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Recensione: SE UNA NOTTE D'INVERNO UN VIAGGIATORE di Italo Calvino



Titolo: Se una notte d'inverno un viaggiatore
Autore: Italo Calvino
Editore: Mondadori
Pagine: 322
Prezzo: cartaceo - € 14,00; ebook - € 7,99

Trama
«Se una notte d’inverno un viaggiatore è un romanzo sul piacere di leggere romanzi; protagonista è il Lettore, che per dieci volte comincia a leggere un libro che per vicissitudini estranee alla sua volontà non riesce a finire. Ho dovuto dunque scrivere l’inizio di dieci romanzi d’autori immaginari, tutti in qualche modo diversi da me e diversi tra loro. Più che d’identificarmi con l’autore di ognuno dei dieci romanzi, ho cercato d’identificarmi col lettore: rappresentare il piacere della lettura d’un dato genere, più che il testo vero e proprio. Ma soprattutto ho cercato di dare evidenza al fatto che ogni libro nasce in presenza d’altri libri, in rapporto e confronto ad altri libri.» Italo Calvino

***

Il primo capitolo del romanzo è probabilmente il più celebre, non soltanto perché, come ovvio, si potrebbe leggerlo anche in libreria, rimanendo in piedi davanti all’espositore, ma anche perché si rivolge a te, Lettore. L’impressione è che Calvino in persona intervenga affinché, prima di immergerti nella lettura, tu predisponga la situazione a evitare qualsivoglia fastidio. Ed è solo nelle pagine successive, all’inizio del capitolo secondo, che ti accorgi che il primo non era esattamente una lettera al Lettore.
Il protagonista del romanzo non è affatto quel viaggiatore della stazione ferroviaria, che si delineava a stento tra le nuvole di fumo, i vetri o la vista appannata; il protagonista è il Lettore. Sono trascorsi sei anni dall’ultimo libro di Calvino e il suo ritorno in libreria è carico di aspettative. Solo che dopo pagina 32 si ritorna a pagina 17 e da lì in poi il romanzo si ripete. È un errore tipografico e in libreria il Lettore (tu) scopre che non stava nemmeno leggendo Calvino.

La stessa disavventura è capitata anche a una signorina, la Lettrice: 
come te, anche lei ha deciso di continuare a leggere il romanzo che si è mescolato al Calvino.

Da qui, potremmo dire, inizia la catena di romanzi di cui pare impossibile trovare il vero seguito. Se non altro, il Lettore ha incontrato la Lettrice e con lei può confrontarsi su quello che sta capitando a loro, ai libri e all’editoria mondiale. 


 «Il suo caso mi dà ancora delle speranze,» gli ho detto.
«A me capita sempre più spesso di prendere in mano un romanzo appena uscito e
di trovarmi a leggere lo stesso libro che ho letto cento volte». 

Per la prima parte ho sentito una forte sintonia con il Lettore: c’è modo di leggerli per intero questi romanzi? Sono quasi certa che non andrei spontaneamente in cerca di un libro come Fuori dell’abitato di Malbork o Senza temere il vento e la vertigine, ma dopo averli iniziati avrei volentieri proseguito la lettura. E invece.
Procedendo di capitolo in romanzo e di romanzo in capitolo, diventa sempre più evidente la struttura del racconto nel racconto, poi esplicitamente denunciata con il riferimento a Le Mille e una notte. Contemporaneamente, però, l’autore continua a tirare le fila dell’avventura del Lettore dando forma a un romanzo sul romanzo. La prospettiva che allontanava il Lettore dai romanzi che legge e ricerca senza una fine si deforma fino a scomparire: egli diviene protagonista di una vicenda complessa nella quale è difficile non scorgere una parodia delle storie di spionaggio e una satira sul mondo della letteratura.
Sotto uno sguardo che rimane pur sempre benevolo, si rivelano piccole idiosincrasie verso l’industria editoriale e l’attenzione verso le moderne teorie della ricezione letteraria. 
Se una notte d’inverno un viaggiatore si può leggere come un gioco o un esercizio che svela, rompendo le quinte che cristallizzano l’immagine di Autore e Lettore, i meccanismi della narrazione.
La sovrapposizione dei ruoli, che coinvolge anche il lettore (nda la minuscola è significativa), è uno dei vertiginosi effetti del romanzo ed è acutizzato dall’uso predominante della seconda persona singolare rivolta al Lettore, accanto a una seconda, fugace, persona singolare femminile e alla prima singolare che, inevitabilmente, appartiene all’autore. Sì, ma quale?
Un romanzo da rileggere a distanza di anni, più volte. Forse, alla fine, troverò il seguito di quei romanzi.




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