"C'era una volta...". È così che hanno inizio alcuni dei racconti più importanti della nostra vita. Quasi fossero parte di una formula magica, queste parole hanno il potere di rinnovarsi e volgersi al presente ogni volta che vengono pronunciate o lette.
Nel tentativo di regalarvi un briciolo di magia, abbiamo ideato la rubrica "C'era una volta..." per condividere gli incipit più belli e suggestivi dei libri che abbiamo letto.
Buongiorno, carissimi!
Oggi avrebbe dovuto esserci una mia recensione, ma la connessione mi ha abbandonato e ho dovuto collegare il cellulare per preparare questo post, quindi sono stata costretta a fare una cosa veloce. Godetevi l'incipit di questo bel racconto! Spero vi incuriosirà ^.^
Una notte, a teatro
Linda Kent
Il temporale si era abbattuto improvviso, come accade in certe sere d'estate. Non aveva però placato la temperatura, eccessiva in modo sfacciato, e l'aria si era fatta umida e vischiosa.
Lady Grace Anderson sentì una goccia di sudore scivolarle nel solco fra i seni: all'interno del teatro, le luci del palcoscenico e le candele del grande lampadario centrale avevano peggiorato la situazione e ormai, alla fine del terzo atto, respirare era divenuto difficile.
Con uno scatto del polso aprì il ventaglio e iniziò ad agitarlo energicamente.
«Lo distruggerai in quel modo!» Lady Muriel Fielding sorrise appena e si tamponò le labbra con un fazzolettino. «Ma hai senz'altro ragione, tesoro mio: si muore di caldo. Chiederò che ci portino un po' di limonata ghiacciata.
Nonostante l'età, tante Muriel era ancora una donna formidabile, che non temeva nulla e nessuno, e non si curava delle convenienze. Un'alttra dama del suo rango avrebbe suonato il campanello d'argento senza muovere nulla di più delle due dita necessarie per scuoterlo, invece lei si alzò e uscì dal palco per cercare un valletto e trasmettergli l'ordine.
Grace sorrise fra sé; amava moltissimo la zia ed era davvero orgogliosa di assomigliarle. Le aveva insegnato così tanto, e con l'esempio più che con le parole. Da lei aveva imparato il valore assoluto della lealtà e il rispetto per le scelte del cuore, le uniche regole che valesse la pena di seguire.
Lady Grace Anderson sentì una goccia di sudore scivolarle nel solco fra i seni: all'interno del teatro, le luci del palcoscenico e le candele del grande lampadario centrale avevano peggiorato la situazione e ormai, alla fine del terzo atto, respirare era divenuto difficile.
Con uno scatto del polso aprì il ventaglio e iniziò ad agitarlo energicamente.
«Lo distruggerai in quel modo!» Lady Muriel Fielding sorrise appena e si tamponò le labbra con un fazzolettino. «Ma hai senz'altro ragione, tesoro mio: si muore di caldo. Chiederò che ci portino un po' di limonata ghiacciata.
Nonostante l'età, tante Muriel era ancora una donna formidabile, che non temeva nulla e nessuno, e non si curava delle convenienze. Un'alttra dama del suo rango avrebbe suonato il campanello d'argento senza muovere nulla di più delle due dita necessarie per scuoterlo, invece lei si alzò e uscì dal palco per cercare un valletto e trasmettergli l'ordine.
Grace sorrise fra sé; amava moltissimo la zia ed era davvero orgogliosa di assomigliarle. Le aveva insegnato così tanto, e con l'esempio più che con le parole. Da lei aveva imparato il valore assoluto della lealtà e il rispetto per le scelte del cuore, le uniche regole che valesse la pena di seguire.
Allora, cosa ne pensate? La penna elegante e fluida di Linda Kent è ormai inconfondibile per me e le sue storie mi piacciono molto. Questo breve racconto mi ha incantato dalle prime righe.
Per caso avete già letto Una notte, a teatro? Fatemi sapere!
Alla prossima!
Commenti
Posta un commento