"LA NEBBIA e altri racconti" di Davide Rigonat
Titolo: LA NEBBIA e altri racconti
Autore: Davide Rigonat
Casa editrice: libro auto-pubblicato in formato e-book su Smashwords e su Amazon
Numero pagine: variabile a seconda del formato, in genere intorno alle 80-90 pagine
Anno: 2014
Prezzo ebook: 1,11 €
Numero pagine: 104
Anno: 2014
Formato: cartaceo
Casa editrice: Centro Studi Tindari Patti
Prezzo: 10,00 €
PRESENTAZIONE DEL LIBRO DA PARTE DELL'AUTORE
"Questa piccola antologia raccoglie, in ordine apparentemente sparso, quindici racconti - alcuni lunghi, altri brevissimi - scritti nel corso degli ultimi quindici mesi [maggio 2013 - luglio 2014. NdR]. Praticamente una storia al mese. Le tematiche e i generi affrontati sono molto vari e, in alcuni casi, piuttosto distanti. Ciò è dovuto principalmente al fatto che amo leggere generi diversi, senza sentirmi particolarmente legato a questo o a quel filone narrativo. Ho quindi sempre trovato naturale trasferire questa mia inclinazione anche nei miei scritti.
Molti dei racconti che troverete di seguito hanno anche partecipato a concorsi e premi letterari - anzi, alcuni sono stati scritti apposta - riuscendo in più di un'occasione ad ottenere dei risultati che mi hanno regalato molta soddisfazione.
Con questa raccolta quindi ho voluto fare una sorta di sintesi del lavoro fatto fin qui, secondo una precisa progressione temporale." [estratto dalla premessa del libro]
Dall'antologia sono stati estratti due racconti ("La Nebbia" e "La Stella") scaricabili gratuitamente da Smashwords e da molti altri store on-line.
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Recensione:
I quindici racconti che compongono questa antologia sono completamente slegati l'uno dall'altro. Non c'è infatti un filo conduttore nel genere, nella lunghezza o nelle tematiche che affrontano, per questo ho deciso di iniziare la recensione parlando di ciò che li accomuna: lo stile dell'autore. Chiaro e scorrevole, le parole che sceglie sono sempre precise e gli permettono di raccontare le scene con facilità e quasi sempre con naturalezza, senza troppi fronzoli e senza quindi appesantire la narrazione.
Ho letto i racconti con piacere e, nonostante mi fossi ripromessa di leggerne uno o due a sera, ho concluso l'antologia in tre giorni.
Non sono in molti ad apprezzare le antologie, perché la loro forza è la sintesi: non permettono di appassionarsi a una storia e di viverla nelle sue sfumature, come capita invece con i romanzi. Una cosa che, da amante delle raccolte, ho apprezzato è proprio il ritmo che l'autore ha dato a questi racconti brevi, che si concedono lo spazio necessario a introdurre i personaggi senza approfondire gli aspetti meno utili ai fini del racconto stesso: sono essenziali, ma contengono sostanza. In alcuni dei racconti, ad esempio in "Tutto è bene ciò che finisce bene", il protagonista è un assassino seriale che risulta caratterizzato al minimo e devo dire che in questo caso in particolare avrei apprezzato qualche dettaglio in più sulla vita del protagonista, soprattutto sul suo passato, ma probabilmente è perché il racconto e la sua ambientazione (neve e montagna) mi sono piaciuti molto e avrei voluto che il racconto durasse di più. Anche "La cantina del conte" ha soddisfatto la mia sete di giallo.
In "Mors tua vita mea" o ne "Il colloquio" l'autore non manca di mostrarci la sua vena ironica che ricorre spesso e che dà al lettore la possibilità di alleggerire la lettura dopo altri racconti più seri, come ad esempio "L'indifferenza" che mostra come un uomo a volte possa sentirsi inadatto a vivere nella società moderna.
Tra i racconti, spicca sicuramente "La Nebbia". Narra di un uomo, Otorino Mingozzi, e di una sua giornata un po' particolare segnata da una presenza costante: la nebbia.
Otorino vive di routine: è in cassa integrazione e sopravvive cercando di riempire le giornate e di evitare di fossilizzarsi in casa, ma si ritrova comunque a fare sempre le stesse cose, tanto che questa strana giornata alla fine lo fa sentire vivo, un bel racconto davvero.
"Il supplizio" mi ha spiazzata: fino alla fine non ero sicura di aver capito quello che stavo leggendo. Il racconto è molto breve ed è molto difficile da descrivere. Il finale mi ha strappato una risata, per questo ho deciso di non svelarlo.
