Titolo: Non parlare con la bocca piena
Autrice: Chiara Francini
Editore: Rizzoli
Pagine: 288
Recensione:
Autrice: Chiara Francini
Editore: Rizzoli
Pagine: 288
Sinossi: "Al terzo giro dell'isolato Chiara si rende conto di
aver scelto probabilmente il momento peggiore, con la luce più bella di Roma,
per lasciare. Del resto non esiste un'ora perfetta per la fuga perfetta. Da
bambina le bastava il tempo di una mela - i bocconi piccoli - per raggiungere
la sua cameretta partendo da scuola. Quanto sarebbe stato più facile adesso
arrivare in quella casa a piedi, a undici anni, con le bucce verdi ancora tra i
denti..."
Bello sapere che si può tornare. Che a ogni passo falso,
nella vita, i genitori sono pronti a riabbracciarti con un calore che gli anni
non hanno mai attutito né tanto meno spento. Per Chiara, questo calore profuma
di caffè e canta sulle note della Vedova allegra. Perché i suoi genitori sono
così, loro che l’hanno tirata su in amorosa allegria, le hanno costruito
attorno un mondo da fiaba e hanno trattato la vita come una partita a tombola a
Natale: leggera. Chiara ha appena lasciato Federico, il loro nido e i gatti. Il
suo essere una donna fallica le ha impedito di portare avanti pure questa
storia. E sì che stavolta si era impegnata. Ora il dolore le morde il cuore.
Anche le donne come lei soffrono. Ma niente, non ce la fa, ed eccola a suonare
il citofono a papà, a trascinarsi su per le scale i due trolley, ad addolcire la
vita masticando Galatine per consolarsi un po’. Come le hanno insegnato fin da
piccola. Meno male che, a casa dei suoi, Chiara ritrova tutto com’era, la
cameretta rosa da principessa, l’albero di Natale acceso a ogni stagione, le
riviste anni Novanta, gli amici di famiglia chiassosi e colorati. E
naturalmente la matura armonia d’amore fra i suoi genitori. Un amore che ha
superato tante prove, un amore coraggioso e per nulla convenzionale, un amore
disinteressato e forte che ha sconfitto i pregiudizi, spesso con il fendente di
una risata. Ma anche un amore buffo e capace di curare le ferite della vita
(pure quelle che non si rimarginano perfettamente e lasciano la cicatrice). Una
vera scuola d’amore, da cui Chiara avrà ancora molto da imparare.
Adoro Chiara Francini come attrice, ho visto alcune fiction tv di recente più per lei che per l'intera trama a dirla tutta! Con questo spirito di simpatia e curiosità mi sono quindi apprestata a leggere il suo primo romanzo.
Chiara, la protagonista, ha appena lasciato il fidanzato Federico ed è tornata a stare dai suoi, situazione non idilliaca quando ormai hai 35 anni, no?
Chiara ha una famiglia particolare, infatti di padri ne ha ben due, Giancarlo ed Angelo, un professore toscano ed un oculista napoletano con cui Chiara divide lo studio, spassosi singolarmente ed esplosivi insieme, uno ossessionato dal teatro e l’altro dal caffè!
Alla domenica ci sono sempre le Supreme, amici gay dei genitori, ognuno a suo modo fantastico, soprattutto agli occhi della piccola Chiara, uno stuolo di eccentrici zii in pratica.
C’è poi MaraElena, la migliore amica sboccata ed appariscente, maschia come la Chiara, sarda e fissata con l’epilazione.
Mentre è a spasso con l’amica, Chiara incontra Luigi, tipico attore che si fa bello con le citazioni dei grandi e subito tenta un approccio, escono e dopo un film interminabile, Chiara inizia a raccontarsi dopo tanto.
Il sesso con un semiestraneo è quasi una terapia d’urto per uscire dal torpore, ma questa volta nemmeno l’autolavaggio salvifico riesce a rimuovere il turbamento dentro di lei.
Ad un certo punto, la serenata di Federico è inimmaginabile ma anche tanto dolce.
Ridicoli sono gli sms di Luigi, fantastica la reazione di Chiara, penso la adotterò in futuro se necessario.
Infine esilaranti i telegrammi della genitrice Eleonora, possibile che non si trovi un diadema girando per le gioiellerie di Londra?!
Chiara mi ha riportato alla mente vari ricordi, di quando c’era Beverly Hills 90210 in tv o il bello delle serate pantofolaie mangiando sul divano che quasi diventa una seconda pelle, ah come la capisco!
Il romanzo è articolato in capitoli brevissimi che danno un ritmo veloce alla lettura, si legge proprio in poco infatti.
Sia io che Chiara amiamo le galatine, ma chi non le ama??
Altra cosa in comune tra me e lei, la presenza di una talpa furba in giardino, anche mio padre come il suo cerca di liberarsene invano e da tempo.
Incredibilmente, Chiara è nata il mio stesso giorno, quante probabilità c’erano?
Diciamo che tutto ciò non ha fatto altro che farmi sentire molto vicina alla protagonista.
Mi aspettavo un po' di verve in più nella seconda parte del romanzo, invece è comparsa più dolcezza, diciamo così. Verso la fine si svela il senso del titolo e dove è nata l'ossessione di Chiara per le galatine, un espediente geniale che, oltre alle carie, non poteva nuocerle.
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