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Recensione: Dreamtime, di Michele Rampazzo

Titolo: Dreamtime

Autore: Michele Rampazzo

Editore: Intrecci

Collana: Enne

Anno edizione: 2017

Pagine: 238 p., Brossura

Sinossi:
Al tramonto del XXI secolo, inquinamento e cambiamenti climatici hanno portato il mondo sull'orlo di una nuova guerra fredda, dove chiunque farebbe di tutto per sopravvivere. Lo sa Shadow, sicario di una famigerata ong finita a compiere crimini efferati in nome della salvaguardia del pianeta. Lo capisce Rebecca, interprete del Ministro dell'ambiente cinese, quando scopre un piano del Governo che potrebbe avere esiti catastrofici. Lo scopre Milo, tester della Dreamtime, un'azienda cinematografica che proietta nella mente e compra i sogni delle persone, quando vede i ricordi che sua moglie Rebecca gli ha lasciato. E quando lei viene rapita e tre fronti diversi si mettono sulle sue tracce, Milo passa al contrattacco, coadiuvato da un aiuto insperato: un inseguimento forsennato lungo le strade di Shanghai e il suo congestionato mercato sommerso, in cui, un'azione sfacciata dopo l'altra, i fronti continuano a ribaltarsi e solo chi osa di più riuscirà a spuntarla. Un thriller serrato che tra le righe declama amore eterno per il cinema e denuncia una crisi climatica sempre più critica e attuale.

Recensione:

Non mi è capitato spesso di recensire per questo blog romanzi di autori che già conoscevo, ma questa volta ho scelto un po' a occhi chiusi quando ho visto questo titolo di Michele Rampazzo, che avevo conosciuto con 'La speranza dei vinti', la cui recensione potete trovare qui, che mi aveva colpito molto per l'originalità a dispetto del tema degli zombie, in genere piuttosto omologato.

Io apprezzo molto l'originalità, non necessariamente nei temi, quanto nel modo di affrontarli, e questo anche in Dreamtime non è mancato. 

I protagonisti sono Shadow, un sicario che lavora per un'organizzazione che si batte in modi più o meno limpidi per la difesa dell'ambiente; Rebecca, interprete inglese del ministro per l'ambiente cinese, che si troverà a sapere troppo; Milo, il marito di Rebecca, che si ritroverà nel centro di queste cospirazioni nel tentativo di capire cosa sia successo alla moglie; e Fen, una ex militare, destituita a causa di un'aggressione a un suo superiore, che cerca di riprendersi il suo onore. 
Tutti i personaggi sono descritti con cura, mi sono affezionata a molti di loro.

Il romanzo è ambientato in un futuro non troppo lontano nel quale l'acqua è diventata un bene primario, costoso e limitato, per la salvaguardia del quale gli stati del mondo cercano di trovare una salvaguardia e un recupero tramite depuratori e altri rimedi. Come sempre la politica nasconde le proprie intenzioni spesso egoistiche e proprio da queste parte la storia.

Lo stile dell'autore è avvincente e mi ha tenuta incollata al libro per molto più tempo di quanto avrei pensato (quando dormo poco perché non sono riuscita a smettere di leggere per me è sempre un punto positivo nelle recensioni, anche se poi me ne pento); è vero che i personaggi a volte sono stati un po' fortunati nell'affrontare situazioni molto complicate, ma ho comunque apprezzato la trama, ricca di colpi di scena più o meno prevedibili, ma sempre ben giustificati.

Rinnovo i complimenti all'autore per l'originalità e per la sua capacità di trattare i dettagli dell'ambientazione, spero di leggere presto un altro dei suoi libri.


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