Come per tutte le raccolte, anche per le più famose, il rischio è quello di trovarsi in presenza di racconti molto forti, in grado di colpire e di restare in mente al lettore, alternati a racconti meno interessanti. Nel caso di questa antologia è andata così: alcuni racconti mi hanno impressionata positivamente; mentre altri, come "Il gemello", si sono lasciati leggere senza imprimersi nella mia memoria; per "La sagra di San Bernardo" ho provato sentimenti contrastanti: una nonna racconta al nipote dell'Assassino delle Api, che prima ancora che lei nascesse aveva ucciso alcuni apicoltori della zona. La trama mi è piaciuta molto, ma lo scambio di battute tra nonna e nipote non mi ha conquistata del tutto.
Ovviamente il mio parere è personale, perché nei racconti più ancora che nei romanzi conta molto la predisposizione del lettore nei confronti di determinate tematiche, quindi di sicuro qualcun altro sarà rimasto colpito da alcuni dettagli che io magari non ho neppure notato.
Nel complesso la raccolta è, secondo me, di ottimo livello e ne consiglio la lettura.
Ho letto i racconti con piacere e, nonostante mi fossi ripromessa di leggerne uno o due a sera, ho concluso l'antologia in tre giorni.
Non sono in molti ad apprezzare le antologie, perché la loro forza è la sintesi: non permettono di appassionarsi a una storia e di viverla nelle sue sfumature, come capita invece con i romanzi. Una cosa che, da amante delle raccolte, ho apprezzato è proprio il ritmo che l'autore ha dato a questi racconti brevi, che si concedono lo spazio necessario a introdurre i personaggi senza approfondire gli aspetti meno utili ai fini del racconto stesso: sono essenziali, ma contengono sostanza. In alcuni dei racconti, ad esempio in "Tutto è bene ciò che finisce bene", il protagonista è un assassino seriale che risulta caratterizzato al minimo e devo dire che in questo caso in particolare avrei apprezzato qualche dettaglio in più sulla vita del protagonista, soprattutto sul suo passato, ma probabilmente è perché il racconto e la sua ambientazione (neve e montagna) mi sono piaciuti molto e avrei voluto che il racconto durasse di più. Anche "La cantina del conte" ha soddisfatto la mia sete di giallo.
In "Mors tua vita mea" o ne "Il colloquio" l'autore non manca di mostrarci la sua vena ironica che ricorre spesso e che dà al lettore la possibilità di alleggerire la lettura dopo altri racconti più seri, come ad esempio "L'indifferenza" che mostra come un uomo a volte possa sentirsi inadatto a vivere nella società moderna.
Tra i racconti, spicca sicuramente "La Nebbia". Narra di un uomo, Otorino Mingozzi, e di una sua giornata un po' particolare segnata da una presenza costante: la nebbia.
Otorino vive di routine: è in cassa integrazione e sopravvive cercando di riempire le giornate e di evitare di fossilizzarsi in casa, ma si ritrova comunque a fare sempre le stesse cose, tanto che questa strana giornata alla fine lo fa sentire vivo, un bel racconto davvero.
"Il supplizio" mi ha spiazzata: fino alla fine non ero sicura di aver capito quello che stavo leggendo. Il racconto è molto breve ed è molto difficile da descrivere. Il finale mi ha strappato una risata, per questo ho deciso di non svelarlo.
Come per tutte le raccolte, anche per le più famose, il rischio è quello di trovarsi in presenza di racconti molto forti, in grado di colpire e di restare in mente al lettore, alternati a racconti meno interessanti. Nel caso di questa antologia è andata così: alcuni racconti mi hanno impressionata positivamente; mentre altri, come "Il gemello", si sono lasciati leggere senza imprimersi nella mia memoria; per "La sagra di San Bernardo" ho provato sentimenti contrastanti: una nonna racconta al nipote dell'Assassino delle Api, che prima ancora che lei nascesse aveva ucciso alcuni apicoltori della zona. La trama mi è piaciuta molto, ma lo scambio di battute tra nonna e nipote non mi ha conquistata del tutto.
Ovviamente il mio parere è personale, perché nei racconti più ancora che nei romanzi conta molto la predisposizione del lettore nei confronti di determinate tematiche, quindi di sicuro qualcun altro sarà rimasto colpito da alcuni dettagli che io magari non ho neppure notato.
Nel complesso la raccolta è, secondo me, di ottimo livello e ne consiglio la lettura.
Cara Fabiola,
RispondiEliminati ringrazio per la bella recensione (e grazie a IDIB per lo spazio che mi avete dedicato). Sono contento che i racconti ti siano piaciuti.
Alcuni di essi, tra cui "Tutto è bene quel che finisce bene", sono stati scritti per dei concorsi che mi imponevano dei limiti di lunghezza, così che ho cercato di "ottimizzare" la narrazione restando nei limiti imposti. Visto poi che questo voleva essere una specie di diario di viaggio, ho deciso di non modificare o ampliare i racconti...
Ciao! :)