che ho riscontrato, ma spero che Valentina (nel caso in cui la legga) non si lasci abbattere da questa recensione non proprio positiva e pubblichi qualcosa di più maturo, magari il seguito di 'Piume d'Angelo', prima di tutto perché sono curiosa di sapere cosa succederà alle protagoniste, che non hanno avuto un vero e proprio finale in questo libro, ma anche perché sono sicura che mi farà piacere leggerlo.
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