In epoca medievale, in Inghilterra e Irlanda, era consuetudine comporre ballate che narravano fatti di cronaca: le murder ballads, le ballate criminali, sono uno specifico sottogenere che trattava episodi di cronaca nera. Tutt’altro che scomparse, le ballate criminali sono sopravvissute diventando i testi di canzoni anche molto note. Questa è la storia di una ballata inglese resa famosa in Italia dall’adattamento di Fabrizio De André: Geordie.
Ma De André fu autore anche di ballate originali, come La canzone di Marinella, che Beltramini e Serra hanno reinterpretato nel loro Murder Ballads.
Autori: Micol Arianna Beltramini e Daniele Serra
Editore: Mondadori - 26 ottobre 2021
Pagine: 176
Prezzo: cartaceo - € 22,00; ebook - € 10,99
Trama
Bambini perduti nel bosco, amanti crudeli e folli, brigantesse, prostitute, assassini seriali. Micol Arianna Beltramini e Daniele Serra reinterpretano le murder ballads: storie di incubi, passioni, ossessioni. E sangue, tanto sangue.
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Come spesso accade per i graphic novel, Murder Ballads è uno di quei libri che si potrebbe leggere in una serata. Io gli ho voluto dedicare tempo, anche perché è stato il mezzo di una scoperta o, meglio, di una realizzazione: conoscevo il genere, ma mi mancavano (e mi mancano) molte coordinate.
Non solo. Sebbene nella prefazione Beltramini racconti come ogni ballata abbia evocato la successiva, legandosi l’una all’altra, le voci degli autori si incontrano in modo unico in ciascun racconto. Mentre Beltramini introduce e contestualizza brevemente il racconto, fornendo informazioni storiche sull’evento e la tradizione della ballata, Serra lo traspone in tavole disegnate di volta in volta con tecniche diverse. Così la matita realizza l’atmosfera cupa, labirintica e angosciante di Bambini nel bosco, il racconto che apre l’antologia e che, come anticipa Beltramini, ricorda Hänsel e Gretel dei fratelli Grimm.
In realtà, l’operazione di Beltramini e Serra è indirizzata a rinnovare il genere attraverso le forme espressive che sono loro più congeniali. Infatti, non si limitano a raccontare una versione di ciascuna ballata e riportano più episodi di cronaca che hanno preso lo stesso nome o che si sono svolti in modo simile, ispirando però composizioni diverse.
Dalla ballata del primo capitolo, Babes in the Wood, dunque, prendono nome omicidi che si verificarono nel Novecento e hanno in comune proprio il bosco. Giù al fiume, invece, riprende i fatti di due ballate, Knoxville Girl e Omie Wise, che raccontano l’assassinio di ragazze massacrate dai loro amanti. Come osserva Beltramini, dà davvero da pensare che le ballate siano ispirate a fatti di cronaca vera e che seguano schemi ancora oggi tristemente familiari.
E poi non rimase nessuno è, invece, dedicata a The Murder of the Lawson Family, brano inciso nel 1930 dai Carolina Buddies.
Le ultime due storie si spostano in Italia. Con Brigantesse si muore Beltramini e Serra tentano di restituire giustizia a due donne, Francesca La Gamba e Niccolina Licciardi. Francesca abbracciò il brigantaggio per vendetta; Niccolina fu, invece, rapita da un brigante di cui divenne l’amante.
Infine, come rivela il titolo, Solo un giorno come le rose, racconta la storia di Mary Pirimpò alla quale probabilmente si era ispirato anche De André. La notorietà della Canzone di Marinella o le atmosfere più moderne, forse, hanno contribuito a rendere più vivida e attuale l’ultima ballata.
Nel complesso Murder Ballads, proprio come le ballate, intrattiene per un tempo piuttosto breve, ma ha il merito di portare l’attenzione su un genere con un’importante tradizione storica.
L’ispirazione delle ballate criminali e le tavole di Serra fanno di Murder Ballads un’opera interessante, che contribuisce a tenere vivi le storie delle vittime e il genere.
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