Recensione: RIEN NE VA PLUS di Antonio Manzini

1/22/2019

Buongiorno lettori,
per scegliere la mia lettura "italiana" del mese non ho proprio avuto dubbi. Aspettavo questo libro da ottobre, da quando cioè il suo autore ci ha deliziati con un finale, nel libro precedente, aperto e da batticuore. Sto parlando ovviamente di Rien ne va plus di Antonio Manzini.


Rien ne va plus
di Antonio Manzini
Sellerio | La memoria | 310 pagine
ebook €9,99 | cartaceo €14,00
10 gennaio 2019 | scheda Sellerio


Scompare, letteralmente nel nulla, un furgone portavalori. Era carico di quasi tre milioni, le entrate del casinò di Saint-Vincent. Le dichiarazioni di una delle guardie, lasciata stordita sul terreno, mettono in moto delle indagini abbastanza rutinarie per rapina. Ma nell'intuizione del vicequestore Rocco Schiavone c'è qualcosa - lui la chiama «odore» - che non si incastra, qualcosa che a sorpresa collega tutto a un caso precedente che continua a rodergli dentro. «Doveva ricominciare daccapo, l'omicidio del ragioniere Favre aspettava ancora un mandante e forse c'era un dettaglio, un odore che non aveva percepito». Contro il parere dei capi della questura e della procura che vorrebbero libero il campo per un'inchiesta più altisonante, inizia così a macinare indizi verso una verità che come al solito nella sua esperienza pone interrogativi esistenziali pesanti. Il suo metodo è molto oltre l'ortodossia di un funzionario ben pettinato, e la sua vita è piena di complicazioni e contraddizioni. Forse per un represso desiderio di paternità, il rapporto con il giovane Gabriele, suo vicino di casa solitario, è sempre più vincolante. Lupa «la cucciolona» si è installata stabilmente nella sua giornata. Ma le ombre del passato si addensano sempre più minacciose: la morte del killer Baiocchi, assassino della moglie Marina, e il suo cadavere mai ritrovato; la precisa, verificata sensazione di essere sotto la lente dei servizi, per motivi ignoti. Sembra che in questo romanzo molti nodi vengano al pettine, i segreti e i misteri; ed in effetti, intrecciate al filone principale, varie storie si svolgono. Così come si articolano le vicende personali (amori, vizi, sogni) che sfaccettano tutti gli sgarrupati collaboratori in questura di Rocco. Una complessità e una ricchezza che danno la prova che Antonio Manzini si proietta oltre il romanzo poliziesco, verso una più universale rappresentazione della vita sociale e soprattutto di quella psicologica e morale. Ed è così che il personaggio Rocco Schiavone, con il suo modo contorto di essere appassionato, con il suo modo di soffrire, di chiedere affetto, è destinato a restare impresso nella memoria dei suoi lettori.

La mia recensione.
Antonio Manzini ci ha oramai abituati al colpo di scena, al finale aperto che ti lascia appeso e ti fa infuriare davanti alla beffarda ultima pagina. Questa volta però Rocco è tornato presto, dopo appena qualche mese dall'omicidio dell'ex dipendente del Casinò di Saint Vincent, poco dopo quel arresto che pare aver messo un punto al caso ma che invece non ha fatto altro che sfornare domande su domande. Rocco non ci crede e continua a scavare, anche perché guarda caso sparisce un portavalori partito proprio dal casinò? Coincidenze? Figuriamoci se il vicequestore di Aosta crede alle coincidenze.

Ogni volta che finisco un libro di questa serie mi ritrovo a pensare che Manzini abbia dato il massimo, che questo sia IL libro di Rocco, e ogni volta, immancabilmente vengo smentita dal capitolo successivo, da quella nuova svolta che l'autore dà al suo personaggio. Perché anche in questo ottavo libro, Rocco cambia, di lui vediamo un altro lato, un'altra sfaccettatura. E qui è uno dei punti forti della serie di Manzini: Rocco non è mai lo stesso, di lui abbiamo sempre qualcosa di nuovo o di diverso. E anche dopo ben otto romanzi e diversi racconti sparsi non ci stufiamo del vicequestore e della sua squadra, di Lupa e di Gabriele.

Se al giallo rimasto insoluto da Fate il vostro gioco una soluzione la troverà, Schiavone si ritrova di nuovo immerso fino al collo nella polvere del suo passato e della sua tragedia, di nuovo davanti ai suoi fantasmi. Marina è sempre più labile nella sua mente, ma Baiocchi continua a torturarlo, continua ad infliggergli dolore su dolore. E su questo caso, su quel lontano giorno di luglio del 2007, Rocco è costretto ancora una volta a tornare, a ributtarsi nelle sue ombre.
Rocco Schiavone è uno dei personaggi letterari degli ultimi anni non a caso: forte e debole al contempo, torturato e vendicativo, vive la sua vita sgualcita un giorno alla volta, un'ora alla volta, forte di pochi pochissimi punti fissi. Gli amici di Roma, la dolce Lupa e ora anche Gabriele che, volente o nolente, sta diventando la sua nuova famiglia.

Cos'altro riserverà il futuro a Rocco Schiavone? Ora c'è da aspettare, ma tranquillo Rocco, noi stiamo qui ad aspettarti, non andiamo da nessuna parte.

Voto


Alla prossima
  


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