Titolo: La spia del mare
Autore: Virginia de Winter
Editore: Mondadori - ottobre 2016
Pagine: 408
Prezzo: cartaceo - € 19,00; ebook - € 9,99
Trama
Autore: Virginia de Winter
Editore: Mondadori - ottobre 2016
Pagine: 408
Prezzo: cartaceo - € 19,00; ebook - € 9,99
Trama
Venezia, 1741. Cordelia Sheffield è una spia inglese, bella, intelligente e letale. Cassandra Giustinian invece è una nobile veneziana dalla grazia incantevole, colpita da una misteriosa malattia. Nessuno sa che sono gemelle, che dividono un'unica vita e l'amore per lo stesso uomo: lo splendido Cassian d'Armer, una spia del Doge, tormentato da un passato di guerra e violenza. Quando gli Inquisitori della Serenissima allungheranno le loro ombre sui segreti dei Giustinian, Cassian rischierà ogni cosa per salvare dalla morte la donna che ama. La lotta lo legherà fatalmente a tre uomini: un nobile francese fuggito dalla Corte di Versailles, un pari di Spagna in esilio volontario e un giovane abate, Giacomo Casanova, perfetto spadaccino e donnaiolo impenitente che li guiderà attraverso le calli e i balli fastosi, nella frenesia del meraviglioso carnevale veneziano. Agenti segreti e alchimisti, crudeli assassini coi volti della Commedia dell'Arte convergono nella Serenissima e danno avvio a un pericoloso gioco di spie, alla ricerca di un mistero sepolto sul fondo della laguna, dove una fanciulla dorme in una bara di cristallo, custode di un segreto che potrebbe far vacillare l'esistenza stessa della Repubblica di Venezia.
***
Riassaporare
la prosa della de Winter è un’esperienza immersiva: accomodarsi, finalmente a proprio agio, sulla
poltrona preferita e sentirsi a casa ed essere trasportati in altri luoghi e
tempi. Rileggere, conoscendo
perfettamente l’ultima pagina, non intacca le emozioni e, anzi, permette di
soffermarsi su tutti quei dettagli che rendono piacevole e unica già la prima
lettura, ma che passano in secondo piano nella febbrile ansia di scoprire
cosa accadrà dopo.
La
spia del mare ci porta a Venezia,
catapultandoci in una notte del Settecento in compagnia di quattro uomini
indubbiamente affascinanti, ma misteriosi. Gli eventi risultano sulle prime
difficili da inquadrare, ma l’arrivo dei quattro all’Isola di Torcello è un assaggio dell’atmosfera dell’intero romanzo.
Era
possibile vederla soltanto nelle notti più limpide, quando la luna era alta in
cielo e le correnti della laguna si combinavano in una magica armonia
trasformando l’acqua in vetro. Allora si mostravano dal fondo del mare rovine
di palazzi e resti di statue candide tra le incrostature di conchiglie e le
chiome delle alghe. I riverberi della luna correvano lungo catene alle quali
era assicurata una bara di cristallo e, tra i fregi e le nervature d’oro,
appariva un volto di fanciulla che pareva immersa nel sonno.
Gli
aneddoti e le leggende si intrecciano alla narrazione, prendendo e dandole
concretezza. Ci si ritrova nella vera Venezia, tra le calli, le malvasie e i
cafè in cui aspettare che
arrivi il giorno, gustando una cioccolata calda.
Il prologo ci presenta Monsieur, El
Cid, Nadir ed Ermes, ma fin dal primo capitolo (e del resto il titolo del
romanzo già lo rivelava) scopriamo che al centro della storia vi è una donna. Giovane spia inglese, Cordelia è al servizio di Enrico Giustinian con il
solo scopo di potersi riappropriare dell’eredità della madre.
Le missioni che le vengono affidate
sono delicate e rischiose, ma Cordelia ha dalla sua il vantaggio di condividere
lo stesso aspetto della figlia di Giustinian. Cassandra è, infatti, la sorella gemella dell’abile spia
inglese ed entrambe sono figlie del nobiluomo e di Lady Charlotte Backson.
Quando
veste i panni di Cassandra, però, Cordelia è costretta a condividerne anche il
fidanzato, Cassian D’Armer.
Cassian
D’Armer era pericoloso, si disse. Lo era ancora di più quando, a tratti, era il
suo fidanzato.
Nel tentativo di sventarne il
rapimento e svolgendo gli incarichi del padre, Cordelia si ritrova a raccogliere indizi, poco più che frammenti, di
qualcosa di insolito. Le maschere
della Commedia, guidate da un’inafferrabile Colombina, appaiono come una
costante negli scontri e nei rocamboleschi inseguimenti, che spesso concludono
una serata danzante.
Ma non è tutto: alle orecchie di
Cordelia, iniziano a giungere storie che hanno il sapore della leggenda e del
racconto del terrore come le apparizioni
di persone che erano state credute morte.
Gli elementi di un romanzo capace di
soddisfare il lettore ci sono tutti: il mistero e l’atmosfera spettrale,
leggende che sembrano spaventosamente vere, incontri romantici e intrighi,
musica, cibo (cioccolata soprattutto), vino e combattimenti.
Se i personaggi, nella migliore tradizione
dewinteriana, sono bellissimi e intriganti, è a Venezia che non si può rimanere indifferenti. Le descrizioni
sono un invito a partire, a passeggiare per i campielli e a smarrirsi nelle
calli, affidandosi alla guida, seppur romanzata, che queste pagine sembrano
offrire nel riferimento preciso a cafè storici, ai Palazzi e alle nobili
famiglie che vi vissero. Il lettore non può avere dubbi sulla ricerca a cui è
stato sottoposto ogni dettaglio: dal ruolo storico della Serenissima alla sua
configurazione.
«È
mai possibile che Venezia sia così vicina e mi manchi già?»
La stessa cura è riservata alla
caratterizzazione a tutti i personaggi: dai protagonisti e alle figure che
restano sullo sfondo come comparse di scena. Ognuno ha una propria storia, un
passato a Venezia o, ancora più interessante, un trascorso che lo ha condotto
lì. Bastano pochi accenni ed ecco che il personaggio acquista uno spessore.
Rimarrebbe ancora molto su cui
soffermarsi, ma non posso trascurare Monsieur e Casanova. Il primo rappresenta,
per me, il simbolo del romanzo, incarnandone la complessità, il fascino e l’atmosfera
sottesa tra verosimiglianza storica e paranormale. Il secondo è, invece,
Venezia stessa: un binomio che nell’immaginario di tutti è già inscindibile e
che la De Winter rinsalda, restituendo alla vita una figura ai limiti del mito
e arricchendolo nella sua storia di sfaccettature, luci e, inevitabilmente,
ombre.
«Giacomo,
a volte penso che tu non riesca a legarti a nessuna donna perché sei innamorato
soltanto di Venezia.»
Leggendo La Spia del Mare, non si può che comprendere il giovane Casanova:
ci si innamora di Venezia e di tutte quelle storie tanto inquietanti che si
possono soltanto sussurrare.
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